[Presos] Digest di Contropotere, Volume 8, Numero 6

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Tue Nov 16 12:02:40 CET 2004


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Argomenti del Giorno:

   1. Denuncia dell'USI-AIT sulle provocazioni poliziesche	del 13
      novembre a Mestre (contropotere at inventati.org)
   2. Appello per l'asilo politico di Esteban Sierra
      (contropotere at inventati.org)
   3. Milano: corteo contro le pellicce (contropotere at inventati.org)
   4. nuovo numero di COMUNISMO LIBERTARIO  n° 60 Novembre 2004
      (contropotere at inventati.org)
   5. Mestre 13 novembre: in piazza contro lo stato di	guerra
      (contropotere at inventati.org)
   6. ERF - Alcune considerazioni! (contropotere at inventati.org)
   7. Ultime sul corteo contro morini (contropotere at inventati.org)
   8. Morini deve chiudere (contropotere at inventati.org)


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Message: 1
Date: Mon, 15 Nov 2004 14:48:24 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Denuncia dell'USI-AIT sulle provocazioni
	poliziesche	del 13 novembre a Mestre
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Denuncia dell'USI-AIT sulle provocazioni poliziesche del 13 novembre a Mestre

La Segreteria dell'USI-AIT denuncia il clima di intimidazione e le provocazioni poliziesche che hanno caratterizzato la manifestazione antimilitarista contro la guerra e contro il vertice della NATO svolta a Mestre il 13 novembre.
Manifestazione a cui l'USI-AIT ha aderito partecipandovi con suoi militanti provenienti da varie regioni. La città di Mestre (come quella di Venezia) e le principali stazioni italiane da cui partivano manifestanti sono state militarizzate. Il corteo è stato imprigionato per tutto il tempo, in tutti quattro i lati, da un numero enorme di poliziotti in assetto antiguerriglia che si sono abbandontati a ogni tipo di provocazione contro i manifestanti (spinte continue, manganellate, cani aizzati contro i compagni, insulti,ecc.).
Tra l'altro vi è stata anche una carica a freddo contro il corteo e alcuni compagni sono stati colpiti.
Allucinante anche il clima in cui si sono svolti gli interventi finali (tra i quali quello del Segretario dell'USI-AIT), in una piazza completamente circondata da poliziotti armati e con un elicottero della polizia che volteggiava proprio sopra il furgone accanto al quale i compagni parlavano.
Le provocazioni sono continuate anche dopo la conclusione della manifestazione. I compagni che si dirigevano alla stazione si sono visti sbarrata la strada dai poliziotti armati che hanno nuovamente fatto azioni di intimidazione e insultato chi chiedeva spiegazioni.
Una pagina che ben riflette l'attuale situazione italiana dove è sempre più difficile potersi esprimere liberamente e dove quotidianamente sono fatte a pezzi le più elementari libertà.
L'USI-AIT, che ha partecipato coi suoi compagni al servizio d'ordine in difesa della manifestazione (resosi necessario per fronteggiare le continue provocazioni della polizia) applaude all'operato di tutti i promotori e i manifestanti che, grazie alla loro responsabilità e alla loro compattezza, hanno permesso di poter concludere l'iniziativa arginando le continue provocazioni. Nonostante abbiano cercato di impedirlo anche a Mestre, e in coincidenza col vertice NATO di Venezia, le realtà libertarie e antimilitariste sono riuscite a portare in piazza la vera voce dell'opposizione alla guerra e a ogni militarismo.

La Segreteria USI-AIT
(Careri Gianfranco)
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Message: 2
Date: Mon, 15 Nov 2004 14:59:18 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Appello per l'asilo politico di Esteban Sierra
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Appello per l'asilo politico di Esteban Sierra

 

Esteban Sierra, compagno anarchico colombiano, si trova in Europa da oltre un anno senza alcun permesso, dopo che non gli hanno rinnovato il permesso di soggiorno che aveva per studiare in Francia. Esteban è stato arrestato ad Hof (Germania) proprio per la mancanza di un permesso di soggiorno in un paese della comunità europea. Avrebbero dovuto deportarlo l'8 novembre, ma l'avvocato è riuscito a presentare in extremis una richiesta di asilo politico. 

 

Le pratiche burocratiche per l'asilo politico e per una sua legalizzazione in Europa sono molto costose, per questo compagni/e della Germania e di altri Paesi stanno raccogliendo i soldi per le spese:

 

per invii di denaro fuori dalla Germania si può utilizzare il seguente conto bancario intestato a:   Lilian Schmitt
BIC: BYLADEM1REG
IBAN: DE25 7415 1450 0022 0694 47
Bank: Sparkasse Regen-Viechtach



Esteban può anche ricevere del denaro in carcere, denaro che gli servirà per acquistare alimenti, caffè, sigarette. Queste sono le cose di cui ha bisogno. Ma dall'estero è preferibile contattare prima l'avvocato di Esteban:
HERMANN GIMPL
TLF: +49 - 911- 20-31-60
FAX: +49 - 911- 20-34-46



L'indirizzo di Esteban è il seguente: 


Esteban Sierra
JVA HOF
Stelzenhofstr.30
95032 HOF
Deutschland



NESSUNA PERSONA E' ILLEGALE!!! 
NINGUNA PERSONA ES ILEGAL !!!
KEIN MENSCH IST ILEGAL!!!



fonte: www.deskontento.cjb.net


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Message: 3
Date: Mon, 15 Nov 2004 15:00:44 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Milano: corteo contro le pellicce
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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CORTEO CONTRO LE PELLICCE, MILANO 8 DICEMBRE

Ogni anno più di 40 milioni di animali vengono scuoiati in nome della vanità e del profitto.  Catturati con trappole o nati in piccole gabbie,  uccisi tramite scosse elettriche, colpi sul muso o in camere a gas. Questo il destino di visoni, volpi, cincillà, conigli e altri animali il cui pelo è utilizzato per fare pellicce o adornare capi d'abbigliamento. L'industria della pelliccia tende oggi a celare subdolamente questo massacro sotto forma di inserti, colletti o polsini, così i cadaveri non sono più simbolo di arrogante e ostentata ricchezza, ma di una moda accessibile a tutti. Non è questo che ferma la nostra rabbia e frena la nostra voglia di attaccare un'industria di morte, parte di un sistema di sfruttamento quotidiano sulla natura, sugli animali e sugli umani.
Un corteo nella città della moda, nelle vie del consumismo e dell'indifferenza. Una  voce stonata nella corsa agli acquisti e nel coro dell'ipocrita bontà natalizia.

Unisciti al CORTEO NAZIONALE CONTRO LE PELLICCE a MILANO l'8 DICEMBRE.
Ritrovo in piazza Oberdan ore 14.
Sono disponibili locandine 50 X 70 da diffondere il più possibile.
Richiedile a infoaip at virgilio.it--
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Message: 4
Date: Mon, 15 Nov 2004 19:46:28 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] nuovo numero di COMUNISMO LIBERTARIO  n° 60
	Novembre 2004
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
Message-ID: <006701c4cb43$7199d1d0$f11d5097 at kaoxnet>
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E' uscito il nuovo numero di COMUNISMO LIBERTARIO  n° 60 Novembre 2004

Di seguito il sommario e l'editoriale:
  a.. Lavoro, salario, diritti la Redazione 
  b.. Lottare contro l'imperialismo in irak - Alterantive libertaire 
  c.. Anarchici in Israele una presenza importante - a cura del Collettivo Anarchici e Librtari di Pisa 
  d.. Il paese dell'11 Settembre dimenticato - Giordano Cotichelli 
  e.. La fabbrica delle Poste - Valentina Riemma 
  f.. La media del pollo dei dipendenti pubblici - Edo 
  g.. La questione dei migranti - Oscar 
  h.. Una festa libertaria a Volterra - Gruppo Kronstadt
Per richieste o comunicazioni:                                                                                                                                         Redazione di COMUNISMO LIBERTARIO                                                                                                                                C.P. 558 – 57100 Livorno                                                                                                     http://comunismolibertario.firenze.net                                                                                                                                        e-mail: comunismolibertario at firenze.net

Contributo annuale € 11                                                                                                                                        Contributo sostenitori € 25                                                                                                                                                    I versamenti vanno effettuati tramite conto corrente postale n. 11385572                                                                                intestato a : COMUNISMO LIBERTARIO                                                                                                                                    C.P. 558 –57100 Livorno



Lavoro, salario, diritti                                                          le armi della critica e la pratica del conflitto come condizione indispensabile per modificare gli attuali rapporti di forza fra le classi

Alle soglie del terzo millennio è ancora questa triade l’aspetto fondamentale su cui misurare il grado di civiltà o meno di una struttura sociale. Là dove questi vengono a mancare si segna un crescente degrado sociale ed un imbarbarimento della stessa vita sociale. Nessuna analisi sociologica sugli aumenti dei crimini, sulle morti del sabato sera, sulla violenza delle curve negli stadi piuttosto che sull’aumento dell’alcolismo in settori giovanili o nelle donne ha senso se non si coglie il nesso tra aumento delle garanzie economiche e sociali per la grande massa della popolazione, quindi lavoratori e settori giovanili e diminuzione del livello di imbarbarimento dei rapporti sociali, ripristino delle condizioni minime di solidarietà umana che si sviluppano all’interno delle comunità. Un vecchio internazionalista amava affermare che la vera rivoluzione la si fa con la pancia piena. L’utopia riformista sviluppatasi a cavallo fra il IXX° e XX° secolo, confidante in un crescente e progressivo miglioramento delle condizioni economiche e sociali delle classi meno abbienti, è miseramente crollata. Questa generazione di nuovi lavoratori sta peggio e starà peggio dei loro padri.Non ha oggi un reddito sufficiente con cui rendersi completamente autonomo dalla famiglia (per chi ha la fortuna di averla) e non avrà nemmeno una pensione sufficiente quando non sarà più utile alla produzione. Uomini e donne che lavorano già da circa venti anni vedono oggi i loro redditi ridotti in termini di potere di acquisto e non avranno a fine lavoro una copertura pensionistica adeguata, oltre ad aver visto modificato le loro aspettative di vita dovendo arrivare a 40 di contributi lavorativi e non più 35. Gli stessi cosìdetti ceti medi, impiegati di livello medio alto, liberi professionisti, commercianti ecc., sono oggi in grosse difficoltà economiche e sociali e la loro pauperizzazione è oramai un fenomeno che investe tutto il mondo occidentale. Al contrario i pochi ricchi sono ulteriormente più ricchi.Questo fenomeno di polarizzazione della ricchezza con conseguente ulteriore divaricazione fra le classi sociali è oggi talmente evidente da essere acclarato da tutti gli osservatori economici e sociali a livello mondiale. Conferma di tale impoverimento è l’enorme sviluppo, avvenuto in questi ultimi anni, del credito al consumo che su imitazione del modello americano anche in Italia è in forte crescita.Una famiglia su tre è costretta a contrarre debiti unicamente per arrivare a fine mese.Alla fine del 1998 il giro di affari del credito al consumo ammontava a 27 miliardi di euro; a fine 2003 era già a più di 55 miliardi di Euro; secondo le previsioni di Banca Imi e Prometeia entro il 2006 dovrebbe arrivare intorno agli 80 miliardi di euro.E’ cronaca di questi giorni di consistenti settori di lavoratori i quali non riescono più ad onorare i propri mutui contratti per l’acquisto della prima casa e rischiano di vedersi scippare l’unico bene che possiedono.E’ bene ricordare che la grande propensione all’acquisto della prima casa è conseguenza di una politica di governo oramai ultra trentennale (gli ex governi centristi e di centro sinistra) la quale garantendo le rendite non ha mai invece garantito affitti equi sul mercato immobiliare. Il mondo del lavoro propriamente detto è oggi più diviso e frantumato di ieri. L’introduzione di una babele di contratti atipici ( se ne possono contare ben 48 ) ha scardinato la pur minima solidarietà derivante da una identica condizione di sfruttamento e da similari condizioni sociali ed ha ulteriormente impoverito la classe lavoratrice sia sul versante della retribuzione nette che su quella dei diritti normativi. Questo processo che ha il chiaro significato politico, da parte padronale e governativo, di rendere disomogenea una condizione di sfruttamento in realtà sempre più diffusa ai fini di perpetuarla, garantendo così massimi profitti industriali, ha conseguenze anche di natura culturale; il lavoro è tornato ad essere unicamente merce. In altre stagioni tale filosofia, fortemente retrograda ed insita nel sistema economico e politico quale è il capitalismo, aveva subito forti critiche proprio dalla capacità e dalla presenza di una forte partecipazione alle battaglie sindacali e sociali del movimento operaio e con esso di consistenti settori giovanili ed una nuova visione del lavoro si era imposta culturalmente anche in ambiti non esclusivamente di sinistra. Il lavoro era non più solo uno scambio, seppur diseguale, fra l’utilizzo della forza lavoro da parte del padrone ed il corrispettivo prezzo (salario) di tale forza lavoro, ma strumento per garantire sviluppo e dignità umana anche in altri ambiti sociali. Alla condizione lavorativa si legavano oltre che una condizione identitaria alta, maggiori opportunità di conoscenza e saperi slegati dalla condizione specifica che si ricopriva all’interno del ciclo produttivo, ma fondamentali per lo sviluppo umano in termini generali. Tutto ciò è un lontano ricordo. Emblematico al riguardo la condizione dei migranti: visibili, seppur di "serie B", appunto solo se merce, legati ad un contratto di lavoro. Similarmente anche la dimensione dei saperi e dell’istruzione ha subito e sta subendo un processo analogo. La logica di mercato, la stessa che vale per il pizzicagnolo sotto casa e per la grande distribuzione, sta entrando nelle scuole e nelle università. La formazione di base, così come quella universitaria che dovrebbe essere oltre che gratuita grandemente sviluppata poiché contribuisce alla formazione ed allo sviluppo della persona, aldilà di cosa si andrà a fare concretamente una volta entrati nel mondo del lavoro, è in realtà penalizzata e fortemente ridotta, visto il continuo aumento dei costi, generando un forte ritorno della selezione di classe. Per di più la filosofia di fondo che sottende l’attuale processo di riforma della scuola considerando l’istruzione unicamente finalizzata al lavoro, (filosofia questa presente anche nella sinistra) crea ed in parte ha già creato, contrariamente a ciò che si afferma, un abbassamento generale del sapere. Le scuole e le università si contendono gli studenti e quindi le iscrizioni e le tasse universitarie, con la stessa logica dei supermercati: corsi di studio e di laurea facili e super specialistici e presunta possibilità occupazionale a fine corso ( paghi uno prendi tre); in realtà per misurarsi con le nuove tecnologie è molto meglio un individuo che abbia studiato bene e sia capace di imparare rapidamente piuttosto di uno che ha imparato nozioni professionali che dopo tre anni, visto i processi velocissimi di innovazione, sono oramai obsolete. Per questo le armi della critica politica ed una prassi del conflitto come strumento di emancipazione sociale non vanno disattese in quanto presupposto indispensabile per il progresso umano. Le nuove generazioni, quelli che abbiamo chiamato "nuova generazione di ribelli", vanno sostenute e indirizzate verso una critica feroce a questo degrado, a questo tentativo di ritorno indietro della storia a cui stiamo assistendo. Come comunisti libertari dobbiamo essere capaci di far crescere nuove leve di militanti capaci di incidere nei modelli comportamentali e culturali che tale struttura economica e sociale vuole imporre: individualismo, forte competizione sociale, riduzione ed azzeramento della pur minima socializzazione. Ai lavoratori, a partire dai nostri compagni impegnati nei sindacati, spetta il compito di rilanciare una forte battaglia oltre che sindacale anche di valori e di pratiche collettive ed autogestionarie. Occorre ricreare intorno al movimento dei lavoratori, attraverso alcune importanti e significative vittorie, un blocco sociale capace di essere punto di riferimento e di attrazione per le nuove generazioni e per gli stessi ceti medi pauperizzati. La battaglia a difesa dell’art. 18, seppure non ancora vinta del tutto, è indicativa di come un obiettivo chiaro e una forte predisposizione alla battaglia riesca a mobilitare non solo i lavoratori, ma ampi settori giovanili e ceti limitrofi al mondo del lavoro. Occorre trasportare sulle battaglie contrattuali e vertenziali la stessa capacità di mobilitazione e di coinvolgimento che sono state profuse per l’articolo 18. Prestare attenzione alle ingegnerie istituzionali o credere di risalire la china puntando ancora una volta di una pratica parlamentarista, di "union sacrè" dei partiti dell’opposizione non muterebbe assolutamente il corso degli eventi. Abbiamo già visto e purtroppo abbiamo anche già dato rispetto al primo governo di centrosinistra. Patetico a questo riguardo lo spettacolo che la presunta opposizione parlamentare sta mettendo in mostra. Nessun programma o definizione di obiettivi minimi e credibili vengono indicati come presupposto del nuovo governo di centrosinistra, ma si spendono energie per una singolare ed inutile investitura del leader (Prodi) attraverso cosiddette primarie che in Italia non hanno alcun senso e per di più con un unico candidato. Più lavoro, più salari e maggiori diritti sono ancora oggi l’unico programma credibile per modificare i rapporti di forza fra le classi e ricucire il tessuto frantumato della solidarietà di classe e dare speranza alle nuove generazioni

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Message: 5
Date: Mon, 15 Nov 2004 19:54:04 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Mestre 13 novembre: in piazza contro lo stato
	di	guerra
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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MESTRE 13 NOVEMBRE: IN PIAZZA CONTRO LO STATO DI GUERRA 

Clima davvero di stato d'assedio a Venezia e a Mestre, dove si sono svolte le diverse manifestazioni contro l'assemblea parlamentare della NATO al Lido di Venezia. 
Tale clima ha raggiunto il suo culmine nella giornata di sabato 13 novembre durante la quale, in mattinata, a Venezia si è svolto un corteo studentesco, quindi al Lido una dimostrazione su barche organizzata da Rifondazione Comunista, una catena umana "monumento vivente al Disertore" promossa dal Social Forum, nonché una come al solito spettacolare manifestazione messa in atto da alcune centinaia di Disobbedienti, seguita in serata dal parziale blocco attorno al teatro La Fenice dove era in programma una rappresentazione per gli "ospiti" della NATO difesi dai manganelli democratici. 
In terraferma invece, a Mestre città-dormitorio e città-fabbrica, nel pomeriggio si è svolta la manifestazione antimilitarista indetta dal Coordinamento Anarchico Veneto, con le adesioni -tra le altre-  dell'Assemblea Antimilitarista-Antiautoritaria, della FAI, della FdCA e dell'USI, e alla quale ha partecipato anche un gruppo di compagni anarchici sloveni. 
Fin dall'inizio tale manifestazione è stata segnata pesantemente dalla spropositata e provocatoria presenza delle forze del disordine con circa 800 tra poliziotti e carabinieri, dopo che il giorno precedente era stato alimentato in città un allucinato allarmismo attraverso gli articoli-velina della stampa locale che dopo aver fatto "salire la tensione" sabato stesso annunciava titoli come "Corteo anarchico, Mestre trema" (La Nuova Venezia) a causa della "imprevedibilità" degli anarchici (sic!) e della paventata calata di Black Bloc. 
L'atteggiamento provocatorio della polizia è stato subito avvertito fin dal concentramento con esibizione di scudi, manganelli, blindati, un elicottero, telecamere, cani "antisommossa", agenti in borghese nero-travestiti da manifestanti, fermi, avvertimenti intimidatori agli organizzatori e insulti contro i compagni che stavano giungendo in via Piave. 
Nonostante questo, alle 15:30, il corteo composto da circa 6/700 compagni soprattutto anarchici, ma anche -pur in assenza di spezzoni definiti-  pacifisti, antirazzisti, comunisti rivoluzionari, è partito dietro il furgone con l'impianto d'amplificazione e lo striscione d'apertura NESSUNO E' NATO PER SERVIRE. 
Percorse poche decine di metri, davanti la stazione ferroviaria, si sono subito registrate le prime deliberate provocazioni da parte di drappelli di celerini che cercavano di imporre la loro opprimente pressione ai lati del corteo, nonostante che questo non evidenziasse particolari intenzioni bellicose e procedesse a tempo di musica. E' d'obbligo far notare che parecchie persone unitesi al corteo l'hanno dopo poco abbandonato, perché intimidite dall'atteggiamento terroristico della polizia. 
I compagni sono stati più volte costretti a bloccare frontalmente l'avanzata di colonne di celerini, i quali tentavano continuamente di affiancare il corteo. Contro la violenta e sadica esaltazione delle forze della repressione è stato necessario creare ripetutamente dei cordoni di compagni allo scopo di fermare i tentativi di infilare il corteo dai lati. 
Poche centinaia di metri dopo, sul cavalcavia della Vempa, altre provocazioni, spinte, candelotti pronti all'uso, manganellate e minacce di cariche. 
Persino il giornalista de Il Gazzettino si è accorto, riportandolo nella cronaca del giorno seguente, del particolare atteggiamento di un poliziotto che sembrava intenzionato a voler far scoppiare ad ogni costo incidenti; purtroppo non ve ne era uno solo. 
Comunque i compagni del servizio di "autotutela" e tanti altri in modo spontaneo sono riusciti ad arginare tale prepotenza ed il corteo ha sostato davanti alla Camera del Lavoro per appendere uno striscione rosso-nero con sopra scritto SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA e permettere ad un compagno di fare un intervento al microfono. 
Altra sosta quindi davanti ad un liceo in autogestione in Corso del Popolo: i giovani punx anarchici appendono uno striscione con la scritta "fuori l'autorità dalla scuola", manifestanti e occupanti si salutano a pugno chiuso, mentre parte qualche slogan anti-Moratti. 
Attorno comunque, il centro ha un aspetto spettrale: negozi serrati dopo che le forze dell'ordine (?) avevano "consigliato" ai bottegai la chiusura, banche presidiate da divise, pochissime persone in giro, tutte dissuase e allontanate con argomentazioni terroristiche dai poliziotti. Inizia anche a piovere. 
Arriviamo nel pieno centro cittadino, davanti a piazza Ferretto, in circa 400 "irriducibili". La manifestazione si conclude, sotto la pioggia, con gli interventi di un compagno del Coordinamento Anarchico Veneto che ringrazia i compagni e le compagne che hanno sfidato lo stato d'assedio, quindi parlano Gianfranco Careri dell'USI, un rappresentante degli artisti contro la guerra, un'insegnante pacifista indignata per la blindatura della città e per le minacce da lei ricevute da parte della polizia ed un compagno della FAI di Trieste. 
Non è fuori luogo ipotizzare che, ad eccezione di perbenisti e benpensanti incalliti, parte della cittadinanza abbia ben compreso da quale parte proveniva il pericolo della violenza, e che la manifestazione voleva essere l'occasione per comunicare i contenuti concreti del nostro antimilitarismo: opposizione non solo alla guerra esterna, ma anche alla guerra interna, cioè alla repressione delle lotte sociali, alla militarizzazione del territorio e della società, all'economia di guerra. 
Da sottolineare il fatto che le intimidazioni, le provocazioni e gli insulti della polizia (che aveva bloccato l'accesso ad alcune strade) contro i manifestanti sono proseguite anche a manifestazione terminata, mentre i compagni si stavano dirigendo verso la stazione ferroviaria. Non solo. Durante la notte la polizia si è presentata alla sede nella il Coordinamento Anarchico Veneto tiene le proprie assemblee: qui stava dormendo una compagna alla quale la polizia ha richiesto i documenti. 
Nessuno avrebbe scommesso sulla possibilità di terminare la manifestazione, in tale situazione soltanto l'esserci riusciti è senz'altro un rilevante risultato politico che dimostra come l'anarchismo sociale organizzato anche in Veneto ha un passato, un presente e un futuro. Tutto ciò è confermato pure dalla buona riuscita del Convegno SOTTO IL SEGNO DELLA NATO, tenutosi il giorno precedente a Venezia, presso la Scuola dei Calegheri, che ha visto la partecipazione di un centinaio di persone interessate ai diversi interventi previsti e divertiti dall'intervento teatrale LA GUERRA SPIEGATA AI POVERI, tratto da un testo di Ennio Flaiano. 
L'indomani -domenica 14 novembre- più di un giornale scriverà che Mestre ha vissuto una giornata storica senza precedenti. 
Alla faccia di chi sostiene che l'anarchismo è fuori dalla storia. 


Alcuni compagni del Coordinamento Anarchico Veneto

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Message: 6
Date: Tue, 16 Nov 2004 02:25:34 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] ERF - Alcune considerazioni!
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ERF - Alcune considerazioni!


Quello che ci troviamo a scrivere in questo momento è qualcosa che non avremmo mai voluto affrontare, non perché non ci stia a cuore, ma perché sinceramente non avremmo mai voluto trovarci di fronte a certi problemi all?interno del movimento di liberazione animale. Ma sentiamo la necessità di chiarire alcune nostre posizioni.

L'idea che abbiamo di liberazione animale è una estensione a tutti gli esseri viventi della libertà degli esseri umani, per cui generazioni si sono trovate a lottare. Il motivo per cui ci muoviamo attivamente per la salvezza degli animali è un rifiuto del loro sfruttamento, della loro tortura, della loro sofferenza. Lo stesso motivo che ci spinge a cercare di contrastare qualunque forma di sfruttamento, tortura e violenza su esseri umani, qualunque forma di prevaricazione esistente sulla terra. La stessa ottica in cui si sono ampliate le prospettive di lotta e si sono radicalizzati i movimenti di liberazione animale in tutto il mondo.
Le lotte contro la schiavitù, contro il razzismo, contro lo sterminio nazista, contro la discriminazione delle donne o degli omosessuali, le diamo come assodate, punti fermi nella storia e che dovrebbero essere parte integrante di un nostro discorso che voglia portare la lotta verso altre frontiere. Ma purtroppo non è così per tutti. 

Se oggi ci troviamo a dovere specificare cose tanto basilari, tanto comunemente accettate e quasi banali che le abbiamo date per scontate fino a questo momento, è proprio perché ci rendiamo conto della necessità di una presa di posizione chiara, che non lasci dubbi sul nostro pensiero. Non vogliamo fare della retorica politica, né pretendiamo che in una lotta specifica ci si trovi tutti completamente d?accordo su tutto. Ma ci sono alcune cose su cui non si può transigere, differenze incompatibili. 

Vogliamo chiarire che non possiamo accettare di camminare passo passo in una lotta con persone la cui visione della vita sia polarmente opposta alla nostra, e speriamo a quella di tutti coloro che in questi ultimi anni hanno seguito l?evoluzione del movimento animalista e hanno sostenuto le nostre campagne. Non possiamo immaginarci accanto a delle persone di matrice fascista nei nostri cortei. Questo perché la nostra idea antispecista non può assolutamente convivere con l?idea gerarchica, razzista, di discriminazione e di sfruttamento dei deboli che permea il fascismo. Ci siamo trovati più volte a criticare aspramente gli antirazzisti di fermare le proprie considerazioni di solidarietà agli umani discriminati, e ora in un movimento che ha fatto un passo in avanti, che ha superato la barriera di specie per difendere davvero tutti gli esseri viventi, ci troviamo a tollerare forse discriminazioni tra umani?
Vogliamo sperare che l?idea del fascismo e del nazismo evochino in chi legge le stesse nostre sensazioni di orrore, pensando alla discriminazione di tutti i diversi, alla violenza di chi deteneva il potere verso i deboli, agli stermini nei campi di concentramento, alle logiche da vivisettori degli scienziati nazisti, ai rastrellamenti nei quartieri e alla creazione dei lager con la stessa conformazione di quelli in cui oggi la macchina economica rinchiude gli animali. Il periodo più nero della storia dell?umanità. Un periodo che nessuno di noi vuole rivedere.
Eppure ancora oggi ci sono gruppi politici e movimenti che si rifanno apertamente all?ideologia fascista e nazista, che utilizzano gli stessi macabri simboli, lo stesso linguaggio e gli stessi abietti metodi di quel triste ventennio. Gruppi attivi anche in Italia, con una preoccupante crescita di militanti, di sedi pubbliche aperte e di atti vergognosi nei confronti di immigrati, di omosessuali o di attivisti di sinistra. Una realtà con cui purtroppo ci troviamo di fronte, che in questi anni sta avendo una spaventosa presenza in paesi come Germania e Austria. Una realtà di fronte alla quale non possiamo proclamare alcuna libertà di espressione, così come non vogliamo dare libertà di espressione agli sfruttatori di animali. 

Tra questi gruppi uno dei più noti e attivi è Forza Nuova. Ed è proprio tra le fila di Forza Nuova che solo qualche anno fa due personaggi chiamati Paolo Mocavero e Giorgio Celin si sono candidati alle elezioni comunali di Padova. La stessa area dove Forza Nuova aveva attaccato il ?Gay Pride?, con vergognose dichiarazioni nei confronti degli omosessuali, e ha violentemente aggredito un esponente del mondo arabo in diretta televisiva, senza alcun problema. Adesso questi sono tra i fondatori di un gruppo denominato ?100% animalisti?, che cerca disperatamente di nascondersi definendosi apolitico e ha tra le voci del suo statuto perfino la lotta a tutte le discriminazioni tra le minoranze. Qualcuno potrebbe pensare ad un cambiamento, che in alcuni casi è anche possibile, ma di fronte alle domande in merito i 100% animalisti non hanno mai voluto chiarire le loro posizioni, contrattaccando alle critiche solamente sputando sentenze o rigirando il discorso dicendo che non bisogna fare politica nel movimento animalista. Come se discutere su questioni come quelle legate al fascismo e al razzismo, alla discriminazione delle minoranze, sia fare della stupida politica. Loro dicono di non essere fascisti o razzisti, di non essere più parte di Forza Nuova, ma non rinnegano affatto il loro passato, e il tono dei loro discorsi ci fa pensare che abbiano tutti i motivi per non farlo.
Abbiamo sempre pensato che fosse il caso di tenere ben lontani questi personaggi dalle nostre iniziative, viste le evidenti incompatibilità, visto che non possiamo tollerare la presenza di razzisti e fascisti in un movimento di liberazione dall?oppressione. Adesso la misura è colma, dopo che un attivista della campagna ?Attacca l?industria della pelliccia? (AIP) si è ritrovato tutti i dati personali e il numero di telefono e indirizzo di casa, accompagnati da velate minacce, sul forum dei 100% animalisti. Questo solo perché la campagna AIP ha chiaramente cercato di spiegare che non voleva avere alcun legame con un gruppo in cui militano persone di fede fascista e xenofoba, una fede che altrimenti cercano di tenere ben celata. La loro risposta è stata estremamente chiara: nessun dialogo, nessuna replica, nessuna spiegazione, nessun frainteso, nessun chiarimento? soltanto minacce e infantili offese senza senso!

Se fino a questo momento alcune parti del movimento animalista non avevano voluto prendere una posizione di non collaborazione nei loro confronti, questa ultima mossa ai danni di un attivista che da tutti noi e da molti di voi è conosciuto ci sembra una goccia che fa traboccare il vaso.
Vogliamo chiarire che i 100% animalisti non sono ben accetti al corteo contro Morini del 20 novembre. Questo è assodato. Ma vorremmo anche che altri gruppi e altre campagne capissero la gravità delle ideologie e dei metodi di queste persone. E' triste infatti constatare che invece per esempio siano stati benvenuti al corteo contro Serono del 30 Ottobre a Ginevra, o che il link al loro sito sia ancora presente e visibile su quello di un network come AgireOra.

Sappiamo già quale potrà essere la risposta da parte di molti a queste nostre dichiarazioni: non bisogna creare spaccature e divisioni all?interno del movimento. E non è nemmeno il gioco che noi vogliamo fare. In questi ultimi anni di attivismo ci siamo sempre prodigati per lavorare al meglio tra le differenze e le divergenze di opinione, con disparati gruppi, campagne e attivisti/e senza chiudersi in nessuna torre d'avorio elitaria. Ripudiamo il purismo intellettuale, e ribadiamo la necessità di confrontarsi umanamente tra le differenze e fare accanto quei passi che possiamo fare nella stessa direzione, per salvare gli animali dalle torture o dalla morte.
Ma allo stesso tempo crediamo che sia una questione doverosa fare dei distinguo, e non accettare presenze come quelle dei fascisti all?interno del nostro movimento. Forse perderemo una manciata di attivisti, ma non perderemo la dignità che deve sempre essere al nostro fianco, e soprattutto non perderemo la possibilità di continuare a paragonare con fierezza la lotta di liberazione animale alla lotta di liberazione umana, cosa altrimenti impossibile per chi dei soprusi e delle torture verso gli umani non ha interesse.

Qualcuno dice che i 100% Animalisti si limitino a fare animalismo e non politica, ma è innegabile che qualunque azione o comportamento è politico, e qualunque gesto evidenzia le nostre idee. Dando un?occhiata ai loro forum possiamo inoltre trovare considerazioni nemmeno tanto sibilline che per un lettore senza pregiudizi danno un chiaro quadro politico in cui inserirli.

Noi come tutti gli esseri umani perseguiamo una idea sociale, e la nostra è la ricerca della libertà., l?apertura di qualunque gabbia e di qualunque catena, non solo per gli animali, e non possiamo quindi pensare di avere accanto chi cerca un potere in grado di sottomettere e opprimere altri umani sotto simboli inquietanti come la svastica o la croce celtica.

Coordinamento Chiudere Morini
Attacca l'Industria della Pelliccia
Equal Rights Forlì
Food Not Bombs Romagna
Gruppo ecologista "Il Silvestre"
Shac-Italia-- 
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Message: 7
Date: Tue, 16 Nov 2004 02:26:56 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Ultime sul corteo contro morini
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ultime sul corteo contro morini


Inoltriamo alcune richieste e offerte di passaggi o di nuovi pullman, così da dare la possibilità a tutti di partecipare e arrivare a San Polo il 20 Novembre.

**Per chi viene dal Sud.

C'è la possibilità di un pullman da Napoli, o se i numeri non lo permettono almeno di
fare insieme delle macchinate e risparmiare.
Per informazioni contattate subito questa mail, grazie:

antonio_sorbo at virgilio.it

** Posti auto da Firenzuola, Fidenza, Piacenza. 
Contattate: 
e.frasani at csgit.it

**Passaggi dalle Marche?

Ci chiedono se ci sono posti in auto dalle Marche. Rispondeteci immediatamente dandoci un contatto
e lo diamo a chi ne ha bisogno.

Ricordiamo inoltre che sui pullman dalle varie città ci sono ancora pochi posti e quindi è necessario prenotare subito.

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Nella giornata del 19 novembre verranno fatti due presidi, mattino e pomeriggio.
Se volete partecipare è possibile fermarsi a dormire per il giorno seguente.
Se non potete partecipare, almeno fate sentire la vostra voce attraverso l'invio di e-mail e telefonate di protesta!
Tutti i dati sono presenti sul nostro sito alla pagina dei clienti e dei fornitori.

**Venerdì 19 
- Ore 10:00 Presidio da Dap Sirmad, fornitore di Morini. Via Segrè 7/a, Quartiere industriale s.p.i.p., Parma.
- Ore 14.30 presidio da Opocrin, laboratorio farmaceutico cliente di Morini.

**Sabato 20
- Ore 10.00 ci riscaldiamo con un presidio dai vivisettori dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Parma,
via dei Mercati (vicino al mercato bestiame).
E poi... tutti a San Polo!-- 


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Message: 8
Date: Tue, 16 Nov 2004 02:33:08 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Morini deve chiudere
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Fine di Digest di Contropotere, Volume 8, Numero 6
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