[Presos] Cronaca di una morte annunciata
Crocenera
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Tue Jul 3 10:53:29 CEST 2001
"Cronaca di una morte annunciata".
Riceviamo e diffondiamo.
A proposito di Mario Deiana.
Primo - I media.
Un dubbio fondamentale su tutta la vicenda, la cosa che nessuno è riuscito a non vedere, è che polizia e giornali sapessero fin da subito quale ne sarebbe stato l'epilogo.
La storia comincia domenica con "l'attentato" e finisce giovedì con la "lettera". Il canovaccio è abbastanza scontato: "tesi Locomotiva" (un anarchico si è lanciato contro un treno di signori) e "tesi sfigato" reggono la trama. La tecnica narrativa si fonda su un lungo flash-back ( che lambisce in certi casi addirittura il concepimento di Mario). Il ritmo è serrato: ogni giorno un nuovo tassello mantiene alto il pathos. Tutto lineare, tutto previsto, tutto veloce.
Ma, al di la dei ricami giornalistici, i media hanno lavorato su informazioni (veline) che avevano una base comune e , soprattutto, che fornivano elementi straordinariamente precisi e rivelatori.
Secondo - Alcuni personaggi.
Raffaella Marzocchi è " l'amica bolognese". E' testimone ("persona informata sui fatti") o "indagata per favoreggiamento" ?
Dopo aver subito una perquisizione domiciliare "per armi ed esplosivi" (che porta al sequestro solo di un diario, un computer, qualche agendina, due scontrini, qualche documento personale di Mario, un adesivo e una rivista), viene "sentita" a lungo dalla DIGOS senza avvocato (in quanto testimone) quando già il giorno precedente, e poi sicuramente dopo l'interrogatorio, risultava (ed è tuttora) indagata.
Inseguita da polizia e giornalisti è costretta per qualche giorno "all'esilio"; mentre le notizie fanno sapere a tutti dove abita, cosa pensano di lei i vicini, che lavoro fa, chi frequenta ed ha frequentato; che è "fidanzata", "ex fidanzata", ecc., di Mario.
Anche i parenti da lunedì sono costretti allo scontro con questo fatto terribile e assolutamente inaspettato. Sono giorni passati con quello che rimane di Mario, ma anche con la presenza costante di DIGOS, polizia, magistrato e medico legale. Sono giustamente increduli e sconvolti. Accettano comunque il consiglio di collaborare per una chiusura rapida e silenziosa del caso. "Il caso è chiuso" e il funerale è fatto presto, all'alba, per evitare gli avvoltoi e le "manifestazioni con bandiere rosse" prospettate da "umani" funzionari.
Terzo - La polizia.
Così, sono talmente preoccupati per la diffusione delle voci, che da sempre hanno l'esclusiva dello spaccio di veline ai media. Chi ha diffuso le prime informazioni sull'identità di Mario e sulla ricostruzione esasperata dei fatti (che non lo hanno certo allontanato da un'eventuale progetto di suicidio), sulla "storia politica" di Mario? Chi ha passato davanti alle telecamere e sulle prime pagine la lettera che annuncerebbe il suicidio di Mario dopo averla inspiegabilmente tenuta nascosta persino alla legittima destinataria?
La DIGOS sa tutto da subito e lo dimostra durante l'interrogatorio. La notte stessa tra domenica e lunedì. "Mario può compiere ancora atti gravi, anche contro se stesso". Bisogna consegnarlo a loro, personalmente. "Perchè se lo trovano gli altri...". Cosa?
Al momento risulta che questa tristemente famosa lettera d'addio (stranamente non datata) sia stata rinvenuta nell'appartamento di Raffaella. Nascosta dove? La quale, tornata a casa qualche ora prima della perquisizione, non l'aveva vista. Perché è stato deciso di non verbalizzarla fra le cose effettivamente sequestrate? La lettera riappare poi fra le carte portate in Questura dopo una prima cernita sul posto, e poi (fotocopiate?) restituite il giorno dopo.
Insomma, bisogna pensare che quello che la polizia voleva sapere da lei non era così importante da mostrarle questa lettera? Una lettera che, vista in tempo, poteva indurla a cercare attivamente Mario nel tentativo di impedire questo suicidio, rimandato di due giorni.
Perché questa persona "disperata", che poteva "compiere altri atti offensivi" non è stata cercata lì dove più logicamente poteva trovarsi?
E chi è, in sostanza, che lo cerca (o lo dovrebbe cercare)? La DIGOS? La Polizia? La Polfer?
Perché i vari organi di polizia e magistratura si lanciano tramite i media -vedi Stampa di Torino del 20 giugno- accuse sulla gestione del caso?
Chi è che segue il caso? La Procura di Bologna? Quella di Modena? Il P.M. Gustapane "degli anarchici", ufficialmente in ferie ma già in riunione la sera del 17?
E perché questa perquisizione "per armi ed esplosivi" è sembrata finalizzata esclusivamente al reperimento di materiale cartaceo, senza ricercare tracce di liquidi esplosivi potenzialmente lasciati in casa da Mario?
Quarto - Mario.
Naturalmente nessuno è imputabile di "omissione di soccorso".
Al momento non esistono fatti che potrebbero convalidare le ipotesi di un caso "tipo Pinelli".
Le persone che più da vicino conoscevano Mario, pur colte completamente di sorpresa, potrebbero anche pensare che i principali avvenimenti si siano svolti in modo simile a quanto riportato dagli inquirenti. Se così fosse ci sentiamo di rispettare anche le ultime decisioni di Mario.
Ma, fino a che non ci sarà chiarezza su alcuni lati oscuri della vicenda, è nostro dovere cercare la verità.
Esigere la verità significa anche ridare dignità a una persona trattata dai media in modo vergognoso. Mario viene dapprima demonizzato e poi compatito. Mario è un "terrorista", Mario è un "balordo". Mario viene sbranato peggio che dal treno.
Mario non era un "pazzo", nel senso in cui tutti noi non lo siamo. Non era in cura da nessuno "specialista" e non si meritava di esserlo, a forza, dopo la sua morte.
Non possiamo accettare le strumentalizzazioni sulla sua fine. Quelle della prima ora, che miravano a colpire a destra e a manca vari settori dell'"antagonismo bolognese". Quelle dei "centri sociali" e dei loro "leaders" che, "dagli al pazzo" e "noi siamo i buoni", implorano il loro spazio in vista del G8. Poi, morto Mario, abbozzano una gestione politica un po' stereotipata sul suo cadavere.
Mario dev'essere ricollocato al suo posto. Con l'aiuto di tutti quelli che lo ricorderanno come veramente era. Una persona curiosa e sensibile. Un amico e un compagno.
I compagni e le compagne di Mario.
Bologna, 28 giugno 2001.
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