[Presos] Digest di Contropotere, Volume 4, Numero 10

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Thu Jul 29 12:03:54 CEST 2004


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Argomenti del Giorno:

   1. Retata antianarchica in tutta Italia  (contropotere at inventati.org)
   2. Razzismo di stato (contropotere at inventati.org)
   3. Sarno: militante USI condannato a 1 mese di carcere
      (contropotere at inventati.org)
   4. Sui 3 giorni di banchetti Info/Benefit indagat* e	processat*
      post G8 (contropotere at inventati.org)
   5. Rassegna stampa: sui 4 arresti (contropotere at inventati.org)


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Message: 1
Date: Wed, 28 Jul 2004 12:57:36 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Retata antianarchica in tutta Italia 
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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      Retata antianarchica in tutta Italia


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      Gli 'allori' del regime sulla pelle degli anarchici

      In ossequio alle dichiarazioni del ministro dell'Interno comparse ieri su Repubblica, è partito in nottata un raid nazionale (4 arresti e una sessantina di perquisizioni), ufficialmente 2 indagini separate di Carabinieri (ROS) e Polizia (Digos) contro gli anarchici.
      Alla base dell'ennesima farsa (la procura che coordina le indagini Digos è quella di Roma. Ricordate la bufala di Leonardi capoinsurrezionalista?), il tentativo di imbellettare la profonda crisi del regime e dei suoi 'interstizi' repressivi e la volontà di spazzare via una delle rarissime forme di opposizione politica ancora in vita. 



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      Perquisizioni e arresti

      E' scattata questa mattina un'operazione congiunta di ROS e DIGOS che hanno effettuato numerose perquisizioni tra Roma, Torino, Viterbo, Canavese, Genova, Cagliari, Bologna, Cesena, Pescara, Pisa, Napoli almeno per quello che ne sappiamo finora. Quattro compagni sono stati arrestati in esecuzione di altrettanti ordini di custodia cautelare: Simone, Sergio, Marco (Tombolino) e Titto. Le accuse sono di associazione sovversiva e attentato e riguarderebbero i vari attacchi avvenuti nell'ultimo anno, dall'ordigno esploso davanti al Cervantes ai pacchi bomba all'attentato contro il tribunale di Viterbo. Non abbiamo ancora notizie precise su dove si trovino i compagni arrestati. A presto ulteriori aggiornamenti.

      Solidarietà e complicità con i compagni colpiti dalla repressione
      Fuoco alle galere

      Fonte:CroceNeraAnarchica

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      Perquise a Viterbo e in molte altre città

      Questa mattina intorno alle 5.00 ci sono state diverse perquisizioni nelle case di alcuni compagni del Comitato di Viterbo e di alcuni compagni anarchici.
      Ci sono stati anche alcuni arresti.
      L'operazione condotta da Digos e Ros su mandato del sost.proc. Vitello fa riferimento ai famigerati art. 270 e 270bis (costituzione di associazione sovversiva finalizzata a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e sociali costituiti dello Stato).
      In pratica si riferisce alla stessa inchiesta che portò alle perquisizioni del 17 Febbraio scorso nelle case di molti compagni, fra cui quelle dei
      compagni perquisiti oggi.
      Si tratta dell'ennesimo atto persecutorio da parte dello Stato e dei suoi servi della magistratura, che così sperano di intimidirci.
      Ma hanno sbagliato i loro conti: noi continueremo a portare avanti la nostra iniziativa di lotta contro la repressione e contro queste putride
      istituzioni.

      Liberi/e tutti/e!
      Fuoco alle carceri!
      Onore a tutti i compagni caduti combattendo contro lo Stato e il Capitale!

      Comitato cittadino contro il carcere e la repressione sociale di Viterbo

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      Perquisizioni ed arresti dei Ros

      Dalle sei di stamane i Ros sono entrati a Roma nei posti okkupati: Ateneo Okkupato, Bencivenga, Torre Maura. Alle 9 erano ancora negli squat a frugare e sequestrare il possibile (fogli, volantini e tutti i pc). Seguiranno maggiori e piu' dettagliate info.

      TacticalMedia list
      Archivio TM List: http://squat.net/tmc/maillist.html

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      Anche a Torino perquisizioni in merito all'operazione "antiterrorismo" di questa mattina 

      Circa alle 5 di mattina la porta della RRosalia, casa occupata nel centro di Torino, è stata sfondata dai ROS che hanno perquisito per quasi un'ora l'abitazione. Un atto che si lega alle intimidazioni riguardanti la 3 giorni anticarceraria che si tenne a Torino l'anno scorso e che, tra l'altro, ha visto il susseguirsi si assemblee e iniziative pubbliche e l'arresto di cinque persone presunte autrici di gesti dimostrativi contro gli apparati repressivi

      Fonte: http://italy.indymedia.org/news/2004/07/592263.php

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      arrestati quattro nostri compagni anarchici nonchè amici e fratelli!
      perquise in tutt'italia e casa mia in sardegna (dove mia zia stava per morire di crepacuore...porci!). case ribaltate, porte divelte, dignità calpestata.

      gli anarchici hanno il dovere di conservare integrità e dignità continuando a lottare, combattere, attaccare questa porcheria di società che rovina i poveracci per favorire i pezzi di merda!

      sbirri avete pagato ancora poco caro, pagate e pagherete occhio per occhio!
      anarchici e autentici rivoluzionari: in piedi adesso e testa alta!

      libertà per titto, tombolino, pisolo e sergio qualsiasi cosa abbiano fatto!, 
      fuoco tutte le galere!

      massimo leonardi, kastedhu (sardinna) 27-07-04

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      Perquisito anche il Confino

      Secondo una news del Tgcom è stato perquisito anche il centro sociale "Confino" di Montecucco nei pressi di Cesena.
     

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Message: 2
Date: Wed, 28 Jul 2004 12:58:34 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Razzismo di stato
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Il testo del volantino distribuito oggi a Torino

Razzismo di stato
La politica del governo italiano verso migranti e profughi: leggi razziste, morte nei mari, centri di detenzione, botte, deportazione.

37 ragazzi su un gommone. No, non è un racconto di vacanze. Il gommone stava affondando quando il caso ha messo sulla rotta di questi ragazzi africani la Cap Anamur, una nave che da decenni solca i mari e raccoglie i profughi di mille guerre, i naufraghi sospinti a fondo non dal mare ma dagli uomini.
Ogni estate la tragedia si ripete: centinaia di uomini, donne e bambini si imbarcano su carrette, pagando cifre da crociera di lusso e spesso di loro non si sa più nulla, inghiottiti dalle leggi razziste della "civile" Europa, le cui frontiere sono chiuse di fronte a migranti e profughi. Quelli che riescono ad arrivare trovano uomini in divisa, centri di detenzione, botte e soprusi, e, infine, la deportazione. Ai più fortunati, quelli che sopravvivono al mare e sfuggono ai gendarmi, sono riservati lavoro nero, sfruttamento selvaggio, vita randagia.
I ragazzi raccolti dalla Cap Anamur erano solo poche decine dei tanti che rischiano la vita nella speranza di conquistarsi una vita.
Il governo italiano ha deciso che il loro sarebbe stato un caso esemplare: così, dopo aver a lungo impedito alla Cap Anamur di attraccare, ha arrestato i responsabili della nave e imprigionato e poi deportato gli africani. A nulla sono valse le convenzioni internazionali sui profughi, le raccomandazioni per la concessione dell'asilo per motivi umanitari espresse dalla Commissione che ne ha esaminato il caso. A nulla sono valse le proteste degli antirazzisti siciliani che per giorni e giorni hanno manifestato davanti ai centri di detenzione di Agrigento e Caltanissetta. La risposta di Pisanu è stata chiara: cariche ai manifestanti, botte agli africani che rifiutavano la deportazione. 
Non sappiamo da dove venissero, non sappiamo se fossero sudanesi provenienti dal Darfur in guerra o ghanesi e nigeriani. Francamente non ce ne importa nulla.
Da ovunque venissero sono profughi di guerra. La guerra tra nord ricco ed opulento ed il sud povero e straziato, la guerra tra predoni e vittime, la guerra per assicurare il benessere di pochi sulla pelle dei più. La terra è di tutti, ciascuno può decidere di andare dove vuole, perché le barriere che gli Stati erigono a propria difesa, a difesa dei privilegi di pochi, devono essere abbattute. Con i denari spesi per la portaerei "Cavour", una sola costosissima arma da guerra, un colossale monumento alla stupidità ed alla ferocia umana, si sarebbe potuta garantire la cura di decine di migliaia di malati, la costruzione di pozzi nelle aree aride, l'istruzione per migliaia di analfabeti. la soluzione ad una delle tante, tragicamente consuete "tragedie umanitarie" di questo pianeta. Le stesse tragedie che la follia bellica degli Stati del nord, avidi delle risorse dell'Africa, ogni giorno contribuisce ad aggravare.
Il caso Cap Anamur ha dimostrato che leggi e convenzioni valgono solo se servono a salvaguardare i privilegi dei predoni che ci governano e ci sfruttano, altrimenti sono carta straccia. Carta straccia la Convenzione di Ginevra, la Convenzione di Dublino, la Costituzione della Repubblica Italiana. Non ci stupiamo: l'unica legge che riconosce lo Stato è quella del più forte.
L'unica salvaguardia cui possiamo aspirare per noi, che ogni giorno subiamo questo clima oppressivo, e per chi è più debole di noi, come i migranti ed i profughi, è nelle lotte che sappiamo costruire, nell'opposizione alle politiche liberticide che sapremo far crescere nelle piazze del Bel Paese. Un paese la cui coste sono intrise dal sangue dei naufraghi, il cui territorio è marcato dal filo spinato che circonda i CPT, i centri di detenzione per i "clandestini", i non luoghi del diritto dove lo Stato italiano rinchiude persone che hanno solo la colpa di esistere.

Chiudere i CPT, cancellare i confini!
Senza Stati né frontiere nessuno è clandestino!

Federazione Anarchica Torinese
corso Palermo 46 Torino
tel/fax 011 857850; cell. 338 6594361
mail: fat at inrete.it
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Message: 3
Date: Wed, 28 Jul 2004 12:59:12 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Sarno: militante USI condannato a 1 mese di
	carcere
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IL COMPAGNO DELL' USI-AIT SABATINO CATAPANO CONDANNATO A UN MESE DI CARCERE PER AVER PROMOSSO UN'INIZIATIVA DEL SINDACATO PER IL PRIMO MAGGIO A SARNO

Nuovo atto della persecuzione del potere che da tempo si accanisce contro il nostro compagno Sabatino Catapano, attivo promotore delle lotte e della solidarietà popolare a Sarno e membro della Commissione Esecutiva nazionale dell'USI-AIT.

Ricordiamo l'ignobile tentativo, orchestrato dalla questura, nella primavera del 2001 di proporre Sabatino per l'applicazione della sorveglianza speciale della P.S.

Oggi sbirri e potere non mollano e hanno imbastito una nuova provocazione che ha inizio nel maggio del 2002. In quell'occasione Sabatino organizzò a Sarno una iniziativa, per conto e per nome dell'USI-AIT, socio.politico-culturale per il primo maggio.
Si discusse in piazza dell'oppressione dei popoli e della loro lotta, della fame nel mondo e del genocidio che i potenti applicano contro i paesi più poveri. Senza dubbio in quella circostanza fu commesso un grave reato, quello di parlare di libertà ed emancipazione.
In quell'iniziativa intervenì anche una rappresentanza del popolo Kurdo.
La comunicazione della manifestazione era stata effettuata dal comando di polizia municipale, ma in base all'applicazione di una legge fascista del 1931( art. 18 R.D. 773-'31), la questura denunciò Sabatino per omesso avviso al questore. 

 Il processo farsa si è ora recentemente svolto a Nocera Inferiore in "contumcia dell'imputato" e ha portato all'incredibile sentenza che prevede, oltre alla multa, un mese di carcere per il nostro compagno per il quale non sono valide nemmeno le attenuanti generiche a causa dei "precedenti gravi e numerosoi ascritti a carico del giudicabile".


L'Unione Sindacale Italiana nel ribadire la sua solidarietà a Sabatino denuncia questi gravi nuovi fatti di repressione e avverte che si batterà con tutte le sue forze contro la criminalizzazione dei suoi militanti e della sua attività.

Abituati a lottare con ogni mezzo per le nostre idee non idietreggeremo di un millimetro dalla strada che porta alla libertà.

fascismo e repressione non passeranno 

Segreteria Nazionale USI-AIT
(Careri Gianfranco)
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Message: 4
Date: Wed, 28 Jul 2004 13:05:12 +0200
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Subject: [Contropotere] Sui 3 giorni di banchetti Info/Benefit
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Message: 5
Date: Wed, 28 Jul 2004 13:08:12 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Rassegna stampa: sui 4 arresti
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Pacchi bomba, 4 arresti 
Manette a quattro giovani anarchici tra Viterbo e Roma per i plichi esplosivi: uno ferì un maresciallo dei Cc, l'accusa è strage. Ros e Digos in azione: 60 perquisizioni, 100 indagati per associazione sovversiva

Quattro giovani anarchici legati al «comitato antagonista viterbese» sono stati arrestati tra lunedì notte e ieri mattina per ordine del gip romano Guglielmo Montoni, su richiesta del pm antiterrorismo Salvatore Vitello. E' il risultato delle indagini dalla Digos di Roma e dei carabinieri del Ros, che da quasi un anno vanno a caccia dei responsabili di pacchi bomba e ordigni vari: oltre ai quattro arresti sono state eseguite circa sessanta perquisizioni tra Viterbo, Roma, Latina e diverse alte province, fino in Toscana, in Piemonte e in Trentino; visitati dai carabinieri anche tre edifici occupati a Roma e uno a Moncucco (Cesena). Si parla di cento indagati per associazione sovversiva e associazione con finalità di terrorismo, tutti attivisti noti da tempo per le iniziative contro le carceri o contro i laboratori della vivisezione. I quattro arrestati, che sarebbero nove o forse di più se i magistrati avessero dato corso a tutte le proposte dei Ros e della Digos, sono accusati di reati specifici. Quello messo peggio è Marco Ferruzzi, viterbese di 25 anni, già arrestato e condannato a un anno per lesioni ai danni di un carabiniere in borghese malmenato al corteo del 4 ottobre scorso all'Eur di Roma contro la conferenza intergovernativa dell'Ue. Stavolta Ferruzzi, arrestato a Torre del Greco (Napoli), è accusato di aver spedito il pacco bomba che il 4 novembre 2003 esplose nelle mani del maresciallo dei carabinieri Stefano Sindona, nella stazione «Viale Libia» di Roma: il sottufficiale fu sottoposto a un delicato intervento chirurgico e non recupererà mai il completo uso di pollice e indice della mano destra. Per il giovane anarchico, oltre al porto e fabbricazione di esplosivi, si ipotizza il reato di strage: «Il maresciallo Sindona - scrive il gip - avrebbe perso la vita se solo avesse aperto il plico da seduto esponendo all'esplosione parti vitali come il collo o la testa, o avesse tenuto il plico pù vicino a sé». Secondo gli inquirenti Ferruzzi si sarebbe accusato da solo in una serie di lettere manoscritte nelle quali compaiono frasi come «per lo sgombero coatto che ci hanno fatto, non preoccuparti pagheranno caro, pagheranno tutti», firmandosi «Ardito» (un soprannome meno noto dell'altro, Tombolino) e con tanto di «disegno di una mano amputata di due dita con accanto le parole `Mani monche'». Il viterbese risponde anche di un altro pacco, spedito lo stesso giorno dal capoluogo dell'alto Lazio, con lo stesso mittente e indirizzato alla locale questura (non esplose perché disinnescato). Proprio quei due episodi portarono Gianfranco Fini in senato (il 6 novembre) a chiedere la linea dura contro quella che il ministro Pisanu chiama «la nuova eversione», gli «anarchici-insurrezionalisti» che per il Viminale sono persino più pericolosi delle Brigate rosse. E per la prima volta le indagini romane sugli anarchici sono state affidate anche al Ros, che ha affiancato la Digos: da allora hanno marciato rigorosamente divisi, non senza attriti, per colpire uniti.

Gli altri due arrestati sono Davide Santini (27 anni, il più vecchio) e Simone Del Moro (25), il primo arrestato in Val d'Aosta dove lavorava in un rifugio alpino. Sono accusati dell'attentato del 19 gennaio scorso al palazzo di giustizia di Viterbo. Contro di loro c'è un'intercettazione ambientale in cui Santini, secondo la trascrizione Digos, racconta a due compagne: «Simone l'ha collegata davanti al tribunale, davanti alla porta del gippete». Proprio lì la bomba, piuttosto rudimentale, era esplosa alle 3,30 della notte. Il terzo degli arrestati è il più giovane, Sergio Maria Stefani, 22 anni, già ai domiciliari per ordine della magistratura di Arezzo, dove vive, per un (fallito) attentato incendiario contro la saracinesca abbassata di una macelleria. E' accusato della detenzione di polvere pirica che servirebbe al confezionamento di bombe e di pacchi bomba, non si precisa quali, e della diffusione di quello che sarebbe il nuovo vademecum del bombarolo, «A ciascuno il suo, 1000 modi per sabotare questo mondo».

L'ipotesi di una mega associazione sovversiva fa somigliare questa indagine a una riedizione del cosiddetto «processo Marini», la lunga vicenda giudiziaria iniziata nel `96 conclusa solo quest'anno con la sentenza di cassazione che ha condannato l'«ideologo» Alfredo Maria Bonanno a sei anni (l'accusa chiedeva l'ergastolo) ma ha anche ridimensionato l'ipotesi di un'unica, capillare «organizzazione rivoluzionaria anarchico insurrezionalista», formulata dal pg Antonio Marini. L'ordinanza di ieri, ricorda per esteso il capo d'accusa di quel processo e dedica diverse pagine alle teorie di Bonanno circa i «gruppi di affinità», ritenuti la matrice di «un'associazione non nel senso tradizionale conosciuto all'esperienza giudiziaria, bensì di più gruppi di soggetti, tra loro stabilmente legati, secondo i criteri di Bonanno, che pongono in essere azioni terroristiche». 

ALESSANDRO MANTOVANI

Il Manifesto

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Pacchi bomba e attentati, arrestati quattro anarco-insurrezionalisti 
Blitz di carabinieri e polizia. Ad accusare i giovani, intercettazioni e un "manuale di sabotaggio" 

Genova L'attentato alla stazione dei carabinieri di viale Libia, a Roma, costato una mano al maresciallo Stefano Sindona. I pacchi bomba alla questura e al tribunale di Viterbo. Ma anche, sullo sfondo, le esplosioni alla questura di Genova (la mattina del 9 dicembre 2002) e il duplice ordigno del 29 marzo scorso alla caserma di Sturla, sempre a Genova. Ancora: la lettera esplosiva in casa di Romano Prodi, gli ordigni collocati nei cassonetti vicini alla sua abitazione bolognese; le lettere esplosive giunte, all'Aja, nella sede di Europol. Solo alcuni tra gli attentati firmati negli ultimi tre anni dagli anarco-insurrezionalisti.
Ora arrivano gli arresti: i primi che intaccano la struttura, fino a oggi segretissima, della Fai, la Federazione anarchica informale. E' la sigla che ha riunito, a partire dallo scorso anno, diversi gruppi che fino a quel momento avevano colpito in maniera disordinata e sparsa (ma per questo imprevedibile) più di settanta volte. Quattro arresti, in un'azione congiunta della Digos e dei Ros della Capitale, contro quella che il ministro dell'Interno Pisanu aveva definito «la principale minaccia terroristica interna». Le indagini confermano i sospetti: l'Italia è centro di contatto degli anarchici europei, il luogo dal quale partono iniziative, si progettano attentati. Indicazione emersa nel corso del vertice di Eurojust (l'organismo di coordinamento delle magistrature europee) che si era svolto all'Aja il 15 gennaio scorso. Al summit avevano partecipato anche i pm genovesi Anna Canepa e Andrea Canciani.
Una minaccia concreta. Lo sostiene il gip capitolino Guglielmo Muntoni, che nell'ordinanza di custodia cautelare scrive addirittura che «gli attentati non escludevano o prevedevano l'assassinio». Così finiscono in carcere David Santini, 27 anni, e e Simone Del Moro, 25. Sono loro, spiegano gli inquirenti, ad aver piazzato le bombe al tribunale di Viterbo, lo scorso gennaio. Incastrati soprattutto dal contenuto di un'intercettazione ambientale mentre, a casa di un'amica, rievocano la loro azione: «Simone l'ha collocata davanti al Tribunale.. davanti alla porta del Gip...». E giù risate.
Gli arrestati romani. Marco Ferruzzi, 25 anni, dovrà rispondere dell'azione del 4 novembre 2003 alla stazione dei carabinieri di viale Libia. Ma sul capo di "Tombolino" (questo il suo soprannome) anche una denuncia per gli scontri durante il G8 di Genova, per aver partecipato insieme ai black bloc agli scontri di piazza durante il vertice del 2001. Ferruzzi è stato condannato ad un anno di reclusione. Poi c'è Sergio Maria Stefani, 22 anni. Nella sua abitazione i militari hanno trovato parecchie copie di un manuale intitolato "A ognuno il suo. Mille modi per sabotare questo mondo". Un vademecum del perfetto insurrezionalista. I passaggi fondamentali. L'invito a evitare di fornire "il minimo indizio" alle forze dell'ordine; a distinguere tra "zone d'ombra" ("tutto quello che i nemici non devono sapere") e "zone di luce" (i normali atti della vita quotidiana, abiti compresi, non devono essere improntati "a farsi notare troppo"). Bisogna "evitare di parlare di cose passate", perché "sarebbe sciocco farsi accollare anche a distanza di tempo un'azione ben riuscita". E' importante "bonificare gli ambienti" contro eventuali intercettazioni telefoniche o ambientali.
Un capitolo illustra le tecniche per mettere in atto un danneggiamento, esplosivo o incendiario: l'incendio è indicato come "un mezzo idoneo a creare la distruzione di un obiettivo applicando semplici tecniche con l'uso di materiale facilmente reperibile". Poi il capitolo finale, "L'arte della demolizione". E' ricco di argomenti di natura tecnica, come la composizione chimica di alcune sostanze (divise tra deflagranti, innescanti e dirompenti) o il metodo da usare per manipolarle in sicurezza.
Le indagini hanno pienamente confermato l'asse privilegiato con gli estremisti iberici. Spiegano gli investigatori: sono emersi forti collegamenti non solo ideologici ma anche operativi con i gruppi spagnoli di Madrid, Barcellona e Saragozza.

Marco Menduni

Il Secolo XIX

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Regìa italiana per creare un'organizzazione internazionale 

ROMA - E' l'Italia il centro di contatto degli anarchici europei. L'avevano sottolineato gli esperti dell'Eurojust nel vertice di gennaio, l'hanno confermato le indagini della procura di Roma. I rapporti privilegiati tra i gruppi riguardano in primo luogo la Spagna (dove sono in carcere tre italiani: Giovanni Barcia e Claudio Lavazza, per l'omicidio di due poliziotte, e Michele Pontolillo) poi Grecia, Regno Unito e Svizzera. A fare da collante tra i gruppi l'obiettivo di costituire una Internazionale antiautoritaria insurrezionalista per combattere il regime carcerario duro che in Spagna si applica a chi è accusato di eversione. Già nel 2000 furono rinvenuti a Milano ordigni sul Duomo e in Sant'Ambrogio. A rivendicare le azioni volantini che facevano riferimento al Fies, il regime carcerario spagnolo. Non è certo l'unico collegamento: tra gli indagati nel blitz di ieri gli investigatori hanno provato la frequenza di viaggi in Spagna (Barcellona e Saragozza). Il tutto a confermare che è in Italia che si pianificano gli attentati, si decide la strategia per i gruppi che pure restano autonomi e che, in Grecia come a Madrid, seguono il medesimo schema d'azione. E poi gli obiettivi. Le sedi della Iberia, della tv spagnola e l'istituto Cervantes, tutti di Roma. Azioni accompagnate dalle rivendicazioni a nome della sigla «5C».
s. m.

Il Giorno

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I Ros piombano fra gli anarchici 

I carabinieri dei Ros, nell'ambito di un'inchiesta nazionale contro gli anarco-insurrezionalisti, sono entrati ieri all'alba nell'ex scuola di Pontecucco dove ha sede il centro «Al Confino». Vi stavano dormendo alcuni giovani; non sarebbe stato trovato materiale scottante

Il Resto del Carlino

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Perquisizioni in tutta Italia Controllati anche i centri sociali 

ROMA - Una bella villa bifamiliare nel verde di Casal Lumbroso, periferia ovest della Capitale, ieri mattina alle cinque. È buio, la città ancora dorme quando la prima «auto civetta» a fari spenti fa capolino in fondo a via Fibonacci. Passamontagna calati sul volto, fratino blu con la scritta Carabinieri, i militari del Ros stringono in mano un'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip di Roma Guglielmo Muntoni. Il pezzo di carta parla chiaro: associazione sovversiva, c'è scritto, e associazione eversiva con finalità di terrorismo. 
Sono accuse pesanti, anche se dietro quella porta di via Fibonacci c'è un «ragazzino» di 22 anni, Sergio Maria Stefani. La famiglia è svegliata di soprassalto. Il padre, un colonnello dell'Aeronautica militare, va ad aprire e trova i carabinieri. Capisce subito che sono lì per Sergio. Animalista convinto iscritto all'Alf, l'Animal Liberation Front, il giovane si è avvicinato un po' alla volta a un certo modo di concepire il mondo e la politica: ecoterrorista, dicono i magistrati romani Franco Ionta e Salvatore Vitello del giovanotto, già ai domiciliari per altri reati e accusato di un attentato a una macelleria di Arezzo. Di qui all'anarco-insurrezionalismo il passo è stato breve. 
Ma non c'è solo lui. Contemporaneamente altri Ros da una parte e agenti della Digos dall'altra bussano ad almeno tre porte, una ad Aosta, una a Viterbo e una a Soriano del Cimino. Gli anarchici David Santini, di 27 anni, viterbese d'adozione ora factotum stagionale in un rifugio alpino sulla Val di Rhemes, e Simone Del Moro, di 25 anni, cadono giù dal letto. Bloccati dagli uomini della Digos romana di Lamberto Giannini, secondo la procura sono parte integrante dell'associazione. E sono responsabili dell'ultima serie di attentati dinamitardi che da un anno a questa parte ha riaperto le ostilità della «croce nera» contro lo Stato, in particolare dell'ordigno esploso davanti al Tribunale di Viterbo. Ma il pesce più grosso ancora non c'è. A Soriano, una manciata di chilometri da Viterbo, i carabinieri braccano Marco Ferruzzi, 25 anni. «Tombolino», questo il nome di battaglia, non si trova. Solo a mezzogiorno, dopo ore di ricerche frenetiche, arriva la notizia in diretta durante la conferenza stampa: «l'irreperibile» è stato bloccato in una stazione in Campania, a Torre del Greco. «Ne avevamo fatto un punto d'onore, un impegno morale», spiega il generale Umberto Pinotti, comandante provinciale dell'Arma di Roma. Perché sarebbe Ferruzzi il mittente del pacco esplosivo che ferì gravemente alla mano il maresciallo dei carabinieri della stazione di viale Libia Stefano Sindona, a Roma il 4 novembre 2003. 
Ma il «film» dell'operazione, o meglio, delle due operazioni congiunte di Digos e Ros, riunite in un unico privvedimento dai magistrati dell'antiterrorsmo, non è ancora finito. In contemporanea centinaia di uomini muovono nel blitz contro i nipotini di Bakunin. Trento, Pisa, Latina, Torino, ancora una volta Roma, Aprilia, Formia: sono decine e decine le perquisizioni, quattro delle quali nei centri sociali Torre Maura e Circostanza T.V.B a Roma, Ateneo Occupato ad Acilia e Il Confino a Montecucco; vicino a Cesena. Gli indagati formalmente sono 34, ma le persone sulle quali polizia e carabinieri hanno lavorato, «in strettissimo contatto» fra loro, sono almeno un centinaio. Amici, sodali, persone vicine alla galassia anarchica che ora i magistrati sanno esser costituita di un «doppio livello»: quello «pubblico», fatto di dibattiti, volantinaggio, protesta contro il regime carcerario. E quello «clandestino», dove al tavolo ci si siede per confezionare i pacchi-bomba senza escludere, dice il gip, l'omicidio degli avversari. Il pericolo è la reiterazione del reato: «micidiali attentati contro la persona con l'uso di ordigni» che per il gip giustificano l'esigenza cautelare. 
Non per nulla a casa di uno degli arrestati, Stefani, si trova il manuale «Ad ognuno il suo, mille modi per sabotare questo mondo». Contiene da un lato le linee organizzative degli anarco-insurrezionalisti, sì, attingendo a piene mani alle teorie dell'ideologo Alfredo Maria Bonanno; ma dall'altro anche i consigli pratici per portare a compimento le azioni sovversive e le nozioni di base sugli esplosivi. Ancora, in un biglietto spedito da un altro arrestato, Marco Ferruzzi, con incredibile cinismo si spiega che i responsabili degli sgomberi dei centri sociali d'area anarchica verranno puniti duramente. «Non preoccuparti, pagheranno caro, pagheranno tutti», scrive Ferruzzi, firmandosi «Ardito»; e vicino ci mette un disegnino di una mano senza due dita e la scritta « + mani monche». Riferimento evidente all'interessamento del povero maresciallo Sindona nei confronti del centro sociale «Circostanza T.V.B.». Un biglietto che fa il paio con un altro, trovato a Ferruzzi ma probabilmente scritto da altri - lo firma un certo «Stefano» - in cui lo slogan è chiaro: « + arditi in giro + diti sparsi in giro». 
Ma le intercettazioni raccontano anche altre cose. Fra l'altro il colloquio di Santini con due «compagne» indagate - è forte il ruolo delle donne in questo comitato anarchico viterbese, prima «antagonista» e poi «contro il carcere e la repressione sociale» - in cui Santini racconta che «Simone l'ha collegata davanti al Tribunale... davanti alla porta del Gippete». Si parla cioè dell'attentato al Tribunale del capoluogo della Tuscia. Ma si allude, nella stessa chiacchierata dei tre, seduti davanti a un computer a navigare su internet, al pacco bomba spedito al giornalista Gianluigi Basilietti del Corriere di Viterbo dopo gli articoli sui pacchi esplosivi di viale Libia e, nello stesso giorno, alla Questura di Viterbo. 
Quadro chiuso, montagne di registrazioni che ora sarà dura smontare, in giudizio. Abbastanza di che rallegrarsi per il Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu: «È una bella notizia. Abbiamo sgominato una realtà che fino all'anno scorso sembrava impenetrabile e misteriosa». 

di ALFREDO VACCARELLA

Il Tempo 

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