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Lun Feb 12 00:48:53 CET 2007


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Global Meeting - Programma dell’incontro
Venezia - 30-31 marzo 1 aprile
                                                    Sabato 31 marzo 2007

Global Meeting
Make multitude, make autonomy, make worlds
Hacer multitud, construir autonomia, crear mundos 

Global Meeting - English version  

Venezia 30, 31 marzo e 1° aprile
Centro Sociale Rivolta - Piazzale Carlo Giuliani - Marghera


A cura di Global Project in collaborazione con Associazione Ya Basta e
Uninomade


Tre giorni di incontro e approfondimento per costruire collettivamente
conoscenza, pensiero, progetti dentro e contro l’Impero. 

Presentazione:


Lo spazio produttivo, sociale e politico in cui tutti viviamo, ci
muoviamo, lottiamo, è oggi immediatamente globale. Lo dimostrano
l’organizzazione planetaria interdipendente delle filiere dello
sfruttamento del lavoro vivo, l’andamento delle borse e dei mercati
finanziari, il dispiegamento delle reti della comunicazione. Ma,
soprattutto, ce lo hanno insegnato eventi capaci di parlare un
linguaggio di ribellione e di liberazione immediatamente comprensibile
ai quattro angoli del pianeta: l’insorgenza zapatista del gennaio 1994,
così come la rivolta di Seattle del dicembre 1999 e le giornate di
Genova del luglio 2001; la mobilitazione contro la guerra del febbraio
2003, così come la proliferazione di lotte sociali che da allora
scandiscono il tempo del nostro presente. Noi, da questi territori del
Nordest italiano, respiriamo oggi l’aria nuova del grande movimento
contro la nuova base militare Usa a Vicenza, che unifica il conflitto a
difesa dei beni comuni a quello contro la guerra globale. 

La sconfitta del golpe. Dall’unilateralismo alla “governance” 

Il ciclo di comando segnato dal disegno dell’unilateralismo
statunitense, teorizzato dai Neo-con ed incarnato dall’amministrazione
Bush, che aveva nella dottrina e nella pratica della “guerra preventiva”
il suo principale strumento, è arrivato al capolinea. Questo vero e
proprio golpe nell’Impero è stato sconfitto dalle molteplici resistenze
che ha incontrato sulla sua strada: dal movimento di lotta al modello
neoliberista di globalizzazione fino all’insurrezione, anche armata,
delle popolazioni sotto attacco e occupazione militare. Questo non
significa, tuttavia, che quella che resta la maggiore potenza
politico-militare del pianeta non continui una politica caratterizzata
da atti di guerra unilaterali: l’escalation in Iraq così come gli
interventi in Africa stanno a dimostrarlo. Ma oggi questa strategia
bushista appare isolata, anche da parte delle altre élite mondiali. Si
sta infatti disegnando, intorno al concetto di “governance”, una nuova
forma di comando, più articolata e flessibile, un sistema di potere e
relazioni dal carattere multilaterale e multipolare. Esso registra la
crisi della legittimità e dei meccanismi della sovranità imperiale come
dato permanente e irreversibile, e mette in campo dispositivi che
cercano di affrontare e controllare in termini nuovi l’incomprimibile
desiderio di libertà e delle moltitudini. Non si tratta della
riproposizione di antiche illusioni riformistiche, dal momento che oggi,
al livello raggiunto dallo sviluppo capitalistico, gli spazi materiali
di mediazione risultano essere ridottissimi. Anzi, nel modello di
comando della governance, troviamo diversamente ricombinati gli elementi
già presenti nei cicli precedenti: politiche ridistributive e
repressione, compromessi e guerra, che si ripresenta magari con
l’etichetta di operazione di polizia internazionale, di “intervento
umanitario” o addirittura di “missione di pace”. 

Continenti, zone cerniera, territori: da spazi della geopolitica del
comando a laboratori della lotta per la liberazione. 

La “governance” multilaterale si articola in grandi aree regionali dai
confini continentali, alle quali corrispondono vecchie e nuove potenze
economiche, politiche, militari che si affacciano sulla scena imperiale:
Europa e Russia, Cina e India, America del Nord e America Latina. Altre
aree del pianeta rappresentano altrettante zone di cerniera, terreni di
scontro e spartizione di risorse e poteri: questo discorso vale
soprattutto per il Medio Oriente, l’Asia centrale, le diverse parti
dell’Africa. Le contraddizioni aperte in ognuna di queste aree
ripropongono temi e questioni che assumono un significato generale ed
una valenza complessiva. Il primo obiettivo del Global Meeting, a
partire dal quadro di riferimento che qui abbiamo abbozzato, è quello di
ricostruire collettivamente questa cartografia delle lotte e del
comando.
Ma non vogliamo accontentarci della sola “fotografia dell’esistente”:
pensiamo che insieme possano essere cercate ed individuate le
caratteristiche che accomunano le molteplici forme del conflitto sociale
su scala globale. E che tali tratti comuni disegnino un orizzonte
possibile di trasformazione radicale e di liberazione, dal momento che
ogni momento di resistenza alle forme vecchie e nuove del potere
contiene in sé, in embrione o pienamente dispiegate, anche pratiche di
relazione e di costruzione di rapporti sociali altri dall’esistente.
Alcuni di noi riassumono tutto ciò nel rapporto tra “rottura” ed “esodo
costituente”, altri per intenderci meglio preferiscono fare riferimento
a quella che gli zapatisti hanno definito come la “otra campaña”: il
nesso che lega il rifiuto dello sfruttamento e il diritto di resistenza
da parte di un esercito in armi allo sviluppo di esperienze di
autogoverno locale, l’affermazione dell’irriducibile autonomia delle
lotte della moltitudine da quella dimensione politico-istituzionale, che
tenta continuamente di ricondurle alla gabbia del potere sovrano, alla
crescita di reti sempre più ampie di cooperazione tra eguali. E’ in
questo spazio di ricerca sulle nuove forme di organizzazione delle
moltitudini, dentro e contro il sistema di comando imperiale della
“governance”, che può prendere corpo un nuovo progetto di democrazia
radicale e assoluta. Questa prospettiva non può vivere in formule e
formulette di sintesi politica generale, oggi fuori dalla storia, ma può
e deve camminare sulle gambe di percorsi, concreti e puntuali, di lotta
e di organizzazione. Perciò, nello stile di confronto aperto che lo
caratterizza, proponiamo che il Global Meeting sia anche luogo di
elaborazione di proposte condivise da quanti vi parteciperanno:
pensiamo, ad esempio, alla discussione delle iniziative di lotta da
attuare in occasione del Summit del G.8 che si svolgerà in Germania nel
giugno prossimo, o alla costruzione di una rete di inchiesta militante
sulla composizione sociale e politica delle moltitudini migranti in
Europa e ai suoi confini.
Queste ultime proposte hanno direttamente a che fare con la necessità,
per quanti vivono e lottano nei territori di questo continente, di
ripensare radicalmente lo spazio politico europeo, investendolo di una
dinamica costituente che, a partire dal punto di vista dei movimenti e
delle lotte sociali moltitudinarie e dalla tensione all’autonomia,
all’autodeterminazione e all’autogoverno che essi esprimono, metta al
centro della scena le grandi questioni della guerra e della pace, della
difesa dei beni comuni, del reddito e delle condizioni di vita delle
nostre comunità, come la straordinaria battaglia delle donne e degli
uomini di Vicenza ha iniziato ad indicare. Su queste e altre proposte
vogliamo confrontarci con il contributo di tutte e tutti.


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Programma in fase di ultimazione: 

Venerdì 30 marzo:


Dalle ore 9.00 alle 11.00: accoglienza e registrazione delle/dei
partecipanti 

Dalle ore 11.00 alle 13.00: apertura dei lavori con PRESENTAZIONE della
proposta politica del Global Meeting a cura di GlobalProject,
Associazione Ya Basta e Uninomade 

A seguire: avvio degli incontri che coniugano l’approfondimento
conoscitivo delle diverse realtà nelle aree continentali e regionali,
con la discussione di temi utili alla riflessione comune su scala
globale.
VENERDI’ 30 pomeriggio e SABATO 31 MARZO per l’intera giornata TAVOLI
dedicati a: 

-  “USA: lotte sociali nella crisi dell’egemonia neo-con”.
Stanley Aronowitz - Distinguished Professor of Sociology, City
University of New York - USA
Heather Gautney - Professoressa Assistente di sociologia Towson
University Maryland - USA
Ashanti Alston – Critical Resistance - USA 

-  “Medio Oriente: quale spazio possibile per i diritti contro
l’occupazione e la guerra, l’apartheid e i fondamentalismi.”
Coordina: Michele Giorgio - giornalista
Musthapha Barghouti – Almubadara - Palestina
Yitzhak Laor – Scrittore - Israele
Alaa Abd El Fattah - Attivista curatore del blog www.manalaa.net -
Egitto
Uli Gordon - Anarchici contro il muro - Israele


-  “Asia: soggetti e conflitti nel vortice dello sviluppo
capitalistico.” 
Ranabir Samaddar – Docente South Asia Forum for Human Rights, Kathmandu
- India
Wang Hui – Docente Tsinghua University Pechino - Cina
Chukki Nanjundaswamy – Presidente del Krrs Organizzazione Agricoltori
Karnataka – India
Brett Neilson -Professore di Scienze Umane all’University of Technology
di Sidney - Australia


-  “Turchia-Kurdistan: l’allargamento dei confini europei come
estensione di nuovi diritti o nuova forma di controllo e repressione?”
Coordina Orsola Casagrande - giornalista
Yuksel Genc - Scrittrice e attivista curda
Kurkcu Ertugrul - Giornalista turco curatore BİANET


-  “America Latina, in basso e a sinistra: i percorsi autonomi dei
movimenti sociali.”
Sebastián Scolnik – Collettivo Situaciones - Argentina
Cesar Altamira - Docente Universitario - Argentina
Ricardo Montoya - Attivista sociale - Colombia
Luis Hernandez Navarro - Vice direttore de “la Jornada” – Messico
Jose Heriberto Salas Amac - Fronte del Popolo in Difesa della Terra
Salvator Atenco - Messico
Marc Villa - Operatore della comunicazione - Venezuela
David Alejandro Suarez Changuan - Università di Quito -Ecuador
Oscar Olivera - Coordinadora para l’agua y la vida Cochabamba - Bolivia 

-  “EUROPA: confronto per uno spazio politico costituente delle lotte e
dell’autogoverno.” 
Verso le mobilitazioni contro il G8 a Rostock Germania Saranno presenti
situazioni di movimento da tutta Europa. 

Domenica 1 aprile
Dalle ore 10.00 in poi ASSEMBLEA GENERALE e conclusioni. 

A partire da una lettura globale dell’ “anomalia italiana”, le
mobilitazioni contro la nuova base militare USA a Vicenza - così come
molti altri percorsi di lotta intorno ai temi dei beni comuni, della
difesa del territorio e dell’ambiente, della conquista dei diritti di
cittadinanza contro i Centri di detenzione, del reddito e dei saperi –
propongono con rinnovata energia la questione del protagonismo politico
dei movimenti sociali. L’autonomia reale di questi percorsi cancella
ogni ipocrisia e riapre, per tutti quelli che non intendono subordinare
lo sviluppo dei conflitti alle logiche del potere e alle alchimie
istituzionali, la necessità di un confronto aperto sulle prospettive. 

Informazioni sul sito:
www.globalproject.info
Contatti via e.mail:
globalmeeting en globalproject.info 

 Primo comunicato verso il Global Meeting




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