[Presos] Contropotere digest, Vol 1 #181 - 5 msgs
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Wed Apr 9 06:32:59 CEST 2003
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1. Rimini: percorsi di lettura alla biblioteca "A. Libertad" - anno II (contropotere-admin at inventati.org)
2. bisogno di forca (contropotere-admin at inventati.org)
3. verso l'abolizione del carcere (contropotere-admin at inventati.org)
4. Storia di un amore carcerato (contropotere-admin at inventati.org)
5. Contro la guerra e la pace dei padroni (contropotere-admin at inventati.org)
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Message: 1
Date: Sun, 30 Mar 2003 13:49:44 +0200 (CEST)
To: Contropotere <vicolazzi at libero.it>, contropotere at inventati.org
From: contropotere-admin at inventati.org
Subject: [Contropotere] Rimini: percorsi di lettura alla biblioteca "A. Libertad" - anno II
Reply-To: contropotere at inventati.org
BIBLIOTECA "ALBERT LIBERTAD"
PERCORSI DI LETTURA - anno II
Per il secondo anno si terranno alla Biblioteca "A.
Libertad" (ospitata dall'Istituto di Scienze
dell'Uomo, via Tonini 5, nel centro storico di Rimini)
alcuni "percorsi di lettura".
Questo il calendario:
martedì 01 aprile - h. 21:00
LETTURE ANTICLERICALI
ED ALTRO!
letture da: G. Simonelli, K. Deschner, M. Bakunin, A.
Quattrocchi, G. Rensi
martedì 08 aprile - h. 21:00
LA DELINQUENZA DEL POTERE
letture da: A. Comfort, E. Colombo, C. Wright Mills,
M. Foucault
martedì 15 aprile - h. 21:00
ERRICO MALATESTA: L'EVOLUZIONE DEL PENSIERO
letture da: Errico Malatesta
venerdì 09 maggio - h. 21:00
NO JUSTICE - NO PEACE / NESSUNA GIUSTIZIA - NESSUNA
PACE: MALCOLM X E LE BLACK PANTHERS
venerdì 16 maggio - h. 21:00
L'OBIEZIONE ANARCHICA AL MILITARISMO
letture da: Stirner, Tolstoj, Camus attraverso le
parole degli "obiettori" anarchici in Italia
I libri presentati nei percorsi sono disponibili in
consultazione e/o prestito.
BIBLIOTECA "ALBERT LIBERTAD": libri, riviste, fanzine
e video che documentanole idee, la cultura e le lotte
dei movimenti libertari ed anarchici.
=====
Gruppo "Libertad" - F.A.I. Rimini
c.p. 123 - succ. 3 47900 Rimini
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Message: 2
Date: Tue, 01 Apr 2003 09:17:53 +0000
To: undisclosed-recipients:;
From: contropotere-admin at inventati.org
Subject: [Contropotere] bisogno di forca
Reply-To: contropotere at inventati.org
La gente ha paura anche perché furti, scippi, prostituzione, lenocinio,
spaccio di stupefacenti, atti di teppismo e vandalismo, avvengono sotto i
suoi occhi, alla luce del sole. Associa poi questi crimini al caos del
traffico, alla disorganizzazione e ritardi dei treni e dei voli, alle
macchine in doppia o tripla fila, alla scarsa presenza e impotenza,
apparente o reale che sia, di polizia e vigili urbani, alla confusione e
degrado dei quartieri in cui abita e ne ricava l'impressione di essere
abbandonata a se stessa, alla mercé di delinquenti e violenti, di cui
constata l'impunità. Chiede, dunque, leggi e carceri più duri.
Pertanto, nel nostro Paese, da anni, la tradizionale «ansia repressiva» è
cresciuta sino a dar vita, di fatto, a un vero e proprio partito della
sicurezza: «Il bisogno popolare di forca, agghindata a festa multimediale, è
stato posto in cima ai doveri di tutti i partiti dell'arco costituzionale.
La volontà di reprimere, il piacere di processare e condannare non
appartengono più a una élite autoritaria al potere, ma a tutti i concorrenti
della competizione elettorale e di quelli confinanti e sacrificano e
rinnegano ogni principio di civiltà in vista dell'artificioso scambio
sicurezza-consenso».
trovate l'intero articolo qui:
http://www.filiarmonici.org/fuorimargine.html
filiarmonici - per un mondo senza galere
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Message: 3
Date: Thu, 03 Apr 2003 15:09:57 +0000
To: undisclosed-recipients:;
From: contropotere-admin at inventati.org
Subject: [Contropotere] verso l'abolizione del carcere
Reply-To: contropotere at inventati.org
"Non deve suonare strambo se un capitolo sugli effetti del carcere viene
concluso con alcuni cenni sulla tortura. Quest'ultima non ha come semplice
oggetto il corpo, ma usa il corpo come tramite materiale che conduce alla
distruzione della psiche. Non ha come obiettivo quello di costringere il
detenuto alla confessione, ma quello di annichilirlo, negarne sensibilità e
qualità umane. La tortura rappresenta una forma di antiterapia: mira a
spezzare l'unità della persona. Ma come mai non suscita poi tanta
indignazione? Forse perché viene avvertita come una pratica ortodossa in un
mondo dove manipolazione, correzionalità di massa e terapia per normali
costituiscono prassi quotidiana. Non viviamo nell'era che ha sostituito il
maquillage con la protesi, nell'era della chirurgia estetica, della
manipolazione dell'aspetto, dell'intelligenza, dei geni? Distruzione e
manipolazione stanno a tortura e carcere come in una equazione a variabili
incrociate. Il carcere, nella migliore delle ipotesi è chirurgia morale che,
nelle parole di Nietzsche, non può migliorare l'uomo, può ammansirlo; ci
sarebbe da temere se rendesse vendicativi, malvagi, «ma fortunatamente il
più delle volte rende stupidi»".
L'intero articolo è qui:
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Message: 4
Date: Mon, 07 Apr 2003 11:19:36 +0000
To: undisclosed-recipients:;
From: contropotere-admin at inventati.org
Subject: [Contropotere] Storia di un amore carcerato
Reply-To: contropotere at inventati.org
Anche se può sembrare assurdo, anche se in pochi anni di calendario sono
trascorsi secoli di storia dai fatti che ci hanno portati qui, abbiamo
dovuto raggiungere la pacata coscienza di essere diventati dei sepolti vivi;
purtroppo, in una situazione carceraria che si promette ogni giorno più
barbara, allucinante e sovraffollata.
La sinistra ha voluto rabbiosamente e schizofrenicamente questo, la
destra ha maliziosamente e democraticamente lasciato fare. Anzi, ogni volta
che un uomo del Palazzo ha espresso timide parole di aggiornamento per
superare la cosiddetta emergenza anti-terrorismo, a sinistra si è alzato un
coro di proteste: Chi vuoi coprire? Che vuoi nascondere? Ci sono dei
misteri, dei segreti... E così ogni volta Occhetto o Dario Fo, Libertini o
Violante eccetera, ci ricoprono di sbarre e cemento, pur dicendo che non ci
pensano nemmeno.
Noi anni fa, scegliendo per il comunismo una strategia di lotta armata,
siamo stati nella sinistra degli eretici. Ora, gli eretici sono quelli che
vogliono essere coerenti più degli altri, più autentici con se stessi. Gli
altri sono gli ortodossi: quelli che uccidono lo spirito riducendolo a
smorta regola. Essi non ci perdoneranno mai. Anche l'amico di sinistra
spesso ci odia nel suo inconscio, e perciò ci dice in qualche modo: "fai
come tutti gli altri, come la stessa maggioranza dei tuoi compagni". Quando
gli diciamo: "non potremmo, neanche se volessimo: è questione di visceri",
dopo un po', magari scompare (qualcuno però è rimasto, e a queste persone
sono dedicate con affetto queste pagine).
Abbiamo (ri)pubblicato il libro di Vincenzo Guagliardo
il MeTe imprigionato - Storia di un amore carcerato
lo trovate qui:
http://www.filiarmonici.org/mete-index.html
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Message: 5
Date: Wed, 9 Apr 2003 00:46:25 +0200 (CEST)
To: <contropotere at inventati.org>
From: contropotere-admin at inventati.org
Subject: [Contropotere] Contro la guerra e la pace dei padroni
Reply-To: contropotere at inventati.org
CONTRO LA GUERRA E LA PACE DEI PADRONI
L'attuale attacco militare angloamericano, giustificato ufficialmente dalla
martellante propaganda anti-islamica, avviene non solo per il petrolio, ma
per l'espansione territoriale, culturale, economica e politica
dell'Occidente.
Foraggiato dai grandi capitali finanziari ed industriali, esso si pone due
obiettivi:
1) La controrivoluzione permanente, che tende ad estendere militarmente il
controllo delle aree non pacificate del globo, dal centro alla periferia,
dal nord al sud. La lotta al terrorismo costituisce il collante ideologico
per mobilitare stati, polizie, eserciti, popolazioni, sotto la bandiera
della democrazia e della libertà, contro un fantomatico pericolo terrorista.
2) Il riassetto del nuovo ordine mondiale, modificato dalla fine del blocco
sovietico, ma soprattutto da un'espansione repentina delle tecnologie e
delle tecniche di sfruttamento delle risorse umane, naturali e culturali,
dove la comunicazione globale delle informazioni si affianca
all'intensificarsi degli scambi internazionali di merci, capitali e uomini.
Una potenza egemone si avvale dei suoi stati satellite per assicurarsi nei
prossimi anni il predominio sulle risorse della terra, messo in discussione
da movimenti di massa, da speculazioni finanziarie e crisi economiche
generate da una sovrabbondanza di merci non redistribuite. Lo scopo è
avviare l'umanità ed il pianeta alla sottomissione totale, rendendo i
poveri sempre più ricattabili e rassegnati al proprio stato di servitù, ed
i ricchi al di sopra persino delle leggi da loro stessi redatte.
Un progetto di dominio, questo, alla base dell'attuale ordine sociale,
fondato sul militarismo come meccanismo per generare il nemico ed il
terrore della diversità, e per reprimere chi a quest'ordine si ribella. Per
questo riteniamo sterile ogni opposizione alla guerra che prescinda da una
critica alla gerarchizzazione della società che la genera. Una critica che,
a nostro avviso, coinvolge l'insieme dei rapporti sociali che giustificano
la divisione dell'umanità in padroni e servi: giudice-imputato, poliziotto-
cittadino, politico-elettore, industriale-operaio. La pace all'interno di
questo sistema è fatta di razzismo, povertà, terrorismo e repressione.
In realtà, il primo passo verso la riappropriazione delle nostre esistenze
è l'individuazione dei nostri nemici e dei possibili mezzi per attaccarli.
La nostra lotta è quindi rivolta contro lo stato, che tenta quotidianamente
di coinvolgerci nel processo di auto-distruzione dell'umanità mediante il
ricatto economico, il carcere, la propaganda razzista.
Contro le banche, le multinazionali ed un sistema di produzione (il
capitalismo) che vorrebbe costringerci a concorrere gli uni con gli altri
per il riconoscimento del titolo di servo più fedele, umile e rassegnato.
Contro i sostenitori delle giustificazioni culturali del sistema di
dominio: preti, giornalisti, governanti, riformatori...
Siamo in guerra, non perchè odiamo la pace, ma perchè la pace che tante
istituzioni oggi sventolano dai loro palazzi, ricordandosi dell'Iraq ma
dimenticando la storia e le storie di chi muore ogni giorno nel mondo,
grazie al sistema da loro pienamente condiviso è solo il simbolo di un
lutto collettivo che riguarda le sorti della nostra esistenza. Issare un
arcobaleno macchiato di sangue è non solo ipocrita, ma una provocazione per
chi vorrebbe che il mondo o semplicemente la propria vita non fosse gestita
dalla farsesca arroganza di chi ritiene di avere tutto sotto controllo e
sotto chiave.
Attenti, c'è ancora chi non ha perso la memoria e ricorda cosa significa
libertà.
ANARCHICI
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