[Presos] Digest di Contropotere, Volume 7, Numero 2

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Sun Oct 3 12:00:34 CEST 2004


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Argomenti del Giorno:

   1. Roma: processo per occupazione (contropotere at inventati.org)
   2. Comunicato della Coordinadora Libertad Presxs	Anarquistas -
      Barcellona (contropotere at inventati.org)


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Message: 1
Date: Sat, 2 Oct 2004 13:50:20 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Roma: processo per occupazione
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
Message-ID: <005801c4a876$02875f50$49141a97 at kaoxnet>
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"

La settimana scorsa abbiamo fatto un'iniziativa a sostegno delle spese 
legali che alcuni degli occupanti del nostro spazio (ateneo occupato) devono 
sostenere in vista della riapertura del processo per occupazione e 
danneggiamenti che ci sara' in febbraio.
Lo spazio e' occupato  da quattro anni senza compromessi ne intrallazzi con 
nessuna istituzione .  La denuncia risale a circa tre anni fa e coinvolge 
una decina di persone.
E' stata organizzata una cena benefit  e  sono  stati  distribuiti  due  
volantini  (riportati  qui  in  seguito);
uno sulla nostra occupazione e uno sull' ultima ondata repressiva dell' 
operazione Cervantes.

ATENEO OCCUPATO - v.o.fattiboni1 00126 dragoncello-acilia
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Roma, una metropoli gestita e manipolata dal capitale con i suoi 
innumerevoli volti: competizione, degrado, discriminazione, reclusione,
repressione ecc.
Una città dove sono sempre di più le persone disagiate economicamente,
impossibilitate anche nelle cose considerate di bisogno primario come ad
esempio un posto dove abitare. Una città come tante, ma con il "privilegio"
di fare girare tanti soldi nelle tasche dello stato e soprattutto dei 
privati.
un centro nevralgico di potere economico, dove abitarci significa dover
spendere una quantità enorme di denaro in affitti e cibo.
Sicuramente, i maggiori responsabili di questa situazione sono proprio i
palazzinari, che con la speculazione sui bisogni, forza una situazione già di
per sé tragica, imponendo sul mercato prezzi irraggiungibili per molte
persone. Il danno creato da questi personaggi non si ferma ovviamente all'
aumento della  precarizzazione, ma va anche a scatenare una serie di
situazioni a discapito della natura dei vari territori, spingendo le
costruzione di cemento sempre più ai margini della città, distruggendo e
inquinando sempre tutto ciò che gli crea impiccio: alberi, paludi, corsi
d'acqua, colline.
Elimina per sempre gli habitat naturali che esistono da migliaia di anni,
costringendo gli animali alla migrazione o alla morte.
Siamo coscienti del fatto che il problema della casa non può avere soluzioni
nel contesto di una società capitalista, e che l'unica soluzione resta la
distruzione totale dell'ordine sociale che provoca tutto ciò. Siamo anche
coscienti del fatto che bisogna pur vivere da qualche parte e di conseguenza
siamo obbligati a confrontarci con la realtà. Trovare soluzioni immediate
anche se temporali, possibilmente in forma di lotta che passino per lo
scontro diretto contro il capitale e lo stato e non per la sottomissione, la
negoziazione o l'integrazione. Una pratica di lotta e di azione diretta
rimane l'espropriazione di spazi vuoti per l'utilizzo personale o collettivo:
l'occupazione.
Considerando l'occupazione come uno strumento in più nella lotta contro il
capitale, evitiamo il suo isolamento e il recupero (legalizzazione), le due
armi principali che il sistema ha utilizzato e utilizza per combatterla. Allo
stesso tempo non vogliamo incentrare il discorso sulla difesa degli spazi
occupati, bensì sulla riproducibilità di momenti di autogestione e non solo
di case, ma negli ambiti più svariati della  quotidianità.
 LA    RIAPPROPRIAZIONE DI Ciò CHE CI è STATO TOLTO.
Vorremmo vedere che un posto come il nostro sia solo un mezzo  per la
demolizione dell'esistente e non il fine.
Non autogestioni tra le mura domestiche o ghetti,  ma solidarietà nella lotta
senza deleghe né specialisti della politica, iniziamo dai nostri bisogni,
assaporiamo il gusto del conflitto, la gioia della ribellione.
I nostri nemici nei palazzi di potere, nei tribunali, nei C.P.T., 
nelle "missioni di pace" sparse per il mondo sono sempre pronti ad 
annullarci.
noi che cosa aspettiamo?
La cena di questa sera ha lo scopo principale di supportare economicamente le
spese processuali di alcuni occupanti denunciati/e  tre anni fa dal
proprietario dello stabile, colui che vinse la gara di appalto per costruire
questo piccolo quartiere circa 15 anni fa. Di lui rimane il segno sul
territorio devastato dalla speculazione edilizia. Tanti alveari.

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Per modellare il mondo a propria immagine e profitto il dominio deve dare per
naturale l'ordine esistente, deve presentare come eterni i rapporti sociali
odierni, definirli propri a tutte le società al fine di fissare come concetti
assoluti "potere, leggi, lavoro, proprietà ". Lo scopo è quello di diffondere
in chiunque l'intima persuasione che il mondo è sempre stato così e sempre lo
sarà, che non ci potrà mai essere una rottura, uno sconvolgimento. Il mondo
nel quale viviamo ci viene presentato come il frutto maturo di un progresso
storico lineare, che ci ha liberato dall'inferno primitivo per farci
finalmente assaporare il paradiso di una civiltà che nessuno ha il diritto di
mettere in discussione. E' permesso solo, entro i limiti stabiliti,
rivendicare un diverso contorno: un governo di sinistra in alternativa a uno
di destra, merci biologiche in alternativa a quelle modificate, 35 ore di
lavoro in alternativa a 40,.E' la logica del male minore: col pretesto che si
rischia di perdere tutto se non ci si accontenta di ciò che si possiede, si
finisce col trascorrere la propria esistenza all'insegna della rinuncia.
Per rendere più sopportabile questa mancanza di vita e il suo infame baratto
con la sopravvivenza, cosa c'è di più efficace che metterla a paragone con
altre di maggiore angoscia e repressione?
Il male in questione, quello dal quale non ci si può liberare, è un
ordinamento sociale basato sullo sfruttamento, sulla riduzione dell'uomo e
della natura e cosa, e che ha nello stato uno strumento di coercizione
indispensabile.
E' per evitare di cadere e farsi male che l'uomo si aggrappa alla sicurezza
del quotidiano, per paura di perdere tutto,...anche se di quel tutto non c'è
davvero nulla che gli appartenga!
Solo il desiderio di riappropriarsi della vita spinge all'azione, perché solo
l'azione si propone di trasformare l'esistente.
In ogni epoca, in ogni ambito, la tirannia di un potere, sia esso
rappresentato da un re, un politico, un poliziotto, un giudice, un datore di
lavoro, ha conosciuto i propri ribelli, idee e individui che hanno agito
andando aldilà delle possibilità date, che hanno lottato e vissuto per sé
stessi e non alla mercè di un qualsiasi padrone dai diversi volti.
Oggi più che mai la società ha bisogno di nemici sui quali versare le proprie
frustrazioni, le voglie represse, la propria paura: la paura di perdere il
lavoro, di non riuscire a pagare l'affitto o il mutuo, di morire in un
attentato, della polizia, della repressione, del carcere. Il nemico è
chiunque ostacoli la pace dei mercati e l'ordine delle divise; un giorno è l'
iracheno, un altro giorno è il tranviere che scavalca la burocrazia
sindacale, o il manifestante autorganizzato, il disoccupato in collera,
l'anarchico.
Con le sue operazioni repressive il dominio ci mostra ciò che davvero teme:
la ricerca e la pratica di un agire proprio, frutto delle esigenze e dei
desideri che ci animano, non dettato da ritmi altrui, un sentimento capace di
trasformarsi in azione, in conflitto.
La scacchiera è pronta! Per giocare la partita bisogna tener conto che il
linguaggio della rivolta non può somigliare a quello del potere e del
privilegio, e non ci possono stare dialogo, comprensione o possibili accordi
con l'altra parte. Allora si buttano via percorsi politici o sindacale
incominciando ad intervenire autonomamente, sostenendo senza alcun interesse
o tornaconto personale chiunque non sia più disposto a subire, inseguendo le
possibilità che ci si aprono davanti, tutte da inventare.
La posta in gioco è la nostra esistenza, è tempo di scegliere da che parte
stare: agire per una vita che è  solo nostra o per un potere sia esso
politico, economico o giudiziario che fa di tutto, con tutti gli innumerevoli
mezzi a sua disposizione, per soffocarla a favore di interessi che sono
esclusivamente i suoi.

CONTRO RASSEGNAZIONE E COMPLICITA' PENSA L' INPENSABILE
CONTRO LA PAURA IMPARA IL CORAGGIO DI VIVERE


SOLIDARIETA' A SERGIO, SIMONE, TITTO E TOMBOLINO, E A TUTTI GLI INDAGATI
NELL'INCHIESTA REPRESSIVA CONTRO ANARCHICI, LIBERTARI E ANTIAUTORITARI
PORTATA AVANTI DAI PROCURATORI VITELLO E DE FALCO

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Message: 2
Date: Sat, 2 Oct 2004 23:20:20 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Comunicato della Coordinadora Libertad Presxs
	Anarquistas - Barcellona
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Comunicato della Coordinadora Libertad Presxs Anarquistas (Barcellona)

 

 

Alcune parole sui detenuti/e del settembre 2003 a Barcellona.

 

Per prima cosa vogliamo scusarci per la mancanza di informazioni diffuse ultimamente sui "5 di Barcellona". Le novità su di loro ci giungono con il contagocce e poi dobbiamo selezionare tra quelle che sono importanti e quelle che non lo sono, quelle che sono speculazioni dell'avvocato ed i dati di fatto, le cose che dovrebbe restare in privato, ecc. Cercheremo di farlo meglio di qui in avanti.


A breve sarà disponibile un dossier attualizzato sulla situazione dei 5 compagni/e detenuti/e. In generale stanno sopportando bene la situazione. Tutti/e hanno la possibilità di avere contatti con altri prigionieri "politici", i quali sono stati una grande fonte di solidarietà per loro. Rafa ha cercato di proseguire i suoi studi a distanza, ma è stato sabotato dai burocrati di turno. 
 
Il 17 settembre 2004, un anno ed un giorno dopo l'arresto, si è tenuta la fase della dichiarazione dei 6 compagni (Teo incluso, sebbene si pensava fosse stato stralciato; comunque le accuse contro di lui sono molto minori rispetto a quelle degli altri). Questa fase è stata piuttosto insignificante; non crediamo che il processo inizi tra breve. 

Quest'ultimo anno è stato lungo e duro. Le nostre attività contro il sistema penale sono state costanti, ma in qualche modo poco consistenti. Abbiamo organizzato 3 manifestazioni e 2 serie di giornate di dibattito e seminari. Abbiamo stampato diversi manifesti e volantini. Abbiamo diffuso opuscoli in cui abbiamo rimarcato le similitudini tra le prigioni della democrazia e quelle del periodo franchista (approfittando di un'esposizione organizzata dalla Generalitat de Catalunya sugli orrori "del passato" delle carceri franchiste). Abbiamo organizzato concerti benefit per raccolgliere soldi per loro. Recentemente abbiamo realizzato un CD di hip-hop anticommerciale (può essere richiesto a: cdanticarcelario2004 at yahoo.es).

Siamo coscienti del fatto che le attività del nostro piccolo gruppo non sono sufficienti, che molte altre persone dovrebbero essere coinvolte e che dovremmo impegnarci nell'appoggio delle lotte di molta altra gente. Abbiamo bisogno di creare un movimento solidale più forte. A Barcellona c'è abbastanza gente che lavora in appoggio ai detenuti/e e contro la società carceraria. Noi ci chiediamo perché ci sia così poca coordinazione tra di noi. E' la lotta contro la repressione un lavoro esclusivo degli anarchici, anche se colpisce tutti? Cercheremo di rispondere a queste domande da soli e speriamo di essere più efficaci, non solamente "attivi".

Grazie a tutti voi per l'appoggio e l'interesse.
 
LIBERTA' PER JOAQUIN, RAFA, CAROL, IGOR E ROGER

SOLIDARIETA' CON TUTT* I/LE COMPAGN* DETENUT* IN ITALIA ED IN TUTTO IL MONDO

MORTE ALLA SOCIETA' CARCERARIA, ALLO STATO, AL CAPITALE ED AL SISTEMA CLASSISTA


Coordinadora Libertad Presxs Anarquistas 

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