[Presos] Digest di Contropotere, Volume 7, Numero 15

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Sun Oct 31 12:01:13 CET 2004


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Argomenti del Giorno:

   1. Stralci di lettere di Tittarello e Tombolino 
      (contropotere at inventati.org)
   2. Torino: serata antimilitarista il 5 novembre
      (contropotere at inventati.org)


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Message: 1
Date: Sun, 31 Oct 2004 11:19:24 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Stralci di lettere di Tittarello e Tombolino 
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Stralci di una lettera di Tittarello dal carcere "Le Vallette" di Torino.

12/10/2004.

[.] Ho saputo degli "scherzi" che fanno riguardo alla corrispondenza per cui vorrei evitare di scrivere solo per Vitello. Come già saprete, vige la censura e tutto ciò che non garba ai censori viene sequestrato e spedito al p.m.. Per ora sono a quota 7, di cui una lettera era un altro comunicato. 

Credo che sappiate già delle restrizioni all'interno, censura, perquisizioni e isolamento. Io, anche se incazzato nero, tengo duro. 

[.] Vi racconto un episodio che mi è successo ieri 11/10 che vorrei che faceste girare e conoscere il più possibile. 

Dunque, vengo accompagnato dall'assistente che "cura" la mia censura al casellario per ritirare un pacco. Appena entrato sento un pizzico sull'addome. Mi accorgo che la guardia che mi doveva consegnare il pacco mi aveva appoggiato il coltello sulla pancia. Realizzato ciò che era successo gli intimo di non permettersi più di fare una cosa del genere. Lui, l'infame, risponde ironicamente che si era meravigliato che il coltello non fosse entrato. 

Io non mi sono fatto nulla, ma l'incazzatura è notevole. Comunque ho aspettato la reazione degli altri due agenti presenti che chiaramente sostengono di non essersi accorti di nulla. Ritornato in cella la rabbia continuava a salire e mentre stavo andando all'ora d'aria ho incontrato nuovamente l'assistente che mi aveva accompagnato al quale ho vomitato tutto il mio disprezzo. Lui ha continuato a sostenere di non essersi accorto di nulla. Non preoccupatevi più del dovuto, fortunatamente non mi è successo nulla e quando questa lettera vi arriverà saranno già stati risolti i vari problemi [.].

[.] comunque sempre a testa alta e con l'anarchia nel cuore. Un saluto ribelle a tutti/e. 

Titto. 
***</>

Stralci di una lettera di Tombolino rinchiuso nel carcere di Poggioreale, ha appena terminato una settimana in una cella di punizione, in un padiglione destinato ai detenuti nel regime speciale 41 bis.

[.] Vi scrivo dalle celle punitive dove mi trovo dal 13 e dovrò rimanerci fino al 20, dopo aver discusso con un appuntato e dopo il consiglio disciplinare fattomi dal signor direttore in persona ho avuto questa punizione esemplare. Dicono che io abbia dato dell'ignorante a uno o più agenti, sinceramente non ricordo se lo ho fatto o no, ma non ci vedo niente di male ad esprimere la mia opinione che non sarà diversa quando uscirò da questo "buco". Mi hanno portato qui perché pensano che con questo riescono a trasformarmi in una marionetta, come vorrebbero che sia, ma si sbagliano perché il mio essere più subisce più reagisce. Comunque mi trovo in celle fredde, umide, senza tv che è l'unico benessere, senza passeggio, senza potermi cucinare, inoltre le luci o il fumare è tutto preordinato per far si che il detenuto chiami e chieda l'autorizzazione. 

[.] Devo dire che le vostre lettere e i vostri telegrammi sono per me molto importanto perche mi danno forza, speranza, voglia di lottare, pensando che come me c'è tanta gente che condivide le mie idee e i miei metodi. [.] Comunque il tempo mi passa a volte 

anche troppo velocemente, per fortuna non può fermarlo nessuno, per me prima o poi arriverà la liberazione mentre per loro no, loro saranno prigionieri a vita, servi di un potere al quale si sottomettono quotidianamente[.].

Adesso vi do un fortissimo abbraccio, e vi saluto sempre e comunque a testa alta!!

Tombolino.




Cassa Anarchica di Solidarietà Anticarceraria 
via dei messapi 55 
Latina 04100

agitazione at hotmail.com 


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Message: 2
Date: Sun, 31 Oct 2004 11:20:42 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Torino: serata antimilitarista il 5 novembre
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
Message-ID: <007301c4bf33$4ff21900$b80f5097 at kaoxnet>
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Torino: NATO, un'alleanza di morte

Venerdì 5 novembre alle 21,15 in corso Palermo 46 serata antimilitarista.
Interventi di Stefano Capello collaboratore di Umanità Nova su "Crisi dell'egemonia USA e ruolo della NATO" e di Stefano Raspa del Comitato contro Aviano 2000 "Le basi USA/NATO e il sistema militare italiano". Segue dibattito. 

Si raccolgono adesioni alla partenza collettiva in treno per la manifestazione anti NATO di Mestre del 13 novembre ore 14,30.

Federazione Anarchica Torinese - FAI
Corso Palermo 46 - la sede è aperta ogni giovedì alle ore 21,15.

Noi contro tutte le guerre, tutte le guerre contro di noi!
Ci hanno raccontato che la guerra in Afganistan avrebbe liberato le donne: tre anni dopo una donna afgana vota con il burka addosso! Quest'immagine è lo specchio di un paese dove la quotidianità è fatta di oppressione religiosa sessista, di occupazione militare Usa-Nato, di torture nelle carceri, dell'imperversare dei signori della guerra e del narcotraffico. Cambiano i timonieri non è mutata la rotta.

Ci hanno raccontato che la guerra in Iraq avrebbe liberato gli iracheni dalla dittatura: due anni dopo nello stesso carcere dove Saddam macellava i propri oppositori gli invasori statunitensi torturano e umiliano i prigionieri, a Falluja la gente muore sotto le bombe, il paese è sotto il tallone di padroni feroci ed avidi. È cambiato il musicista ma la musica è rimasta la stessa. 

Cosa sia la guerra è sotto gli occhi di tutti: nelle immagini delle mille stragi perpetrate quotidianamente in nome della "democrazia e della libertà". L'orrore tecnologico della morte asettica, portata dai bombardieri e l'orrore antico delle carni lacerate, delle case sventrate, delle torture e degli stupri. La guerra. Senza aggettivi, senza l'ipocrisia infame delle missioni umanitarie, senza l'indecenza della guerra di civiltà, una civiltà che si mostra sui corpi dilaniati di uomini, donne, bambini in Afganistan e in Iraq.
In queste carneficine ci sono truppe e mezzi militari col tricolore, e solo pochi anni fa aerei italiani hanno sganciato bombe su obiettivi civili e militari nei Balcani.

Ma se tutto questo è possibile è anche per responsabilità della cosiddetta sinistra. Cgil, Cisl, Uil non hanno trovato la volontà ed il coraggio politico di promuovere uno sciopero generale che mettesse alle corde il governo della guerra, lo stesso governo che finanzia le imprese militari e nuovi armamenti tagliando spese sociali, pensioni, stipendi.
I partiti del centro-sinistra, gli stessi che si candidano quale alternativa all'attuale maggioranza governativa, sono in difficoltà persino a richiedere il ritiro incondizionato delle truppe italiane dai teatri di guerra.

LA LORO GUERRA, LA NOSTRA GUERRA 
Facciamo due calcoli.
I militari italiani in missione in Iraq, Afghanistan e Balcani hanno una paga-base mensile di circa 4 mila e 200 Euro (per la semplice truppa), senza contare le varie indennità di servizio; un operaio ha invece un salario base mensile che generalmente non arriva ai mille Euro. Dall'inizio dell'intervento in Iraq, i militari italiani hanno avuto 19 morti; in Italia ogni giorno ci sono 4/5 caduti sul lavoro. 

Un forte impegno antimilitarista è necessario per ragioni etiche ma non solo, perché questa guerra, come tutte le guerre, è contro di noi. Ne sono vittime gli sfruttati, gli oppressi, i senza potere.

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