[Presos] Digest di Contropotere, Volume 7, Numero 5
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Sun Oct 10 12:00:41 CEST 2004
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Argomenti del Giorno:
1. Arresti a Barcellona (contropotere at inventati.org)
2. Cuneo: spazio di documentazione e biblioteca popolare
rebeldies in trasferta (contropotere at inventati.org)
3. FBI sequestra i server di Indymedia nel Regno Unito
(contropotere at inventati.org)
4. Due arresti per le molotov contro la polizia a Barcellona
(contropotere at inventati.org)
5. Mobilitazione In piazza a genova lunedì 11 Ottobre dalle
16.30 (contropotere at inventati.org)
6. Aggiornamento sulla situazione dei compagn* anarchic*
arrestat* a Barcellona nel 2003 (contropotere at inventati.org)
7. Napoli: Bunuel - rassegna sul cinema anarchico di Luis Buñuel
(contropotere at inventati.org)
8. Napoli: ammazzare il tempo (contropotere at inventati.org)
9. Modena: Libera non si sposta (contropotere at inventati.org)
10. [indymedia italia] comunicato 09.10 - il rapimento delle due
ahimsa (contropotere at inventati.org)
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Message: 1
Date: Sat, 9 Oct 2004 17:25:02 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Arresti a Barcellona
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
Message-ID: <01b001c4ae16$8a06ee00$91181a97 at kaoxnet>
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Secondo i resoconti pubblicati su indymedia tre persone sono state arrestate la scorsa notte (04/10/2004) dopo il lancio di tre molotov contro un commissariato di polizia a Barcellona. Nell'azione sarebbe rimasto ferito un poliziotto. Tutto è avvenuto la notte scorsa poco prima dell'una, nel giorno della celebrazione del "giorno della polizia". Secondo le ricostruzioni degli sbirri due dei tre sarebbero stati arrestati immediatamente e condotti in ospedale perché si sarebbero feriti cadendo dalla moto mentre cercavano di schivare un posto di blocco, il terzo sarebbe stato arrestato qualche ora più tardi, ma non vengono rese note le circostanze. Domani dovrebbero comparire davanti al giudice con le accuse di disordini, attentato e incendio. Non sono sottoposti alla legge antiterrorista, hanno perciò visto l'avvocato e non hanno il divieto di comunicare, sono però stati sottoposti a pressioni fisiche e psicologiche. Ciononostante sono in buone condizioni. Già oggi si è tenuto un presidio di solidarietà davanti al commissariato in cui sono detenuti, per domani è previsto un altro presidio in contemporanea con l'udienza davanti al giudice. (da Indymedia Barcellona)
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Message: 2
Date: Sat, 9 Oct 2004 17:27:10 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Cuneo: spazio di documentazione e biblioteca
popolare rebeldies in trasferta
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
Message-ID: <01b101c4ae16$8acef8f0$91181a97 at kaoxnet>
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SPAZIO DI DOCUMENTAZIONE E BIBLIOTECA POPOLARE REBELDIES IN TRASFERTA
Stiamo organizzando per novembre alcune date di presentazione delle attività dello spazio di documentazione e della biblioteca popolare Rebeldies che ne ospita l'archivio. L'iniziativa che proponiamo consiste in un momento di presentazione/dibattito in merito al progetto dello spazio doc., l'esposizione in consultazione di parte del materiale fino ad ora archiviato (libri, opuscoli, e-mail, ecc.), aperitivo con vini delle nostre zone e concerto con due gruppi cunei (Stylefire e Canisciorrì). Si tratterebbe quindi di un'iniziativa che indicativamente occupa dal tardo pomeriggio a sera.
Contiamo così, oltre a fare conoscere ulteriormente le nostre attività, di raccogliere fondi per sostenere le spese di gestione dell'archivio e di fotocopiatura e spedizione postale dei materiali che ci vengono richiesti dai prigionieri.
Abbiamo già fissato tre date:
- venerdì 5 novembre, Torino (Alcova);
- sabato 6 novembre, Rovereto (sede anarchica);
- domenica 7 novembre, Milano (Villa occupata).
Cerchiamo disponibilità per altre due o tre date per il weekend successivo (12-13-14 novembre) in località del centro-nord.
Considerata la vicinanza delle date chiediamo alle realtà eventualmente interessate ad ospitare l'iniziativa di contattarci immediatamente, in modo anche da fare arrivare per tempo il manifesto che abbiamo preparato per pubblicizzare il giro.
Aggiungiamo sotto, per chi ancora non conoscesse il progetto dello Spazio doc., la presentazione contenuta nel nostro ultimo catalogo.
Ricordiamo i nostri recapiti:
Spazio di Documentazione
C/o Associazione Rebeldies
Via Savona, 10
12100 Cuneo
(la sede è aperta tutti i mercoledì dalle 16 alle 23)
e-mail: spaziodocumentazione at libero.it.
A chi ancora non ci conosce...
Lo spazio, nato dalla collaborazione tra individui e realtà anarchiche provenienti da diverse regioni della penisola, si è articolato per mezzo di assemblee periodiche itineranti, iniziative ed incontri, ed un archivio che, fino al dicembre 2002, ha avuto sede presso i locali del (disciolto) Circolo d'Ortore a Montalto Dora (To), con il principale intento di dare continuità e maggiore incisività all'intervento anti-repressivo.
Per dare concretezza a tale intento ritenemmo fondamentale che da un lato si riuscissero a superare gli stretti confini di un determinato movimento politico, e dall'altro si creassero contatti e scambi di informazione con contesti sociali e di lotta distanti e diversi dai nostri.
Riproponiamo in seguito un estratto dal documento di presentazione dello spazio, visto che le considerazioni contenutevi costituiscono a tutt'oggi l'impostazione su cui, alla luce dell'esperienza vissuta e dei limiti riscontrati, vorremmo aggiornare tale progetto.
".Base del progetto di uno spazio di documentazione su alcuni specifici argomenti è il desiderio di contribuire all'eterogeneo movimento antirepressivo di cui il proliferare di iniziative, pubblicazioni, proposte ed azioni è espressione negli ultimi tempi.
Abbiamo pensato, come individualità provenienti da alcune delle situazioni che tale movimento animano che potere disporre di una raccolta documentativa sui temi trattati risulterebbe un'utile iniziativa per quanti volessero farvi riferimento.
Questa nostra proposta non mira alla costituzione di un collettivo di specialisti, ma vuole bensì aprire uno spazio di confronto continuativo tra chi vi collabora ed offrire uno strumento di informazione, conoscenza ed approfondimento ad uso delle lotte che si sviluppano. Per favorire quindi tale uso, ed evitare che la nostra proposta rimanga un impegno autoreferenziale fine a se stesso, un archivio dove "tappare" in scaffali il materiale recuperato, desideriamo affiancare alla ricerca documentativa un'attività di divulgazione che possa veicolare all'esterno dell'archivio i frutti di tale ricerca e del confronto tra contenuti, metodi ed esperienze grazie a cui il progetto si concretizza.
La nostra intenzione è di affrontare i temi del controllo, della repressione e delle lotte che si esprimono contro tali logiche e dinamiche, nella maniera più ampia ed articolata ci risulti possibile ed è per questo che indirizziamo la nostra proposta non solo nell'ambito di un particolare contesto o gruppo ideologico, bensì a quanti referenti si possano incontrare di volta in volta nella progettazione e realizzazione di ogni singola iniziativa o lotta. Questa stessa intenzione ci fa notare l'importanza di gettare uno sguardo su quanto succede anche in contesti territoriali e culturali differenti dal nostro, al fine di conoscere sia lo sviluppo delle strategie coercitive e di controllo che possiamo poi ritrovare in futuro anche dalle nostre parti, sia i metodi ed i contenuti con cui altri movimenti affrontano le medesime questioni e che ci possono sicuramente fornire indicazioni da interpretare, rivedere ed aggiornare al contesto delle lotte nostre.".
Dal 2003, la sede dell'archivio è stata trasferita a Cuneo ed abbiamo ritenuto opportuno rivolgere un'attenzione prioritaria al contesto territoriale in cui ci troviamo ad intervenire: il cuneese e le vallate alpine a noi più vicine, ovviamente mantenendo ed incrementando, se possibile, le collaborazioni con altri contesti al fine di arricchire di stimoli e contenuti "esterni" l'attività che saremo in grado di sviluppare nelle nostre zone.
Tale scelta si basa essenzialmente sulla constatazione che, affinché la lotta contro il controllo e la repressione influisca realmente nel quotidiano in cui ci troviamo a vivere, sia necessario raggiungere una capacità di intervento capillare e diffusa.
Ci auspichiamo che, in tale prospettiva, l'attività dello spazio di documentazione possa contribuire nel tempo a venire allo sviluppo in campo locale di uno strumento di lotta, gestito in maniera assembleare e senza gerarchie, ad uso di quanti riconoscono nella repressione una costante minaccia alla libera autodeterminazione individuale e comunitaria, e contro di essa vogliono impegnarsi direttamente, senza confidare nel dialogo con istituzioni o nella ricerca di appoggio da parte di forze politiche ad esse subordinate.
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Message: 3
Date: Sat, 9 Oct 2004 17:32:15 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] FBI sequestra i server di Indymedia nel Regno
Unito
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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7 Ottobre 2004
FBI sequestra i server di Indymedia nel Regno Unito
Le autorità statunitensi hanno emesso un ordine federale imponendo all'ufficio di Rackspace negli Stati Uniti di consegnare loro l'hardware di Indymedia situato a Londra. Rackspace e' uno dei providers che ospitano il web di Indymedia con uffici negli Stati Uniti e a Londra. Rackspace ha acconsentito, senza prima renderlo noto a Indymedia, e ha consegnato i server di Indymedia nel Regno Unito. Questo atto ha colpito più di 20 siti di Indymedia in tutto il mondo.
Dal momento che l'ingiunzione e' stata inoltrata a Rackspace e non a Indymedia sono ancora ignote a Indymedia le ragioni di quest'azione. Parlando ai volontari di Indymedia, Rackspace ha affermato che " non possono fornire a Indymedia nessuna informazione riguardante l'ordine ricevuto". Altri Internet service Providers hanno ricevuto in simili situazioni obblighi di riservatezza che impediscono alle parti coinvolte di ricevere aggiornamenti su quello che sta succedendo.
A Indymedia non e' chiaro come e perchè un server che e' fuori dalla giuridisdizione statunitense possa essere sequestrato dalle autorità degli Stati Uniti.
Allo stesso tempo, sempre a Rackspace, un secondo server e' stato disconnesso: si tratta di un server che ospita trasmissioni live di diverse stazioni radio, BLAG (linux distro), e un'altra serie di cose utili.
Negli ultimi mesi il governo federale degli Stati Uniti ha condotto numerosi attacchi ai danni di vari Indymedia nel mondo.
In agosto i servizi segreti hanno cercato di interrompere il NYC IMC prima della convention repubblicana provando a sequestrare i logs da un provider internet negli Stati Uniti e nei Paesi Bassi.
Il mese scorso la Commissione Federale per le Comunicazioni (FCC) ha chiuso numerose radio comunitarie in tutti gli Stati Uniti.
Due settimane fa l' FBI ha chiesto che Indymedia rimuovesse un messaggio su Nantes IMC che conteneva delle foto di alcuni agenti della polizia svizzera sotto copertura. Altri attivisti di IMC Seattle sono stati visitati dall' FBI per lo stesso motivo. Per contro, Indymedia ed altre organizzazioni di media indipendenti hanno recentemente vinto importanti cause, come ad esempio contro la Diebold (compagnia che fornisce sistemi di votazione elettronica, coinvolta nei conteggi scandalo delle ultime elezioni USA) e contro il "Patriot Act" (una legge che consente all'FBI in nome della sicurezza nazionale e della lotta al terrorismo di monitorare sistematicamente, senza richiedere l'autorizzazione della magistratura, la corrispondenza ordinaria ed elettronica, la navigazione sul Web, e perquisire le case dei cittadini americani e non, negli Usa e all'estero). In questo quadro le autorità degli Stati Uniti hanno deciso di chiudere decine di "Indymedia Centers" in tutto il mondo
La lista degli IMC locali colpiti da questa operazione include l'Amazzonia, l'Uruguay, Andorra, la Polonia, il Massachusetts occidentale, Nizza, Nantes, Lilles, Marsiglia (tutta la Francia), Euskal Herria (paese Basco), Liegi, Vlaanderen est, Antwerpen (tutto il Belgio), Belgrado, Portogallo, Praga, Galiza, Italia, Brasile, Regno Unito parte del sito della Germania ed il sito della radio on-line di Indymedia.org.
altre news su:
www.indymedia.it
www.indymedia.org
banner indymedia su: http://www.ondarossa.info/
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Message: 4
Date: Sat, 9 Oct 2004 17:36:26 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Due arresti per le molotov contro la polizia a
Barcellona
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Due arresti per le molotov contro la polizia a Barcellona
Oggi, 7 ottobre, hanno dichiarato davanti al giudice le 3 persone che si trovavano in stato di fermo da lunedì mattina, imputate per il lancio di 3 bottiglie molotov contro il commissariato di polizia di Sants - Montjuic di Barcellona: Dani di Kornellà, Armengol e Audal di Hospitalet.
Il giudice ha avviato un procedimento contro di loro per "disordini pubblici e danneggiamento".
Dani è stato posto in libertà condizionale senza cauzione; mentre i due compagni di Hospitalet hanno fatto il loro ingresso nel carcere della Trinidad, resteranno in carcerazione preventiva per 10 giorni.
Alle 21 si è svolta un'assemblea presso l'Espai Obert dove è stato fissato un calendario di iniziative solidali:
venerdì 8 manifestazione in Plaza Universidad, alle 19.00
sabato 9 assemblea generale nel Pati Blau di Kornellà, alle 16.00
lunedì 11 presidio davanti al carcere della Trinidad, dalle 19.00 alle 20.00
mercoledì 13 manifestazione ad Hospitalet, alle 19.00
giovedì 14 presidio davanti al carcere della Trinidad, dalle 19.00 alle 20.00
venerdì 15 corteo dalla Plaza Universidad diretto al carcere della Trinidad, dalle 19.00
* * *
Intanto sabato 9 ottobre ad Alcalá de Henares, davanti al carcere di Alcalá Meco I, si terrà un presidio in solidarietà dell'anarchico peruviano arrestato per "furto aggravato da lesioni".
Il compagno, per il quale l'accusa ha richiesto una condanna a due anni di carcere, potrebbe rischiare un provvedimento d'espulsione per problemi con i documenti spagnoli.
Jesús Javier Aldunate Nina
C.P Alcalá I
28870 Alcalá de Henares
España
fonte: Contra Infos Valencia - (07.10.04)
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Message: 5
Date: Sat, 9 Oct 2004 17:41:07 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Mobilitazione In piazza a genova lunedì 11
Ottobre dalle 16.30
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LUNEDI 11 DALLE 16.30 IN PIAZZA DELLA RAIBETTA A GENOVA SPETTACOLO DI MARIONETTE CONTRO LA COMMERCALIZZAZIONE DEL RITALIN, BANCHETTI, MOSTRE, MICROFONO APERTO
2004 LA CULTURA DEL CAPITALE
NELLA CITTA' DELLA REPRESSIONE
7 Giugno: Paolino ed Errico, in P.zza della Raibetta assieme ad altri per un'iniziativa contro la violenza psichiatrica, vengono arrestati per aver ostacolato una delle tante retate della polizia a danno degli ambulanti.
25 Luglio: da quasta data l'occupazione rurale delle Ripe Rosse, case popolari in Valfontanabuona abbandonate da più di 50 anni, è sotto sgombero esecutivo.
22 Agosto: un ragazzo senegalese viene pestato a sangue nel pomeriggio in pieno centro da agenti della digos durante un "normale controllo".
26 Agosto: anche il centro sociale Inmensa, spazio occupato da 8 anni, è sotto la minaccia dello sgombero.
Settembre: un incessante martellamento mediatico concentra l'attenzione sulla presunta invivibilità della città, in particolare del centro storico, richiedendo a gran voce maggiore controllo e adeguati sistemi di repressione.
Fine Settembre: l'ennesimo incontro del Comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico insiste sull'indispensabilità della realizzazione di un Centro di Permanenza Temporanea. Contemporaneamente viene annunciata l'installazione di nuove telecamere nelle periferie e l'aumento della presenza di poliziotti di quartiere.
Un'estate sicuramente densa di avvenimenti questa di Genova 2004 capitale della cultura, eventi apparentemente casuali e indipendenti l'uno dall'altro ma in realtà tutti legati dalle stesse necessità di rinnovamento e rilancio di una città e della sua morente economia.
Il prodotto vendibile ora è la città stessa e le leggi del mercato ne riplasmano tempi e forme.
Un processo che per Genova inizia nel '92 con le colombiani continuando nel 2001 con il vertice del G8 e oggi con la capitale della cultura.
Mentre i quartieri periferici vengono stravolti dalle esigenze dello stoccaggio e della circolazione delle merci attraverso gigantesche opere di devastazione sociale ed ambientale (alta velocità, inceneritore, gronda, magazzini generali, ecc.) il centro cittadino viene ridotto a una vasta area commerciale-museo a misura di turista, costantemente sorvegliata dagli occhi impertinenti delle telecamere - il metodo Fioriolli.
Per ottenere il meglio da questo prodotto, insomma per venderlo, tutti i disagi, le tensioni e i disordini che cela nella sua quotidianità vanno fatti sparire.
Per portare a termine un'operazione di così vasta portata l'amministrazione è così costretta a fare i conti con tutti quegli aspetti che nel passato ha tollerato o ignorato poiché relegati in una zona economicamente spenta.
Le strade devono ricordare le gallerie dei centri commerciali e le abitazioni asettiche bomboniere per alloggiare riccastri e turisti da pelare. Nessuno spazio deve rimanere agibile per chi è abituato a trattare la città per quello che è: un luogo di occasioni nel quale gli angusti codici della legge sono solo ostacoli per la libertà che, troppo spesso, non è quella di vivere ma quella ben più squallida di sopravvivere. Questa feccia poco sfruttabile e poco decorosa nell'aspetto va terrorizzata, deportata, rinchiusa... tutto fuorché inzozzare l'abito da boutique che la città vuole indossare e per il quale le persone continuano a cadere vittime nel grigiore dei suoi cantieri.
Lo stesso trattamento è riservato ovviamente per coloro i quali non esprimono rassegnazione e dichiarano sfacciatamente la loro ostilità all'organizzazione dell'abbrutimento e della miseria.
Il 7 giugno in piazza della Raibetta più che picchiare a sfogo, la polizia ha espresso un concetto: "nessuno osi ostacolare il nostro sporco lavoro e quindi gli interessi dei padroni che a mano armata difendiamo".
Intollerabile per loro farsi insultare davanti a tutti nel corso di un'infame operazione a danno di alcuni ambulanti. Atteggiamenti tanto irrispettosi potrebbero diffondersi e, chissà, forse trasformarsi in rabbia e azione ben indirizzate.
Paolino ed Errico sono stati arrestati e tutt'ora sono sottoposti a misure restrittive innanzitutto perché insieme ad altri hanno adottato comportamenti umani, legalmente inaccettabili. La loro solidarietà e ribellione saranno processati domani in una di quelle aule di tribunale che, e lo sappiamo bene, ospitano solo l'arroganza e la violenza del potere.
Nel corso degli ultimi mesi chi ha ancora gli occhi non solo per leggere i prezzi sugli scaffali ha assistito ad un aumento del controllo poliziesco con il cumulo di violenze che inevitabilmente si porta dietro. Quest'ondata repressiva è stata supportata da un'allarmista campagna mediatica capace di gonfiare ad hoc fatti che, fra alti e bassi, sono sempre accaduti.
Rastrellamenti e deportazioni per chi non ha le carte in regola, sgomberi per chi rifiuta la rapina dell'affitto, soprusi per chi si arrangia come può, condanne e carcere per chi osa dire signornò, tutti aumenteranno drammaticamente se non sarà opposta una risposta adeguata. Le ultime risonanti dichiarazioni del comitato per la sicurezza e l'ordine pubblico confermano questa tendenza attraverso la costruzione di un nuovo Centro di Permanenza Temporanea, l'installazione di nuove telecamere e l'assegnazione di abitazioni nel centro storico a famiglie di agenti (60 soltanto in via Prè).
Non siamo in cerca di gente di buon cuore che si interessi a una "nostra" causa, ma di sguardi complici e accesi dagli stessi ardenti desideri di liberazione. Fuggiamo dal baratro dello scontro etnico, religioso e di banda verso cui questa infame organizzazione sociale vorrebbe spingerci.
Opponiamo la solidarietà tra sfruttati, ribelli e indesiderabili di ogni sorta alle "verità" dei tribunali.
QUOTIDIANAMENTE, CON L'AZIONE DIRETTA, SABOTIAMO I PIANI DEL DOMINIO!
ANARCHICI
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Message: 6
Date: Sat, 9 Oct 2004 17:41:39 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Aggiornamento sulla situazione dei compagn*
anarchic* arrestat* a Barcellona nel 2003
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Aggiornamento sulla situazione dei compagn* anarchic* arrestat* a Barcellona nel 2003
Salve a tutti e tutte!
Ci dirigiamo a tutte voi per comunicarvi l'attuale situazione dei 6 compagni Anarchici arrestati il 16 settembre 2003. Per chi non lo sapesse stiamo parlando degli Anarchici Rafa, Carol, Joaquín, Igor, Teo (adesso libero)... , Iñigo (ricercato da un ordine di cattura internazionale).
Cercheremo, a grandi linee, di spiegare ciò che è accaduto dal loro arresto fino all'attuale situazione.
Il 16 settembre 2003 la Guardia Civil arresta 6 anarchici a Barcellona, l'operativo è diretto dal giudice dell'Audiencia Nacional Ruiz Polanco. La repressione scatta alle 4 di mattina con l'assalto dei domicili. In uno di essi, in cui sono stati arrestati i compagni Igor e Joaquín, gli agenti hanno occupato militarmente una strada e sono entrati nell'appartamento tirando giù una porta con l'esplosivo.
Una volta dentro iniziano ad insultare e picchiare i presenti ed immobilizzatili inizia l'interrogatorio. Nel frattempo un cane addestrato per la ricerca di esplosivi viene sguinzagliato nell'appartamento. Dopo circa 3 ore i compagni, con gli occhi bendati, vengono condotti in un'auto civetta e trasportati fino alla Comandancia General de la Guardia Civil, a Madrid.
Contemporaneamente un altro assalto veniva realizzato presso l'abitazione degli Anarchici Carol e Rafa. Anch'essi sono stati svegliati dalle armi automatiche puntate sui loro corpi da una banda di mercenari. Ammanettati a pancia in giù, insultati, minacciati, immobilizzati.In seguito, con gli occhi bendati, vengono immessi in due auto e condotti alle stesso museo dell'orrore.
Quattro ore dopo le prime perquisizioni e detenzioni, si effettuavano altre due perquisizioni. Nel caso dell'abitazione di un compagno il trattamento della Guardia Civil è stato il più "tranquillo" perché viveva con i genitori. Anche lui dopo la perquisizione va a raggiungere gli altri compagni.
Simultaneamente gli agenti irrompevano nell'abitazione di Teo. Viene steso a terra ed immobilizzato. Dopo una perquisizione durata 3 ore inizia l'interrogatorio. Anche a lui bendano gli occhi e lo ammanettano all'indietro. Viene quindi trasportato alla sede centrale della Guardia Civil.
Tutti subiscono pesanti intimidazioni e torture. Come il caso di Rafa che viene trascinato fuori dall'auto con una pistola puntata sulla testa.
Viene loro applicata la legge antiterrorista e pertanto restano in isolamento per 5 giorni, senza poter contattare nemmeno un avvocato. Per diverse ore devono restare il piedi, con le braccia in alto, fissando la parete.
Erano costretti ad eseguire interminabili flessioni, a piegarsi sui calcagni per ore mentre venivano spinti con la minaccia di essere picchiati se fossero caduti a terra. Le domande venivano gridate all'infinito. Li minacciavano con la borsa di plastica in testa, con gli elettrodi, l'affogamento con l'acqua salata, con la comunicazione di aver arrestato persone a loro vicine. Ancora: colpi con guantoni a mano aperta o il ricorso di farmaci per far perdere la volontà. Tutto questo hanno sofferto i nostri compagni all'interno del comando centrale della Guardia Civil, il tutto per ottenere delle dichiarazioni firmate da presentare al giudice.
Trascorsi i giorni d'isolamento ed ottenuta l'autoaccusa sono stati portati davanti all'Audiencia Nacional il 20 settembre. In quel giorno dichiarano davanti al giudice di guardia Baltazar Garzón. L'accusa è quella di banda armata-organizzazione terrorista, rottura di vetrine di banche e di altri uffici, collocazione di artefatti esplosivi ai danni di differenti simboli dello Stato e del Capitale, detenzione di armi e di materiale infiammabile, pianificazione dell'omicidio del giornalista Luis del Olmo, di un dirigente della banca La Caixa, e di un capo della polizia autonoma Mossos d'Esquadra, pianificazione di rapine e dell'invio di un pacco-bomba all'Ambasciata della Grecia a Madrid l'8 settembre 2003.
All'esterno avevamo la certezza che i nostri compagni venivano torturati in quelle ore e questo ci faceva soffrire molto. Tuttavia non ci siamo fermati, e ci siamo adoperati affinché i nostri fratelli non restassero soli. Amici, complici nella lotta, familiari, avvocati... abbiamo iniziato a socializzare l'informazione, scarsa e confusa come suole accadere in casi del genere quando l'unica fonte è l'ufficio stampa della Guardia Civil. I mezzi di in-comunicazione hanno svolto al meglio il loro ruolo, ovvero quello di disinformare, pubblicando foto tratte da archivi e diffondendo dati personali che nulla avevano a che vedere con le accuse della Audiencia Nacional.
Il giorno della dichiarazione degli imputati a Madrid ha visto la presenza di una quarantina di persone solidali. Tutte sono state identificate e poi disperse dagli agenti antisommossa che vigilano sulla Audiencia Nacional. All'interno alcuni compagni hanno finalmente potuto essere difesi da un avvocato, ma non tutti.
Alla fine delle dichiarazioni Teo esce senza il pagamento di una cauzione e con la sola accusa di danneggiamento. Gli altri compagni sono invece trasferiti al carcere di Soto del Real, ma solo per pochi giorni.
Carol viene in seguito trasferita nel carcere femminile di Brieva ad Ávila. Juaquín a Navalcarnero, Igor resta a Soto del Real, Rafa va a Valdemoro, e l'altro compagno a Aranjuez. Con il trascorrere delle settimane tutti i compagni sono riusciti ad ottenere la regolarizzazione dei colloqui con i familiari e con gli avvocati, lo stesso dicasi per la corrispondenza e per le chiamate telefoniche con i parenti.
Sono tuttora sottoposti al cosiddetto regime FIES-3, ossia quello previsto per gli accusati di "banda armata-organizzazione terrorista". In tale regime hanno la possibilità di mantenere contatti con i prigionieri politici del movimento di liberazione nazionale basco e con quelli del PCE®-GRAPO, visto che sono reclusi nelle stesse sezioni.
In pratica la loro vita trascorre all'interno della routine penitenziaria. Ma anche in tale condizione hanno il morale forte, con la voglia di continuare nella lotta libertaria, senza rinunciare mai alle loro idee.
Lo scorso 17 settembre, ad un anno dagli arresti, i compagni sono stati convocati per una udienza preliminare davanti alla Audiencia Nacional. In questa fase del processo si viene a conoscenza dei capi d'imputazione e delle prove da parte dell'accusa.
La strategia dei compagni è stata quella di non entrare nel merito delle accuse, manifestando la propria estraneità alla banda armata chiamata "movimento anarchico libertario e dell'estrema sinistra" come indicato dagli atti. Hanno invece denunciato le torture fisiche e psicologiche alle quali sono stati sottoposti nelle celle della Guardia Civil, così come l'impossibilità ad avere una difesa legale in quei primi giorni di detenzione.
Attualmente il caso viene seguito dal magistrato della procura centrale d'Istruzione della Audiencia Nacional, Fernando Grande-Marlasca Gómez.
Ci sono in ballo due ricorsi: il primo richiede la libertà condizionale per tutti fino all'esito del processo e il secondo chiede lo stralcio della posizione di Teo ed il trasferimento del suo processo a Barcellona, trattandosi di un reato minore estraneo alla giurisdizione della Audiencia Nacional. Siamo in attesa che delle decisioni in merito ai ricorsi, mentre sembra che il processo verrà celebrato l'anno prossimo.
Il nostro desiderio è che Rafa, Carol, Joaquin, Igor, Teo, Iñigo... non vengano dimenticati come tanti altri compagni detenuti per le loro idee, ricordandoci che anche noi all'esterno non siamo del tutto liberi.
Per terminare, rivolgiamo un appello per una presa di coscienza, e non di vittimismo. Abbiamo bisogno di dar vita a delle casse di resistenza economica che funzionino non solo quando riceviamo dei colpi. Abbiamo bisogno di creare reti d'appoggio di fronte alla repressione ed al carcere.
"Non possiamo vivere eternamente circondati da morti e dalla morte, e se ancora restano dei pregiudizi bisogna distruggerli. (uno non può) rinchiudersi vigliaccamente in un testo, in un libro o una rivista, dai quali non uscirà mai, ma al contrario deve uscire fuori per scuotere, per attaccare (.) altrimenti a cosa serve?"
Artaud
Barcellona, 4 ottobre 2004
Indirizzi:
CAROLINA FORNÉ ROIG
C.P. Brieva
Ctra Vicolozano-Brieva s/n
05194 Ávila
RAFAEL TOMÁS I GASPAR
C.P. Madrid III
Ctra Pinto a San Martín de la Vega, km 5
28340 Valdemoro - Madrid
IGOR QUEVEDO ARAGAI
C.P. Madrid V
Apdo 200
28791 Soto del Real - Madrid
JOAQUÍN GARCÉS VILLACAMPA
C.P. Navalcarnero
Ctra Nacional V - km 27,7
28600 Navalcarnero - Madrid
Conto corrente bancario per contributi di sloidarietà: BBVA 0182 7028 21 0201530482
fonte: Uhuru
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Message: 7
Date: Sat, 9 Oct 2004 18:09:49 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Napoli: Bunuel - rassegna sul cinema anarchico
di Luis Buñuel
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Message: 8
Date: Sat, 9 Oct 2004 18:10:34 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Napoli: ammazzare il tempo
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Message: 9
Date: Sat, 9 Oct 2004 23:26:00 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Modena: Libera non si sposta
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Libera non si sposta
Ieri sera, venerdì 8 ottobre, a Libera più di cento persone hanno partecipato ad oltre 3 ore di discussione per cercare strategie comuni per contrastare il progetto DS/Margherita dell'autodromo di Marzaglia. Erano presenti varie associazioni ambientaliste (Lega ambiente, WWF, Rinatura, Ekidna), l'associazione familiari delle vittime della strada, rappresentanti di Verdi e Rifondazione, collettivi e gruppi anarchici, alcuni operatori del Gattile, Attac, Rete di Lilliput, Comitato cittadini di Marzaglia, Social Forum di Modena e molte altre individualità. Durante la giornata di ieri abbiamo inoltre ricevuto numerose mail di solidarietà. La decisione finale emersa dall'assemblea è quella di CONTINUARE la nostra RESISTENZA negli spazi che stiamo occupando "Fino alla fine". Tutti gli interventi hanno ben marcato l'assurdità di un autodromo e la necessità di invertire la rotta di un finto progresso che ci porterà all'autodistruzione. L'opposizione all'autodromo si è arricchita di varie proposte e nuove adesioni. E' stata riconosciuta da tutti l'importanza dell'esperienza sociale, politica ed ecologica che Libera ha finora rappresentato e l'incisività delle sue azioni. Libera non è solo un luogo di aggregazione ma esprime anche una visione del mondo incompatibile con l'attuale politica diessina: si può pensare di spostare un gruppo di amici ma non un progetto politico, Libera non accetterà una manovra che preveda la distruzione ambientale di Marzaglia. Abbiamo in programma numerose altre iniziative come la critical mass di sabato 30 ottobre. Spazio sociale libertario/anarchico Libera.
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Message: 10
Date: Sat, 9 Oct 2004 23:29:52 +0200
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] [indymedia italia] comunicato 09.10 - il
rapimento delle due ahimsa
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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comunicato del 09.10.2004 sulla sottrazione dei due server di indymedia del 07 ottobre
Giovedi' 7 ottobre 2004, l'FBI, su ordine federale, ha richiesto a Rackspace (un provider statunitense) di consegnare loro l'hardware dei due server (ahimsa1 e ahimsa2) che ospitano indymedia italia, decine di altri nodi del network e molti progetti no-profit internazionali.
I due server si trovavano nella loro filiale londinese e Rackspace li ha consegnati immediatamente senza prima avvisare gli amministratori delle macchine e senza rendere note le basi legali di questa consegna in territorio britannico.
E' un atto intimidatorio.
Un atto teso ad inviare un chiaro segnale a indymedia e a tutti coloro i quali immaginano una realta' altra impedendoci tra l'altro di ripristinare rapidamente i siti.
Come i mercati finanziari, oggi sono globalizzati anche il controllo, la repressione della liberta' di informazione, la guerra preventiva senza frontiere. Anche l'ultimo frammento di liberta' che rimane piu' intimamente legato a ognuno di noi: la possibilita' di esprimere le proprie opinioni e conoscere quelle altrui non e' piu' possibile ne' nel proprio paese, ne' a livello internazionale.
Gli accordi multilaterali per estendere la legislazione di emergenza a ogni aspetto della vita e del globo trovano in questo episodio una loro drammatica conferma, a dispetto di ogni definizione di diritti civili, delle stesse legislazioni nazionali e delle liberta' universali.
Indymedia non conosce ancora i motivi della sottrazione dei propri dati e questo non e' un caso, perche' non e' necessaria alcuna giustificazione pubblica per negare la liberta' di informazione e di espressione.
L'"episodio Indymedia" e' solo l'ultimo in ordine di tempo di una escalation preoccupante di repressione che non riguarda soltanto il fantomatico mondo del digitale e della comunicazione, ma anche la contestazione di reati gravi come il 270 bis, ter e quater [sic!] (associazione sovversiva, che prevede pene decennali) solo per aver distribuito volantini in solidarieta' ad una persona arrestata, rispolverando il quantomai attuale reato di propaganda sovversiva cosi' amato dai regimi.
Ne sono altri fulgidi esempi la censura di Anarcotico.net, la causa di Trenitalia contro Autistici/Inventati per nascondere il fatto di aver trasportato armi per la guerra in Iraq, il sequestro di materiali in innumerevoli perquisizioni, la chiusura di siti, fino ad arrivare alla guerra contro lo scambio di saperi del decreto Urbani e della RIAA (come se condividere un file fosse grave, mentre non lo e' torturare un uomo nelle prigioni turche).
Pensiamo che questo attacco generalizzato alle liberta' di ogni individuo necessiti di una risposta vasta, sia sul piano delle forme che delle pratiche, e distribuita sui territori.
Se per noi fare informazione equivale a dare ad ognuno la possibilita' di pubblicare il proprio punto di vista e le proprie esperienze sul sito di indymedia italia, allora difendere la liberta' di espressione significa agire, ognuno con modi, tempi e immaginazione propri, contro questo e tutti gli altri atti che la violentano quotidianamente cercando di rinchiuderla nei confini della logica di emergenza e unita' internazionale.
Invitiamo tutti e tutte a esercitare pressione e attivarsi sia nella rete che nei territori.
Oggi l'informazione e' sovversione: Uno mille centinaia di migliaia di sovversivi in ogni luogo.
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Fine di Digest di Contropotere, Volume 7, Numero 5
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