[Presos] Digest di Contropotere, Volume 2, Numero 9

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Mon May 31 12:07:04 CEST 2004


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Argomenti del Giorno:

   1. Comunicato stampa: modena e le freccie tricolori
      (contropotere at inventati.org)
   2. Novità editoriali - Arkiviu-Biblioteka "T. Serra"
      (contropotere at inventati.org)
   3. Manifestazione nazionale antimilitarista nel nome di	Giuseppe
      Pinelli e Franco Serantini (contropotere at inventati.org)


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Message: 1
Date: Sun, 30 May 2004 14:01:00 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Comunicato stampa: modena e le freccie
	tricolori
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Comunicato stampa

Le esibizioni, delle Frecce Tricolore prevista per domenica 6 maggio e delle gare di dragster, manifestazioni, entrambe organizzate dall'aeroclub di Marzaglia, creano forte disagio e preoccupazione.
Il forte rumore spaventa gli animali che si trovano nelle case adiacenti e all'interno del bosco di Pino Strobi.
Le benzine usate dai dragster e dalle frecce tricolore sono fortemente inquinanti e il rumore per i residenti è insopportabile.
Il rischio per i residenti durante le esibizioni delle frecce tricolore è grande e chi le ha autorizzate speriamo ne sia cosciente.
Gli organizzatori dell'aeroclub non sono preoccupati dai fastidi che arrecano ai residenti, nemmeno quando gli si spiega che certi piloti spengono il motore, scendono in picchiata sulle case e lo riaccendono all'ultimo momento.
Chi autorizza le gare di dragster e le esibizioni delle frecce tricolore così vicini alle case abitate? Ci sono dei parametri di sicurezza o alla creatività dei membri dell'esercito c'è piena fiducia? Mettere a repentaglio la vita delle persone, impedirne la tranquillità e arrivare come due anni fa all'evacuazione della comunità di recupero ci sembra troppo.
Tacciamo questi atteggiamenti come arroganti, chiamiamo chi li organizza e chi li autorizza, cioè chi condiziona pesantemente la serenità della gente come criminali e irresponsabili.
Riteniamo giusta ogni iniziativa tesa a ridurre il danno provocato da questi eventi.
L'esibizione delle frecce tricolori in un periodo in cui un contingente italiano è impegnato nella guerra in iraq ci sa molto di propaganda militarista e di sentire sulla nostra testa lo stesso rumore che per mesi hanno sentito i cittadini iracheni non ne abbiamo assolutamente voglia. 


Spazio sociale libertario/autogestito LIBERA,
via pomposiana 271 Marzaglia Modena
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Message: 2
Date: Sun, 30 May 2004 15:08:37 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Novità editoriali - Arkiviu-Biblioteka "T.
	Serra"
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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NOVITÀ EDITORIALI NOVITÀ EDITORIALI ARKIVIU-BIBRIOTEKA "T. SERRA" Maggio 2004


- NIHIL: rivista antiautoritaria, n. 2. (96 pag.; Euro 4,00)

Fascicolo in pratica monografico che, dopo cenni sulla presenza del movimento anarchico in Sardegna dalla seconda metà dell'Ottocento sino alla fine degli anni '60 del Novecento, ricostruisce la storia dell'anarchismo sardo dai primi del decennio '70 fino ai giorni nostri attraverso l'esperienza, i progetti, le tensioni dello Arkiviu-bibrioteka e del suo fondatore. Significativa la riproduzione integrale di articoli, analisi, elaborati teorici ormai introvabili che documentano lo svolgersi dell'esperienza e l'affinarsi di interessi teorico-analitici che tale esperienza ispirano ed accompagnano.

 

- Monte Melkonian / The right tu struggle (La forza di combattere) : Scritti scelti sulla questione armena (a cura di Karechin Cricorian), 240 pag., Euro 12,50.
Il testo, tradotto dall'edizione americana, è curato dal compagno anarchico armeno più noto nella trascrizione italiana come Garagin Gregorian, autore anche di due interventi riportati in Appendice sulla storia del genocidio del suo popolo da parte dei turchi, e sulla attuale situazione della Repubblica d'Armenia. In Appendice anche uno scritto di C. Cavalleri sui rapporti tra anarchismo e lotta di liberazione nazionale. The right tu struggle raccoglie scritti teorico-analitici e propositivi dell'indipendentista armeno della diaspora, Monte Melkonian, componente dell'A.S.A.L.A. (Armata Segreta Armena per la Liberazione dell'Armenia) e poi suo critico radicale per il metodo indiscriminato di compiere attentati in Turchia ed in occidente contro gli interessi turchi nel mondo ed a favore della causa armena. Melkonian, di orientamento marxista-leninista, nel metodo relazionale proposto per originare nelle terre storiche armene occupate dall'attuale Stato turco un movimento armato di liberazione nazionale, riesce ad abbracciare infine pratiche libertarie e metodologie organizzative fondamentalmente antiautoritarie. Ciò, oltre che per carattere, grazie anche alla attiva rapportazione di compagni anarchici, quali appunto Karechin Cricorian, al progetto di lotta indipendentista. Attraverso gli scritti di Monte si ricostruiscono le tappe storiche e culturali del popolo e della terra armeni, la dominazione Ottomana, quindi la tragedia di un popolo fatto oggetto della politica genocida e della deportazione di massa da parte del movimento dei "Giovani Turchi" che, in seguito alla dissoluzione dell'impero ottomano a conclusione della prima guerra mondiale, rappresentano le basi su cui si fonda l'attuale Stato fascista della Turchia.

 

- La strage del Diana (Milano, 23 marzo 1921), a cura di F. Meniconi (I Refrattari; 6), 224 pag., Euro 6,20.
Nel 1919 Errico Malatesta, in esilio a Londra da molteplici anni, rientra in Italia, acclamato da fiumane di proletari. Il governo è stato obbligato da un forte movimento politico-sociale ad estendere l'amnistia anche all'anziano anarchico, escluso appositamente dai relativi decreti fino ad allora, ed ha paura che la presenza di Malatesta, il rivoluzionario più noto e sostenuto d'Italia, sia determinante nei processi rivoluzionari in corso nelle campagne e nelle zone industriali del regno. Occupazione delle terre e delle fabbriche, manifestazioni antistatali ed anticapitaliste oceaniche; nonostante le stragi quotidiane perpretate dall'esercito e dalle forze di polizia, unitamente alle prime orde fasciste, l'ordine sociale tarda ad imporsi. E' l'epoca delle grandi conquiste proletarie: migliori condizioni nel lavoro, 8 ore giornaliere a parità di salario, ecc. Nasce il quotidiano anarchico "Umanità Nova": 50 mila copie di tiratura nonostante il boicottaggio governativo della carta, i sequestri quotidiani nella redazione, gli arresti dei redattori, le perquisizioni perenni, le censure. A dirigere il quotidiano ancora Malatesta, fino all'ottobre del 1920 quando è tratto in arresto unitamente al segretario dell'Unione Sindacale Italiana (U.S.I.), a mezza redazione di Umanità Nova ed a decine di altri compagni. Arresto illegale in quanto non vi sono accuse tali da sostenere la privazione della libertà per alcuno dei reclusi. Seguono le proteste, ma gli arresti dei più noti compagni non vengono revocati, né si fissa la data del loro processo non potendosi sostenerlo con precise accuse. Il proletariato non ha fatto il passo decisivo dell'insurrezione, tradito dalla CGdL e dai demagoghi e riformisti del Partito Socialista, e la borghesia rimonta. Il proletariato incapace di un rigurgito che imponga la liberazione di Malatesta e dei suoi compagni, passivo di fronte alle torture dei rivoluzionari nelle questure e nei carceri, un gruppo di anarchici operanti a Milano non intende aspettare la morte in galera del settantenne Malatesta, e decide di attaccare il complesso alberghiero del Diana, di cui fa parte un teatro. L'albergo ospita il questore di milano, tra i maggiori responsabili degli arresti e delle torture, ed il suo appartamento è covo di incontri e riunioni quotidiane dei vertici politici ed economici della città, Mussolini e prefetto in primo luogo. Una enorme quantità di dinamite, situata in una delle uscite laterali del teatro, esplode causando 21 morti ed oltre cento feriti, senza che peraltro determini danni all'obiettivo prefisso. E' la strage del Diana, per la quale verranno arrestati almeno tre degli autori e condannati all'ergastolo. Due di essi periranno in galera nel giro di qualche anno, a causa delle torture e degli stenti cui vengono sottoposti, il terzo sopravviverà. Questo libro, realizzato dall'anarchico Fioravante Meniconi, del Comitato anarchico pro vittime politiche, attraverso la cronaca del processo agli arrestati per l'attentato, ricostruisce l'intera vicenda.

 


Le richieste vanno inoltrate a:
Costantino Cavalleri
Via Melas n. 24
09040  GUASILA  (CA)




I versamenti vanno effettuati sul ccp n. 15936099 intestato allo stesso nominativo di cui sopra. Per importi inferiori ai 10,00 Euro, consigliamo l'invio della cifra dovuta o in francoboli, oppure in carta-moneta ben nascosta, in busta chiusa al recapito di cui sopra (in tal modo si evitano inutili e pesanti spese di versamento ed accreditamento). Per la spedizione chiediamo in contributo fisso pari a Euro 1,00.


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Message: 3
Date: Sun, 30 May 2004 20:24:26 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Manifestazione nazionale antimilitarista nel
	nome di	Giuseppe Pinelli e Franco Serantini
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Manifestazione nazionale antimilitarista nel nome di Giuseppe Pinelli e Franco Serantini

Nel nome di Giuseppe Pinelli e di Franco Serantini. 
La manifestazione che si è svolta sabato 29 maggio a Livorno ha visto convergere nella città toscana centinaia di anarchici da tutta Italia. 
Nonostante le previsioni della vigilia è stata una giornata bellissima e, nonostante lo spropositato spiegamento delle forze dell'ordine, la manifestazione si è risolta in una serena e determinata affermazione della volontà di opporsi al militarismo. 
Le scelte del governo, che si possono riassumere nella strategia di alimentare la guerra interna attraverso la criminalizzazione dell'opposizione sociale, la limitazione delle libertà, l'attacco al salario, alle pensioni, ai servizi sociali, sono stati al centro della critica anarchica, assieme all'affermazione del metodo dell'autorganizzazione e dell'azione diretta.. 
La città, come al solito, ha risposto accogliendo con simpatia la presenza degli anarchici; numerosi cittadini hanno salutato la manifestazione lungo il suo percorso, la testa del corteo è stata addirittura accolta dal lancio di petali di fiori dalle finestre al passaggio per la strada principale della città. 
Tutto questo ha reso ancora più ridicolo lo schieramento di polizia e carabinieri che avevano il compito di tenere a bada i feroci anarchici, mentre le istituzioni italiane si preparano a ricevere in pompa magna il capo dei torturatori e massacratori USA. 
La manifestazione si è conclusa, come annunciato, in piazza Magenta, dove si sono succeduti interventi ed esibizioni artistiche che hanno confermato il carattere sereno e determinato della manifestazione, manifestando ancora più chiaramente la contrapposizione del nostro mondo, il mondo della libertà e della solidarietà, al mondo della violenza e della morte, al mondo della guerra e dei governi. 
Gli interventi che si sono succeduti (gli organizzatori avevano fatto la scelta di non concludere la manifestazione con un oratore ufficiale) hanno ribadito le ragioni dell'antimilitarismo, della lotta contro le politiche del governo. hanno riaffermato il metodo anarchico, hanno ricordato la figura di Giuseppe Pinelli. 
In particolare il rappresentante della Federazione Anarchica Livornese ha ricordato i legami di Giuseppe Pinelli e di Franco Serantini con Livorno. 
Nella primavera del 1969 un gruppo di giovani anarchici, alcuni dei quali originari di Livorno o che frequentavano la sede di Via Ernesto Rossi, furono ingiustamente accusati dal solerte commissario Luigi Calabresi degli attentati alla Fiera e alla Stazione Centrale di Milano del 25 aprile 1969. Giuseppe Pinelli si impegnò subito in una campagna di solidarietà a loro favore, vincendo incertezze e d esitazioni presenti anche in campo anarchico, e mettendo a nudo le prevaricazioni della questura e della squadra politica milanese. Questa colpa la doveva poi pagare il 15 dicembre del 1969 quando l'ennesimo "pressante" interrogatorio condotto dallo stesso Calabresi si concluse con la morte di Pinelli trovato agonizzante nel cortile della questura. 
Franco Serantini, catturato dalle forze dello Stato mentre protestava contro un comizio fascista il 5 maggio 1972 e morto per le botte due giorni più tardi in carcere, il 4 maggio era in piazza a Livorno, assieme ad altri giovani di Pisa che portavano la loro solidarietà agli antifascisti livornesi, in quella stessa piazza Magenta dove è partita e arrivata la manifestazione del 29 maggio. 
Dopo un intervento di Giordano Cotichelli e un breve microfono aperto, la presenza in piazza è continuata con la performance antimilitarista a cura del Perlanera occupato di Alessandria, il concerto della A-band di Modena, l'esibizione di Alessio Lega e di Joe Fallisi. 
Durante tutto il corteo si sono "Sprecati" i "Fiati", che hanno contribuito ad animare il percorso. 
La giornata è stata anche punteggiata di affissioni di striscioni, cartelli e scritte sui simboli del razzismo e del militarismo. Fra l'altro, nell'ambito della campagna "copriamo le vergogne del militarismo" è stato coperto il monumento alla Vittoria poco distante dal concentramento della manifestazione. 
Un ringraziamento alla cittadinanza livornese, che ha accolto gli anarchici con simpatia come sempre, e un ringraziamento ai compagni del Centro Sociale "Godzilla" per il loro contributo all'organizzazione. 
Un grazie particolare a tutti coloro che ci hanno aiutato nella riuscita della manifestazione, da chi è arrivato a Livorno nella fase preparatoria, ai compagni che si sono occupati degli striscioni, dell'accoglienza, del ristoro, sopperendo alle mille necessità che un simile appuntamento richiede.
l'incaricato



il video della manifestazione è scaricabile da: http://italy.indymedia.org/news/2004/05/558063.php
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Fine di Digest di Contropotere, Volume 2, Numero 9
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