[Presos] Digest di Contropotere, Volume 8, Numero 3

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Sat Nov 6 12:01:10 CET 2004


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Argomenti del Giorno:

   1. Appello assemblea venerdì 5 nov. a Bergamo
      (contropotere at inventati.org)
   2. Modena: appuntamenti a Libera (contropotere at inventati.org)
   3. Rivoli (TO): via dei Disertori sostituisce c.so IV	Novembre e
      via della Vittoria (contropotere at inventati.org)
   4. Alessandria: coperte le vergogne del militarismo
      (contropotere at inventati.org)
   5. IV novembre antimilitarista (contropotere at inventati.org)
   6. Ultimo comunicato della Campagna Contro Benetton
      (contropotere at inventati.org)
   7. Lettera di Francesco Gioia dalla latitanza
      (contropotere at inventati.org)
   8. CD Benefit per il Silvestre (contropotere at inventati.org)
   9. Info dalla Biblioteca francisco ferrer - Genova
      (contropotere at inventati.org)


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Message: 1
Date: Thu, 4 Nov 2004 14:06:09 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Appello assemblea venerdì 5 nov. a Bergamo
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Appello assemblea venerdì 5 nov. a Bergamo


La notte tra sabato 16 e domenica 17 ottobre, a poca distanza dal c.s.a. Pacì Paciana, 4 giovani venivano aggrediti da una decina di "naziskin" armati di bastoni e coltelli. Uno dei giovani finiva al pronto soccorso, mentre la loro auto restava pesantemente danneggiata. Nell'ultimo anno e mezzo episodi simili si sono susseguiti in tutta la Lombardia sempre più frequentemente: attentanti incendiari, assalti a centri sociali, aggressioni e provocazioni di vario tipo. I tutori dell'ordine, tanto solerti nei nostri riguardi, assumono invece posizioni ambigue (per non dire di peggio..) nei confronti di questi personaggi, che, più che rivoluzionari nazion-socialisti, spesso e volentieri appaiono come stupide pedine impiegate nell'attuazione di dozzinali strategie repressive. Basti ricordare i 4 giovani di Milano accusati di rapina (!!) perchè, di ritorno da un corteo antifascista tenutosi a Genova, avevano allontanato dal treno 3 teste rasate, sequestrandogli la giacca sulla quale comparivano simbologie razziste. Tutto lascia pensare che questi nazisti post moderni continueranno a riaffacciarsi nei mesi a venire, specialmente considerando l'impunità e la complicità di cui sembrano godere e la frequenza con cui continuano ad avere luogo avvenimenti analoghi.
Non ci sorprende essere tra i loro obbiettivi prediletti, come non ci sorprende che insieme a noi lo siano tutti coloro che cercano di offrire un'alternativa tanto difficile in una città come la nostra; come non ci sorprende sapere che, insieme a noi, sulla lista nera compaiono anche immigrati, omosessuali, tossicodipendenti, senzatetto e tutti coloro che di questa società costituiscono la parte debole e diversa e che per questo motivo subiscono spesso questo genere di discriminazione e prevaricazione violenta. Non ci sorprende nemmeno che il teatro di questa offensiva intollerante siano proprio le città dell' opulenta Pianura Padana, sempre più salotti, sempre meno patrimonio di chi le abita, raramente capaci di fornire risposte soddisfacenti ai bi-sogni dei soggetti attivi della metropoli. Bergamo, come le altre, si trasforma rapidamente, moltiplica le opportunità di consumo disinteressandosi di tutto ciò che non produce profitto, laddove la ricchezza di pochi genera contraddizioni e precarietà  per molti.
Da questa analisi è emersa l'esigenza di un incontro rivolto a tutta la cittadinanza, che possa essere prima di tutto un momento di informazione compartecipata sui fatti avvenuti in città e sul contesto più ampio nel quale essi si collocano. L'idea è quella di ricostruire una cronologia degli avvenimenti attraverso testimonianze dirette, relative anche ad episodi avvenuti in altre città, da cui sviluppare una riflessione collettiva sulle dinamiche che li possono aver determinati.
Invitiamo quindi tutte le realtà cittadine antifasciste, critiche, antagoniste, organizzate o informali, venerdì 5 novembre 2004 alle ore 20:45, presso l'auditorium della scuola Muzio al Villaggio degli Sposi.

Per chi arriva da fuori città: Autostrada A4, uscita Dalmine, seguire per Bergamo; superato il terzo incrocio con semafori imboccare la prima traversa sulla sinistra (via Promessi Sposi) e proseguire fino alla prima via sulla destra (via don Valvassori).

"non occorre essere forti per affrontare il fascismo nelle sue forme pazzesche e ridicole: occorre essere fortissimi per affrontare il fascismo come normalità, come codificazione, direi allegra, mondana, socialmente eletta, dal fondo brutalmente egoista di una società"

c.s.a. Pacì Paciana

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Message: 2
Date: Fri, 5 Nov 2004 14:06:28 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Modena: appuntamenti a Libera
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Message: 3
Date: Fri, 5 Nov 2004 14:06:54 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Rivoli (TO): via dei Disertori sostituisce
	c.so IV	Novembre e via della Vittoria
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Rivoli (TO): via dei Disertori sostituisce c.so IV Novembre e via della Vittoria

A Rivoli in questo 4 novembre di guerra e di sfacciata esibizione militarista la toponomastica bellica è stata trasformata in ricordo ai Disertori di tutte le guerre.
Trovate le foto di alcune targhe stradali prima e dopo il passaggio degli antimilitaristi e il manifesto affisso in questi giorni in tutt'Italia a quest'indirizzo:
http://italy.indymedia.org/news/2004/11/673263.php 

Rivoli (TO) 4 novembre 2004
Questa notte la toponomastica di Rivoli è cambiata: tutte le targhe stradali di corso "IV novembre" e di via della "Vittoria" sono diventate "Via Disertori di tutte le guerre". Il ricordo del massacro della prima guerra mondiale è stato sostituito con quello delle migliaia di uomini che hanno detto no, che si sono tolti la divisa, che hanno rifiutato di prendere parte alla carneficina. Molti di loro hanno pagato con la vita, falcidiati dal fuoco dei plotoni d'esecuzione. Per una notte sono stati sottratti all'oblio: questa mattina i lavoratori che affollano le fabbriche della zona hanno potuto disintossicarsi dall'orgia di retorica militarista con cui il governo e l'esercito hanno "festeggiato i massacri della prima guerra mondiale. Parate militari, esibizione di muscoli e carri armati, uniformi lustre nel centro delle principali città per celebrare la "vittoria" in una guerra nella quale milioni di proletari affogarono nel fango e nel sangue delle trincee. In nome della pat!
ria, d
ella bandiera, dei confini con i quali gli stati dividono la terra.
In questa giornata di lutto internazionale gli anarchici hanno voluto ancora una volta ribadire il loro rifiuto di tutte le guerre, di tutti gli stati, di tutti gli eserciti. 
L'Italia è in guerra. Truppe italiane sono nei Balcani, in Afganistan, in Iraq. Uomini, donne e bambini muoiono ogni giorno a Falluja, Samara, in tutto il martoriato paese tra il Tigri e l'Eufrate.
Nel terzo anno della guerra permanente il nostro paese è in prima fila: la chiamano guerra al terrore ma il terrore che seminano è infinito, la chiamano guerra per la libertà ma non fanno che moltiplicare l'oppressione, la chiamano guerra giusta e ogni giorno cresce l'ingiustizia, la ferocia, lo sfruttamento bestiale. 
Noi non ci stiamo.
Vogliamo essere con decisione e fermezza uomini e donne di parte.
La parte delle vittime. Sempre. A New York come a Belgrado, a Gerusalemme come a Kabul, a Baghdad come a Roma.
Opporsi alla guerra, a tutte le guerre, lottare contro gli eserciti, tutti gli eserciti, è giusto e necessario per fermare il terrorismo. Il terrorismo degli Stati, quello che ha massacrato civili innocenti nelle trincee d'Europa e quello, altrettanto feroce, che ha seminato la morte a Panama, in Somalia, Cecenia, Serbia, Kosovo, Afganistan Iraq. 
La fine della politica di potenza, la sconfitta della logica del profitto, del militarismo e del fanatismo religioso sono l'unica via che apre le porte ad un mondo libero e giusto, un mondo senza Stati, né frontiere, né eserciti.
La vera pace è la libertà e la giustizia sociale. Per tutti. Ovunque.

In tutt'Italia gli antimilitaristi anarchici hanno affisso una locandina a lutto che riportiamo sotto:
IV NOVEMBRE: NESSUNA FESTA MA LUTTO INTERNAZIONALE
Guerra 1914-1918: milioni di proletari massacrati nelle trincee ad unico vantaggio del militarismo, delle industrie belliche e degli speculatori. Solamente in Italia: 600.000 morti e centinaia di migliaia di feriti gravi.
Guerra permanente 2001-2004: migliaia e migliaia di morti sotto le bombe, per fame e malattia tra i civili afgani e iracheni ad unico vantaggio dei potenti della terra. In Iraq, dal marzo 2003, le vittime sono tra le 20 e le 30.000, non si contano i feriti, i mutilati, gli avvelenati dall'uranio.
Fuori la guerra dalla storia
Fuori gli eserciti dall'Iraq, dall'Afganistan, dal mondo intero
Federazione Anarchica Italiana - FAI

Sabato 13 novembre tutti a Mestre contro la NATO. Corteo antimilitarista antiautoritario alle 14,30 dai piedini di via Piave (di fronte alla stazione)

Torino venerdì 5 novembre alle 21,15 in corso Palermo 46 serata antimilitarista: "NATO, un'alleanza di morte"
Interventi di Stefano Capello collaboratore di Umanità Nova su "Crisi dell'egemonia USA e ruolo della NATO" e di Stefano Raspa del Comitato contro Aviano 2000 "Le basi USA/NATO e il sistema militare italiano". Segue dibattito. 
Si raccolgono adesioni alla partenza collettiva in treno per la manifestazione anti NATO di Mestre

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Message: 4
Date: Fri, 5 Nov 2004 14:07:15 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Alessandria: coperte le vergogne del
	militarismo
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Alessandria: coperte le vergogne del militarismo

Questa mattina la targa di piazza "Decorati al valor militare" è stata coperta con un telo bianco.
Sotto alla targa un manifesto titolato "Copriamo le vergogne del militarismo", di cui riproduciamo sotto il testo.
Nel pomeriggio gli anarchici del Perlanera hanno distribuito un volantino dal titolo "Facciamo la festa alle forze armate"

COPRIAMO LE VERGOGNE DEL MILITARISMO!
Le nostre città sono piene di monumenti, targhe, lapidi che ricordano assassini. Questi se le sono guadagnate per aver mandato a morte, ferito, mutilato, violentato centinaia, migliaia, milioni di persone (e più il numero aumenta, più pare che tali figuri debbano meritare omaggio.). Questi sono i vergognosi esempi che i nostri figli studiano a scuola, che incontrano in ogni piazza, in ogni strada: questo ed ogni altro genere di sopruso è ciò che il potere chiama "civiltà". Occorre che queste spaventose vergogne siano cancellate dalla nostra storia, dalla nostra memoria, dal nostro futuro. Vogliamo che nelle piazze siano raffigurati coloro che costruiscono, non i distruttori. Non vogliamo che i nostri figli vedano per le strade delle nostre città le effigi di chi si guadagna medaglie ed onori ammazzando altri bambini che hanno avuto la sfortuna di nascere dalla parte sbagliata del mondo, bambini nati con la guerra e morti di guerra. Per loro nessuno erige lapidi, né monumenti!
. Per 
loro persino la pietà è morta, ed anche per gli adulti. 
In questi anni, destra e "sinistra" (come cambiano di senso le parole!), governo ed "opposizione", hanno cercato di arruolarci, di unirci con la paura, di coprire le nostre vite con un sudario tricolore. Ma noi non ci siamo stati: abbiamo disertato le loro guerre, stracciato le loro bandiere, negata la loro retorica da caserma, disprezzato il pensiero unico.
Opporsi alla guerra, agli eserciti è anche scegliere di rifiutarne la disgustosa retorica, i simboli di odio e violenza, le immagini in cui lo sfoggio di forza diviene l'emblema della ragion di stato. La notizia dell'ennesima "strage umanitaria" perpetrata dalle truppe di "pace" in Iraq mostra ancora una volta il volto feroce di un'occupazione che riporta alla mente gli orrori del colonialismo nostrano, quello che oggi come ieri si trincera dietro il mito della missione "civilizzatrice". Incapaci di far da sé gli iracheni o chi per loro vanno "educati" alla democrazia, alla pace, alla convivenza. Anche a costo della vita - specie se è la loro. 
Occorre fermare la mano di questi assassini, di chi in nome della ragion di stato si macchia dei più efferati delitti. 
Fuori tutti gli eserciti dall'Iraq, dall'Italia, dal mondo, dalla storia! 
Noi abbiamo scelto di essere uomini e donne di parte. La parte degli oppressi, degli sfruttati, dei senzapatria. La parte di chi crede che non c'è pace senza uguaglianza - la parte di chi crede che non possano esistere guerre giuste, né poteri buoni.
IV NOVEMBRE, NON FESTEGGIAMO LE GUERRE COPRIAMO LE VERGOGNE DEL MILITARISMO PROPONIAMO UNA PIAZZA AL DISERTORE!
ALCUNI ANARCHICI HANNO TRASFORMATO PIAZZA DECORATI AL VALOR MILITARE

Questo il testo del volantino distribuito nel pomeriggio del IV novembre ad Alessandria dagli anarchici del Perlanera

FACCIAMO LA FESTA ALLE FORZE ARMATE!!!
L'ITALIA È IN GUERRA ANCHE SE FINGE DI NON SAPERLO, così mentre i militari italiani continuano a belligerare in Iraq e Afganistan, "l'esercito dei vari gruppi integralisti" si sfoga sia contro chi, proveniente da tutto il mondo, è impegnato nel sociale, o si occupa dell'informazione (anche se dichiaratamente contrario all'invasione dell'Iraq), sia contro i nemici propriamente detti: mercenari e militari dell'esercito ufficiale, e questo scenario è purtroppo destinato ad ingigantirsi (vedi l'attentato alla stazione di Madrid).
TUTTO CIO' PER AVER SEGUITO UNA POLITICA BELLICISTA SENZA NESSUNA VIA D'
USCITA, INSCENANDO UNA GUERRA SANTA AD OPERA DI CRISTIANI ACCECATI DA UN' ORTODOSSIA DI SCONTRO FRA CIVILTA' CHE COMUNQUE NASCONDE, NEANCHE TROPPO VELATAMENTE, ENORMI INTERESSI DI SUPREMAZIA ED EGEMONIA MILITARE ED ECONOMICA. 
La logica dell'invasione è divenuta concime d'odio per le istanze demenziali di un integralismo che comunque si giustifica essendo invaso e non invasore.

IN QUESTO CONTESTO SI CELEBRA LA FESTA DELLE FORZE ARMATE E LA VITTORIA DELLA GUERRA 1914-18. IN UNA GUERRA NON CI SONO VITTORIE, MAI!!!
Allora, solo in Italia, ci furono 600.000 morti e centinaia di migliaia di feriti gravi. Oggi la guerra permanente 2001-04 ha mietuto migliaia di vittime sotto le bombe, per fame e malattie fra i civili afgani e iracheni ad unico vantaggio dei potenti della terra. In Iraq, da marzo 2003 ad oggi, le vittime sono state fra 20 e 30.000, non si contano i feriti, i mutilati, gli avvelenati dall'uranio.
FUORI LA GUERRA DALLA STORIA FUORI GLI ESERCITI DALL'IRAQ, DALL'AFGANISTAN E DAL MONDO INTERO
VIVA I DISERTORI

IL DISERTORE (Boris Vian)
In piena facoltà
egregio presidente
le scrivo la presente
che spero leggerà.
La cartolina qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest'altro lunedì
Ma io non sono qui
egregio presidente
per ammazzar la gente
più o meno come me
Io non ce l'ho con lei
sia detto per inciso
ma sento che ho deciso
e che diserterò.
Ho avuto solo guai
da quando sono nato
i figli che ho allevato
han pianto insieme a me.
Mia mamma e mio papà
ormai son sotto terra
e a loro della guerra
non gliene fregherà.
Quand'ero in prigionia
qualcuno mi ha rubato
mia moglie e il mio passato
la mia migliore età.
Domani mi alzerò
e chiuderò la porta
sulla stagione morta
e mi incamminerò.
Vivrò di carità
sulle strade di Spagna
di Francia e di Bretagna
e a tutti griderò.
Di non partire più
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.
Per cui se servirà
del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro
se vi divertirà.
E dica pure ai suoi
se vengono a cercarmi
che possono spararmi
io armi non ne ho.

PERLANERA

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Message: 5
Date: Fri, 5 Nov 2004 14:07:35 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] IV novembre antimilitarista
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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IV novembre antimilitarista

Milano

Il 4 novembre: corteo funebre nel centro. Appuntamento ore 18,30 alla fontana del castello, vestiti a lutto.

Il 6 novembre: pomeriggio presidio antimilitarista e contro la guerra in piazza S. Eustogio (esposizione cartelli antimilitaristi, esposizione e vendita stampa e libri, musiche ed interventi). Verrà distribuito un volantino in preparazione.

Partecipano all'iniziativa: la Federazione Anarchica Milanese, il circolo anarchico "i malfattori", il collettivo del Torchiera, il collettivo "Organizzazione Spazi Liberati", Laboratorio Libertario (Varese).

Alle 21 si svolgerà un dibattito di approfondimento sulle stesse tematiche al "Torchiera", con la partecipazione di Stefano Raspa del Comitato Unitario contro Aviano 2000.

Torino

NATO, un'alleanza di morte
Venerdì 5 novembre alle 21,15 in corso Palermo 46 serata antimilitarista.
Interventi di Stefano Capello collaboratore di Umanità Nova su "Crisi dell'egemonia USA e ruolo della NATO" e di Stefano Raspa del Comitato contro Aviano 2000 "Le basi USA/NATO e il sistema militare italiano". Segue dibattito. 

Si raccolgono adesioni alla partenza collettiva in treno per la manifestazione anti NATO di Mestre del 13 novembre ore 14,30.

Noi contro tutte le guerre, tutte le guerre contro di noi!
Ci hanno raccontato che la guerra in Afganistan avrebbe liberato le donne: tre anni dopo una donna afgana vota con il burka addosso! Quest'immagine è lo specchio di un paese dove la quotidianità è fatta di oppressione religiosa sessista, di occupazione militare Usa-Nato, di torture nelle carceri, dell'imperversare dei signori della guerra e del narcotraffico. Cambiano i timonieri non è mutata la rotta.

Ci hanno raccontato che la guerra in Iraq avrebbe liberato gli iracheni dalla dittatura: due anni dopo nello stesso carcere dove Saddam macellava i propri oppositori gli invasori statunitensi torturano e umiliano i prigionieri, a Falluja la gente muore sotto le bombe, il paese è sotto il tallone di padroni feroci ed avidi. È cambiato il musicista ma la musica è rimasta la stessa. 

Cosa sia la guerra è sotto gli occhi di tutti: nelle immagini delle mille stragi perpetrate quotidianamente in nome della "democrazia e della libertà". L'orrore tecnologico della morte asettica, portata dai bombardieri e l'orrore antico delle carni lacerate, delle case sventrate, delle torture e degli stupri. La guerra. Senza aggettivi, senza l'ipocrisia infame delle missioni umanitarie, senza l'indecenza della guerra di civiltà, una civiltà che si mostra sui corpi dilaniati di uomini, donne, bambini in Afganistan e in Iraq.
In queste carneficine ci sono truppe e mezzi militari col tricolore, e solo pochi anni fa aerei italiani hanno sganciato bombe su obiettivi civili e militari nei Balcani.

Ma se tutto questo è possibile è anche per responsabilità della cosiddetta sinistra. Cgil, Cisl, Uil non hanno trovato la volontà ed il coraggio politico di promuovere uno sciopero generale che mettesse alle corde il governo della guerra, lo stesso governo che finanzia le imprese militari e nuovi armamenti tagliando spese sociali, pensioni, stipendi.
I partiti del centro-sinistra, gli stessi che si candidano quale alternativa all'attuale maggioranza governativa, sono in difficoltà persino a richiedere il ritiro incondizionato delle truppe italiane dai teatri di guerra.

LA LORO GUERRA, LA NOSTRA GUERRA 
Facciamo due calcoli.
I militari italiani in missione in Iraq, Afghanistan e Balcani hanno una paga-base mensile di circa 4 mila e 200 Euro (per la semplice truppa), senza contare le varie indennità di servizio; un operaio ha invece un salario base mensile che generalmente non arriva ai mille Euro. Dall'inizio dell'intervento in Iraq, i militari italiani hanno avuto 19 morti; in Italia ogni giorno ci sono 4/5 caduti sul lavoro. 

Un forte impegno antimilitarista è necessario per ragioni etiche ma non solo, perché questa guerra, come tutte le guerre, è contro di noi. Ne sono vittime gli sfruttati, gli oppressi, i senza potere.
Federazione Anarchica Torinese - FAI
Corso Palermo 46 - la sede è aperta ogni giovedì alle ore 21,15.

Seravezza (LU)
Anarchica giornata
Sabato 6 novembre, a Seravezza (LU), presso il teatrino Delatre in via Delatre 105, "Anarchica Giornata 2004". Ore 16 assemblea: In divisa mai! Antimilitarismo e lotte di liberazione nella società dello sfruttamento e della guerra. Interverrà Pietro Stara della FAI e della rivista Collegamenti-Wobbly.
Ore 22 concerto della A Band dallo spazio sociale libertario/anarchico Libera di Modena. Durante la giornata banchetto con la stampa anarchica, cibo e bevande per tutti.
Gruppo anarchico versiliese
Dalla Versilia, Massa Carrara e La Spezia è in preparazione un pullman per la manifestazione contro la NATO del 13 novembre a Mestre. Gli interessati a partecipare sono invitati a rivolgersi ad Alfo: 0585 75143.

Bologna
novembre antimilitarista
Anche a Bologna le prime settimane di novembre vedranno l'attività anarchica all'impronta dell'antimilitarismo. Il Circolo Anarchico "C. Berneri" organizza una serie di iniziative:
- giovedì 4 novembre, presso il circolo (porta S. Stefano)- ore 21 - assemblea per le iniziative contro la guerra, per la partecipazione alla manifestazione di Mestre, per le iniziative dei giorni successivi;
- sabato 6 novembre, in piazza 8 Agosto (piazzola) - ore 15 - presidio e volantinaggio contro tutti gli eserciti, per la loro definitiva dissoluzione affinché non possano più ammorbare l'umanità;
- martedì 9 novembre, presso il circolo - ore 21 - conferenza dibattito con la partecipazione di Achille Ludovisi: la potenza e la nocività del militarismo, i suoi costi, le sue strategie di annientamento dell'intera umanità.
- sabato 13 novembre parteciperemo numerosi alla manifestazione di Mestre; abbiamo valutato più economico lo spostamento in treno, per cui ci daremo un appuntamento collettivo alle 12,30 alla stazione centrale; per contatti 051-391202 (circolo Berneri, il giovedì ed il venerdì regolarmente ed anche il 6 ed il 9 novembre) oppure 3357277140 (Walter).
Circolo Anarchico Camillo Berneri di Bologna

Pisa
Serata antimilitarista
Lunedì 8 novembre a Pisa, serata antimilitarista in sostegno della manifestazione del 13 novembre a Mestre, organizzata dal "Coordinamento Anarchici e Libertari". Ore 19,30 aperitivo musicale con "pa Dredla", ore 20 cena. Durante la serata ci saranno delle comunicazioni antimilitariste, diffusione di materiali informativi e musica.
L'iniziativa si svolgerà al Cantiere San Bernardo, via Pietro Gori 24.

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Message: 6
Date: Fri, 5 Nov 2004 15:50:47 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Ultimo comunicato della Campagna Contro
	Benetton
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"Se si accetta il principio che la proprietà è necessaria,

 si può ben discutere se sia necessario o meno che resti nelle stesse mani"

Lettera aperta di Luciano Benetton, Repubblica 13.07.04

 

   Compagne e compagni,

 

quello che state leggendo è l'ultimo comunicato firmato dalla Campagna Contro Benetton.

 

E' dal 1996 che alcune individualità libertarie hanno deciso di seguire e di rilanciare le denunce che venivano dalla Patagonia in merito alla presenza del gruppo Benetton in quei luoghi. Nel corso degli anni, con notevoli difficoltà, si è dato vita a questo gruppo informale denominato Campagna Contro Benetton nella convinzione che le multinazionali vanno colpite alla radice e quindi anche nei luoghi di origine, anche laddove nessuno immaginerebbe i danni che esse provocano.

Si è trattato di un approccio diverso da quello utilizzato da altre campagne contro le multinazionali, con le petizioni, la proposta di dialogo e la trattativa con la controparte.

La Campagna si è sempre caratterizzata proprio per il contrario, ossia per il rifiuto del dialogo. In tale ottica sono apparse più che interessanti tutte quelle azioni di sabotaggio effettuate, non solo sul territorio italiano, da parte di individualità che hanno così attaccato in maniera diretta e senza mediazioni la proprietà di una multinazionale.

 

Ma non basta, nel corso degli anni sono venuti fuori molti altri aspetti del gruppo veneto, come abbiamo documento in diversi comunicati o iniziative. La grande scalata della Edizione Holding, finanziaria dei Benetton, ad una serie di attività come lo smembramento di SME, l'acquisizione della Società Autostrade e l'entrata nel campo della telefonia ha fatto capire che ci troviamo dinanzi ad un impero economico con il quale abbiamo a che fare tutti i giorni, volenti o nolenti.

 

Questo impero che si è costituito nell'arco di pochi anni non ha incontrato ostacoli di sorta, se non fosse per quei folli anarchici che gli spaccavano le vetrine o stavano ore a protestare davanti agli spacci dei colori uniti dello sfruttamento. 

 

Ebbene dopo tanti sforzi ci troviamo di fronte ad una iniziativa della quale siamo venuti a conoscenza solo a giochi fatti. Di seguito si riporta il programma della visita di alcuni mapuche che stanno per venire in Italia per incontrarsi con i Benetton, proprio per discutere della restituzione di un lotto di terra dalla quale una famiglia è stata sgomberata un paio d'anni fa. Ad organizzare il viaggio sono i VERDI assieme ad altri partiti o movimenti.

 

Non sappiamo se ci sarà questo incontro tra Benetton ed i mapuche e se la terra sarà effettivamente restituita. La Campagna sa solo che non si presterà in alcuna maniera a questa trattativa in cui per un misero terreno il gruppo Benetton avrà pubblicità gratuita all'interno del variegato mondo del sinistrume nostrano.

 

Ci preme solo sottolineare un aspetto piuttosto inquietante. Noi non riusciamo a capire la funzione di deputati e senatori dei seguenti partiti: DS, PDCI, RC e VERDI in tutto questo. Sono dei mediatori o sono degli oppositori alla multinazionale italiana? In ambo i casi non sono affatto credibili.

 

Qualche esempio, tanto per capirci: sarebbe sin troppo facile attaccare i DS  per la storia di Telekom Serbia- Telecom Italia (40% Benetton) e poi è un argomento che piace molto alla destra di regime.

Allora come la mettiamo con quanto accadde durante la guerra al Kosovo voluta dal governo di centrosinistra italiano? Durante quella sciagurata spedizione "umanitaria" le associazioni pacifiste parteciparono ad un ambiguo programma di aiuti umanitari. Quel programma che vide assieme Acunr, Missione Arcobaleno, Consorzio italiano di solidarietà e Associazione per la Pace, venne promosso proprio da Benetton (il manifesto, 27.4.99) con una campagna pubblicitaria ad hoc.

 

E la Banca Etica? Dal numero 13 di Carta apprendiamo che "Etica Sgr, la società che gestisce fondi per la Banca Etica, ha appena deliberato l'investimento nelle azioni Telecom" (cioè Benetton al 40%). Ossia che alla fin dei conti i signori Benetton arrivano a finanziare la protesta che i signori deputati e movimentisti fanno contro di loro.

 

Come la mettiamo con Amnesty International? Questa associazione che per anni ha vissuto di rendita sequestrando gli obiettori di coscienza in servizio civile non ha detto nulla quando il gruppo Benetton ha sborsato 50.000 dollari al Fondo per il risarcimento delle vittime del crimine dello Stato del Missouri quale indennizzazione della campagna pubblicitaria "We on death Row", in cui vennero utilizzate le foto dei condannati a morte. Piccolo dettaglio: il risarcimento era dovuto perché all'America forcaiola non piacquero quei manifesti (corriere della sera, 17.06.01). E ancora, non ci pare che Amnesty si sia pronunciata contro lo sfruttamento dei detenuti italiani nei call center Telecom installati nelle prigioni.

 

Ancor meno credibili ci paiono tutti quegli organi di informazione tanto cari a questi movimentisti (il manifesto, Alias, Carta, Vita.) che non esitano ad accettare la pubblicità Benetton e delle società da questa controllate.

 

No, questa trattativa è una farsa e ci dispiace moltissimo che i fratelli mapuche si siano lasciati fuorviare dalla spettacolarizzazione della lotta. Noi li abbiamo seguiti in ben altre situazioni, noi siamo e saremo sempre al loro fianco quando lotteranno concretamente lasciando da parte il ciarpame costituito da parlamentari e professionisti della miseria altrui. Non ci servono master per capire come stanno le cose, non abbiamo bisogno della cultura accademica per lottare.

 

In questo momento siamo a fianco dei fratelli e sorelle mapuche che in Cile hanno deciso di darsi alla clandestinità piuttosto che sottostare ad un processo per "associazione terrorista", così come siamo vicini ad altri mapuche che stanno scontando condanne di decine di anni di galera per aver osato lottare contro le multinazionali, con tutte le armi a loro disposizione.

 

Ma siamo anche vicini ai compagni che nel corso di questi anni sono stati accusati degli atti di sabotaggio contro Benetton, come degli altri che hanno delle denunce in corso. Una di queste riguarda i compagni che pochi mesi fa hanno manifestato ad Arezzo contro Benetton e che adesso sono imputati per "corteo non autorizzato, blocco stradale, aver gettato ortaggi contro centri commerciali, aver gettato petardi contro le forze dell'ordine". Certo i parlamentari movimentisti non rischieranno così tanto per esprimere democraticamente il proprio dissenso!

 

Prima di chiudere, una ultima cosa. La fine della Campagna Contro Benetton non significa affatto che adesso è finita la nostra lotta contro le multinazionali. Anzi, è proprio vero il contrario! Da adesso si lavorerà con più rabbia contro questi imperi soprannazionali capaci di influenzare la vita di ognuno di noi.

In fondo Luciano Benetton ha maledettamente ragione nella sua lettera aperta: "se si accetta il principio.". E' proprio questo principio di proprietà che noi Anarchici non accettiamo!!!

 

 

Campagna Contro Benetton

 

 

 

 

Programma della visita dei Mapuche in Italia, organizzata dai VERDI 

 

Martedì  9 novembre: possibili interviste a radio locali di sinistra

 Nella notte probabile programma TV in cui emettiamo un nostro programma 

 

Mercoledì 10 novembre: alle ore 12.00 conferenza stampa alla quale sono invitati

 F. Martone (sen. Verde), L. De Petris (Senatrice Verde), F. Bandoli (Deputata DS),  Luana 
Zanella (Deputata Verde)

Ore 15.00 incontro nella conferenza dei Nobel

 

Giovedì 11 novembre: mattina: incontro all'Università "La Sapienza" con il prof. Colajanni, la ONG Ricerca e Cooperazione e gli studenti 

                                     pomeriggio:  incontro organizzato con Amnesty International presso la loro sede nazionale 

                                     18.00 Incontro con l'Associazione 360 

 

Venerdì 12 Novembre: Mattina probabile emissione RomaUno + radio 

                                     14.00: Incontro alla terza Università di Roma, Master di educazione alla pace 

                                      17:30 Dibattito nel salone della sede della nostra Associazione (Roma) - invitati: L. De Petris (senatrice verde) e deputati di PRC e PDCI,........., giornalisti 
                                      Con la partecipazione delle associazioni Domus Mea, Progetto Sur, 

                                      Soci Lazio Banca Popolare Etica, Ricerca e Cooperazione, 

                                      Movimondo  

          

Sabato 13 novembre:  mattina possibile protesta davanti al negozio Benetton 

                                     Pomeriggio: manifestazione per la Palestina 

                                      Notte: cena pubblica sociale in collaborazione con Proyecto Sur 

  

Dom 14 novembre: Libero 

  

Lun 15 novembre: Libero 

  

Martedì 16 novembre: CAMPO BASE (Scanzano) in collaborazione con il Comitato 

                                      "Skanziamo Le Scorie" (contro il deposito nucleare)


Mercoledì 17 novembre: dibattito a Milano organizzato in collaborazione con la Associazione YA
                                    BASTA (nata in solidarietà con il Chapas) e con l'associazione Chico 

                                    Mendes ed altre


Giovedì 18 novembre: mattina - trasmissione a Radio Sheerwood (Padova)
                                     13.00 - Treviso Conferenza Stampa
                                     15.00 - Treviso dibattito organizzato in collaborazione con l'Associazione                            YA BASTA.  

 

 

 



 

 

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Message: 7
Date: Fri, 5 Nov 2004 18:16:19 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Lettera di Francesco Gioia dalla latitanza
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Lettera di Francesco Gioia dalla latitanza


non so dove, ????????, 2004

Cari parenti, amici e compagni,
sono circa due mesi e mezzo che sono uscito da casa dei miei nonni, o meglio dalla mia custodia cautelare domiciliare che mi era stata imposta da persone che non conosco e che sicuramente non vale la pena conoscere. Questa custodia consisteva più o meno nel non poter uscire dalla mia casa, nel non poter vedere nessun familiare non convivente, quindi di non poter vedere nessun parente dalla parte di mio padre (neanche mio padre). La mia condizione di segregato in casa segregava anche i miei familiari perché nella loro casa non potevano far entrare nessun familiare o persona non convivente con totale stravolgimento delle abitudini dei miei nonni e della mia mamma. A differenza della custodia in carcere io non potevo né telefonare né scrivere a nessuno, pena il trasferimento in galera. A condire tutto questo bel quadretto sette volte al giorno e anche 2 o 3 per notte venivano a trovarmi delle persone che sono tutt'altro che miei amici, anzi è da quando che avevo 16 anni che le provano di tutte per portarmi in carcere.
Un po' di storia. Da quando ero minorenne ho subito più o meno una dozzina di perquisizioni domiciliari, 4 o 5 delle quali nella casa dei miei nonni; non mi è mai stato trovato niente di compromettente. Sono stato presente come indagato in numerose inchieste nessuna delle quali è mai finita con una condanna, ad eccezione di due piccole stupidaggini finite con una multa, per particolare accanimento e astio da parte dei difensori del capitalismo (polizia e carabinieri). Visto che da me non sono mai riusciti a cavare un ragno dal buco, e la loro ferma condizione che io fossi sempre causa dei loro problemi, i difensori dello sfruttamento si sono sempre accaniti sui miei amici (anarchici e non) e sulle loro famiglie con perquisizioni, minacce, botte ed insulti. Alcune volte non ha funzionato, alcune volte ho perso amicizie o sicuramente l'approvazione di queste da parte dei genitori degli amici. 
Quante volte mi sono sentito dire "Mi hanno detto che se dicevo che tu avevi fatto questa cosa (riferito ad un'azione) non mi facevano niente per la droga che mi hanno trovato addosso, ma non potevo dirlo perché non ti ho visto fare niente", oppure un altro amico "mi hanno portato in caserma senza avvocato, preso a schiaffi, interrogato e ricattato". Quante volte appena conosciuti i genitori dei miei amici mi sono sentito dire "quando mio figlio esce con te mi sento tranquillo, tu non bevi, non fumi, sei un bravo ragazzo", e tutta questa fiducia me la da' sempre tutta la gente che conosco fino a che non fanno la loro comparsa gli uomini in divisa, minacciando, ricattando, terrorizzando. Queste cose mi sono capitate con amici, parenti, fidanzate, ma anche sul lavoro, nel bar che frequento, dove faccio acquisti.
Circa due mesi prima del mio arresto, mentre torno da uno dei miei soliti lavori saltuari (bracciante agricolo) vedo un filo nero che sporge un poco dal montante dell'auto e sommato al fatto che da tempo la radio faceva il solito rumore di quando fa interferenza un cellulare, ed io non ho un cellulare (me l'hanno sequestrato) ho capito che la mia macchina era stata visitata da qualche piccolo spione.
Dopo, togliendo il montante e parte del cruscotto ho trovato un GPS global position system (serve per sapere gli spostamenti in tempo reale della macchina), la sua antenna e due microspie.
Quello vuol dire che due o più spioni sono entrati nella mia macchina (sempre chiusa), scassinandola o avendo una copia delle chiavi o una macchinetta apri-serrature.
E questa cosa non è successa solo a me , ma a molti altri compagni.
Queste cose sembrano bene chiarire i metodi dei soldati del denaro.
Questa è stata ed è la mia vita e più o meno penso che è simile a quella di molti altri compagno compresi quelli che sono insieme a me indagati nell'inchiesta sulle COR. Le COR (Cellule di offensiva rivoluzionaria) sono un gruppo che agisce in tutta Italia, ma che ha compiuto molte azioni in Pisa e dintorni. Azioni a danno di fascisti, sindacalisti di regime, carabinieri... Tutte persone che ogni anarchico o comunista indica come nemici giurati della propria classe. Per questo e per non fare della apologia eviterò di commentare queste azioni. L'offensiva sbirresca inizia arrestando un compagno (Alessio) con l'accusa ridicola di aver comprato una tanica vuota il giorno che le COR incendiavano una caserma, altri compagni il giorno stesso o poco dopo vengono arrestati perché nella loro casa viene ritrovato un documento delle COR che gli era stato inviato come a molti altri giornalisti o per posta, o per internet in maniera anonima. Morale: in Italia si può andare in carcere per aver ricevuto una lettera anonima. Dopo un mese la seconda ondata di arresti: io, Giuseppe e Willy. Per me: perquisizione alle 6 del mattino, nessun accenno all'arresto, dopo non aver trovato niente mi portano in caserma per firmare i fogli. Arrivati alla caserma uno mi dice "Ti devo dare due notizie, ti devo arrestare, ma puoi fare gli arresti nella tua casa", io sorrido sarcasticamente, nella mia testa non c'era nessuno stupore o paura, solo disprezzo. E' da questo momento che comincio a sentire la voglia di andarmene da questa situazione di merda e questa volta si fa via via più grande fino al giorno della mia fuga. Un po' per restituire a miei quelle libertà che gli erano state tolte con la mia detenzione domiciliare e un po' per me, che chiuso in casa con grande gioia del nemico ci stavo proprio male. Il trasferimento ingiustificato del mio amico Willy mi ha fatto pensare che era il caso di fare in fretta per non subire la stessa sorte a causa di qualche capriccio di un GIP. Sfido chiunque a dire che le prove a mio carico sono consistente e invito mia madre a mostrare i miei verbali a qualsiasi persona amica che voglia farsi due risate (io purtroppo ho riso poco). Durante la mia fuga ho fatto molte amicizie, alcune fittizie, altre no, bagni al mare o in piscina, visto concerti, ballato, sono andato al cinema, ho scherzato, ma ho anche pensato e mi sono informato su altre realtà dei mie amici detenuti. Tutte cose che la sbirraglia voleva impedirmi di fare. Sono tante le cose positive dell'andare via, ma per colpa di questa situazione non posso vedere le persone che più ho amato nella mia vita, i miei parenti, i miei amici e il mio cane Ludd che quando tornerò vizierò molto. Mi manca tanto anche il mio amico Willy che mi è stato molto vicino in momenti difficili e che spero di vedere in libertà al più presto. Un grazie anche al mio avvocato Luca Pellegrini che continua a portare avanti la mia difesa anche se sono via, e per tutte le volte che mi ha aiutato nelle situazioni più disparate. Un saluto a tutti i compagni anarchici e comunisti che portano avanti le lotte con coerenza e coraggio e a tutte le persone che più o meno direttamente li supportano.
Io dal mio cane Ludd ho imparato che alle persone che ci vogliono bene e che ci rispettano dobbiamo dimostrargli un amore grande, senza la paura di non essere abbastanza uomini per un pianto o per una carezza ad un amico, ma anche ad essere feroce e vendicativo con le persone che mi vogliono male o mi vendono al nemico.
Spedisco diverse copie della presente e gradirei che girasse molto fra i miei parenti ed amici, nonché che qualcuno potesse inviarla su internet.
Solidarietà a tutti i compagni che portano avanti l'azione diretta contro il capitalismo e lo Stato.


Francesco Gioia, uno degli arrestati per l'inchiesta sulle COR, fortunatamente libero

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Message: 8
Date: Fri, 5 Nov 2004 19:52:08 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] CD Benefit per il Silvestre
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
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Message: 9
Date: Fri, 5 Nov 2004 21:07:04 +0100
From: contropotere at inventati.org
Subject: [Contropotere] Info dalla Biblioteca francisco ferrer -
	Genova
To: "Newsletter" <contropotere at inventati.org>
Message-ID: <001d01c4c373$07536de0$3b1a1a97 at kaoxnet>
Content-Type: text/plain; charset="iso-8859-1"

BIBLIOTECA LIBERTARIA FRANCISCO FERRER
 
Dal mese di Ottobre è ripreso il servizio di apertura al pubblico della
Biblioteca F.Ferrer, a Genova, in piazza Embriaci (centro storico) al 5/13.

 
Per il momento la Biblioteca apre tutti i Venerdì pm dalle 17.00 alle 20.00.
 
Presto saranno disponibili nuovi giorni e orari di apertura e il calendario
delle iniziative per questo fine anno.
 
Per tenersi aggiornati è possibile collegarsi al SITO web:
(anch¹esso in fase di aggiornamento)
http://www.ecn.org/ferrer/
 
Per contatti l¹indirizzo e-mail è : ferrer at ecn.org <mailto:ferrer at ecn.org>
Tel. 010-255.797 sempre e solo al Venerdì pm negli orari di apertura oppure
lasciando un msg sulla segreteria tel., premettendo ³all¹attenzione dei
compagn* della BibliotecaS²
 
 
Documenti e scritti di attualità politica e sociale
Distribuzioni a cura de:
-       Aspide distribuzione Anarchica
-       Telefono viola Genova
-       Comitato Anarchico di Difesa e Solidarietà
 
-       5000 testi dai classici dell¹anarchismo ai giorni nostri, pensiero
critico e romanzo storico
 
-       Archivio riviste, bolletini e numeri unici (in consultazione)
 
-       Servizio prestito (in ri-attivazione)
 
Il prossimo appuntamento presso la Biblioteca è fissato per venerdì 12
Novembre ore 16.30, a cura delle individualità anarchiche genovesi verrà
presentato direttamente dai compagn* di Cuneo dello spazio ReBelDIES il
punto INFO con MatErIalI dello SpaZiO Doc. iN ConsUlTaZioNe.
 
Spazio Doc. e Biblioteca popolare, due progetti che si intrecciano contro il
monopolio delle conoscenze ed il pensiero unico della società-galera.
Un percorso comune affinché i ribelli, in strada come in carcere, possano
affilare le armi della critica per le lotte in corso e che verranno.
 
Alle 19.00 APERITIVO con i VinI Di LanGa e proseguimento della serata con
appuntamento alle 21.00 presso lo Spazio Sociale Occupato INMENSA, a
Bolzaneto, (metrò e/o BUS 7-8-9) con CENA e CoNCerTO Benefit.
 
Biblioteca Libertaria F.Ferrer
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Fine di Digest di Contropotere, Volume 8, Numero 3
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